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mercoledì 5 settembre 2012

High Tide

HIGH TIDE - Sea Shanties
Liberty / Repertoire

Distribuzione italiana: varie
Genere: Dark Progressive
Support: Lp - CD - 1969 (1994)




Il Quartetto inglese è autore di uno dei debutti più innovativi della storia del Rock Progressivo, termine che va loro assolutamente stretto. “Sea Shanties” riesce a miscelare con impeto Hard Rock, Dark e Psichedelia, grazie soprattutto al violino di Simon House e ad un songwriting ipnotico che non ha eguali nella storia del rock. Il suono oscuro, a tratti nervoso e martellante è frutto di un equilibrio fra gli strumenti che per i tempi in questione ha dello stupefacente. Anche se si possono riscontrare i semi di questi lavori in quanto Tony Hill ha prodotto in precedenza con i psichedelici e geniali Misunderstood.
La chitarra di Tony Hill è Hard al punto giusto e la ritmica composta da Peter Pauli al basso e da Roger Hadden alla batteria crea una tensione che ha pochi paragoni. Anche la voce di Hill, che ricorda quella del mai dimenticato Jim Morrison, contribuisce a costruire questo ensamble ossessivo e grazie solo a qualche intervento Folk si riesce a fuoriuscire dal turbinìo oscuro.
In definitiva un sound unico, ecco allora che si rimane colpiti dalla forza di “Futilist’s Lament”, nulla poi in confronto alla rabbia ed al crescendo di “Death Warmed Up”. Disturbante e frenetico, dirompente e fastidioso “Sea Shanties” mette ko l’ascoltatore di oggi, figuriamoci quello della fine degli anni ’60. Un parziale attimo di respiro lo si coglie all’inizio di “Pushed But Not Forgotten”, ma l’incedere sonoro prosegue indisturbato il proprio massacrante corso.
L’Inghilterra ancora una volta si dimostra maestra di un genere, in quanto portatrice di sperimentazioni che sconvolgono la storia del Rock europeo e non solo. La musica continua a disegnare spirali emozionali sino all’ultima nota, per un debutto che ancora oggi è straordinario. Un secondo album omonimo è stato pubblicato l'anno successivo ed è un altro capolavoro, poi da cercare anche la raccolta con inediti "Open Season" curata dalla Black Widow, mentre sono minori le altre uscite postume, spesso non volute da Hill e House.
Simon House ed il suo violino li ritroveremo in seguito in band storiche come la Third Ear Band, gli Hawkwind e nientemeno che con David Bowie. Anche Tony Hill si fa rivedere in vari progetti e con dei discreti dischi solisti, ma l'alchimia raggiunta con gli High Tide resterà nella memoria come il loro momento artistico più alto e innovativo.
Gli High Tide vengono considerati da molti come una band “Minore” del Rock Progressivo grazie al loro sound unico, ma l’impronta lasciata è davvero indelebile e per noi i loro due dischi sono due capolavori senza tempo. Consigliato ai più forti di mente e coronarie. MS

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