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sabato 14 gennaio 2012

Mattsson

MATTSSON - Tango
Lion Music
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog Metal
Support: CD 2010



Ebbene dal bravo chitarrista finlandese non mi aspettavo un album con della musica così variegata. E’ semplice oggi affogare nelle sabbie mobili del genere, dove tanto è stato narrato e poco di nuovo ultimamente si è detto. Generalmente si ripercorrono i soliti binari, chi verso i Dream Theater, chi Symphony X, Shadow Gallery, Pain Of Salvation e tanti altri ancora, ma Lars Eric Mattsson questa volta ha avuto un momento creativo eccellente. Il disco precedente del 2008 non è che sia stato malvagio, anzi, però mancava di quel pizzico di coraggio in più, quello che oggi è stato tirato fuori. Voglio ricordare comunque che il bravo chitarrista ha avuto una carriera molto prolifica, non solo sotto il nome Mattsson, ma è stato coinvolto in altri progetti più o meno noti, per farvi alcuni nomi i Vision, Book Of Reflections ed i buoni Condition Red.
In questo “Tango”, ottimamente prodotto dalla Lions Music, si incrociano differenti stili, dal Metal Prog Classico all’Hard Rock, per poi passare nel Blues e poi via verso sonorità anni ’70, anche con voce femminile, quella di Adrienn Antal. Proprio un sunto della sua carriera. Lo stile impeccabile di Mattsson ha il pregio di non andarsi ad avvinghiare nelle ragnatele del tecnicismo, troppo spesso fine a se stesso, bensì si diverte a scalare pentagrammi in maniera anche ruffiana, badando semplicemente al sodo, ossia all’emotività del brano. Il fido batterista Eddie Siedgehammer disegna ritmiche e controtempi puliti e trascinanti, mentre anche la voce di Markku Kulkka ben si amalgama nei differenti stili, a dimostrazione di una buona duttilità.
I brani che compongono “Tango” sono undici e tutti di motivato interesse.
Subito scale neoclassiche sin dall’iniziale “Never Stand Down” ma già una sorpresa, il ritmo cambia e diventa improvvisamente Reagge! Ottimo il ritornello e l’esplosività ritmica. Heavy Metal supportato dalle tastiere in “Believe” ed un Sitar, tanto per rimanere nell’argomento variabilità. La title track è ovviamente un Tango, semplice e diretto, solamente graffiato di tanto in tanto da qualche scarica elettrica. Per ascoltare la voce maschile bisogna giungere a “The Grand Escape”, cantato in coppia con Adrienn. Qui lo stile di Mattsson è inconfondibile, comunque sia non mancano repentini cambi di tempo ed umorali. Divertente il conclusivo Blues “Slave To The Road”, dimostrazione della grande cultura musicale dell’artista. Non c’è tuttavia un brano che può considerarsi leader, tutto viaggia spedito come un treno.
Questo è un disco per un pubblico assolutamente vasto, accontenta sia chi vuole energia Metal e chi della semplice e buona musica. Consigliato. MS


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