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martedì 18 settembre 2012

Blackfield

BLACKFIELD - Blackfield
Snapper

Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 2004




Questo è quello che scrivevo dei Blackfield nel 2004 alla loro prima uscita discografica :

Oggi c’è chi associa il termine Progressive Rock ad una musica vecchia e stantia, un dinosauro che si muove stancamente nell’ambito del Rock. Si pensano subito a presuntuose e lunghissime suite, ad una musica complessa e culturalmente pesante. In parte questo è vero, ma altresì si incontrano band che fanno della cultura passata bagaglio e la evolvono anche in una semplice formula “canzone”. Una di queste si chiama Blackfield.
Dietro a questo progetto c’è Aviv Geffen, chitarrista e cantautore Israeliano e l’instancabile Steven Wilson, produttore di Fish, Opeth e capitano di band come Porcupine Tree, No Man e I.E.M.
L’idea nasce grazie all’intuito di Aviv, il quale essendo estimatore dei Porcupine Tree, contatta il leader nel 2001 per proporgli questo progetto. All’ascolto ed alla lettura di questa recensione molti di voi grideranno che questo non è Progressive Rock, allora non lo dovrebbe essere neppure quello dei Genesis di “Abacab” o degli Yes di “Owner Of A Lonely Heart”, tanto per intenderci! Nella musica dei Blackfield fuoriesce una cultura musicale raffinata, dei richiami ai Pink Floyd o ai King Crimson, ma tutto questo in maniera velata, rielaborata con una personalità come solo grandi artisti sanno fare. Pensate come considero questo esordio discografico, vi dico che ogni brano potrebbe essere un potenziale single. La musica che si spalanca alle nostre orecchie è velata, malinconica, delicata e romantica, tuttavia lo stile Porcupine è quello che prevale,la personalità di Steven è troppo forte, anche se il carisma di Aviv è ammaliante.
Le richieste dei fans ai loro concerti, decretano “Hello”, “Cloudy Now”, “Blackfield” ed “Open Mind” i pezzi più appetibili. Quello che colpisce nella loro musica è la semplicità delle melodie, soprattutto i ritornelli che si stampano indelebili nella mente, come dei tormentoni.
“Blackfield” è un disco che non deve mancare nella vostra collezione, perché si ascolta molto spesso, ma che dico… spessissimo! MS


Oggi invece abbiamo il terzo disco da studio Welcome To My DNA


Questo disco nasconde delle gemme toccanti ed intimistiche, sicuramente il disco più introspettivo del duo Geffen-Wilson. In realtà il materiale che fuoriesce è più nel "Dna" del primo, il leader dei Porcupine Tree qui sembra aver messo meno la mano, anche se il risultato finale è comunque ottimo. Gli arrangiamenti sono il fulcro dell'intero lavoro, il suono è minimale e diretto, maledettamente toccante. "Glass House" , "Rising Of The Tide", "Far Away" , On The Plane" e la conclusiva "DNA" sono gioielli inopinabili. Gradevolissima e più movimentata "Oxygen", brano da single cd. Riescono pure a mandarci al diavolo con garbo e delicatezza in "Go To Hell", pezzo tormentone semplice e malandrino.
Per chi non li conosce i Blackfield non sono Prog, piuttosto un pop rock dai bagliori gotici, quasi inclassificabili. I brani sono brevi ed orecchiabilissimi, una band che sta facendo un successo planetario e come sempre noi Italiani arriviamo sempre dopo, lasciando artisti di questo calibro nel più triste anonimato. Per fortuna ci pensa il resto del pianeta a fare giustizia. Io per quello che mi riguarda me li godo al massimo e pure questo cd me lo sparo a palla almeno due volte a settimana, perchè fa bene all'anima ed alla mente. Poesia pura! (MS)

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