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domenica 5 maggio 2013

Factory Of Dreams

FACTORY OF DREAMS - Poles
Prog Rock Records
Distribuzione italiana: ?
Genere: Prog
Support: CD - 2008




All’ascolto di “Poles” resto affascinato da certi passaggi e resto indifferente in altri. Chiariamo immediatamente che in questo cd, di Progressive Rock per come lo si intende nel puro senso del termine, ce n’è davvero poco. I Factory Of Dreams sono un trio, precisamente è la band di Hugo Flores, polistrumentista portoghese che si avvale della voce di Jessica Lehto e del basso di Chris Brown. A molti di voi il nome di Jessica Lehto non suonerà nuovo, infatti è la redattrice del sito dei Nightwish. In numerosi passaggi vengono proprio in mente gli svedesi, e non solo per l’uso della voce. E’ un lavoro dal suono monolitico, drammatico, vicino al Gothic, ma non soffermatevi ad un ascolto distratto, perché in “Poles” esistono frangenti davvero interessanti e l’attenzione cresce con lo scorrere dei brani. C’è una ricerca sonora di fondo, pur restando al limite del commerciale. “Peace Echoing” è la fotografia sonora di quanto ho detto. Brani oscuri e pesanti come “Stream Of Evil” ci propongono una instabilità umorale a dir poco contagiosa. Hugo Flores ci trasmette un atmosfera oscura e greve, impreziosita da un assolo di chitarra agghiacciante.
Ci pensa la stupenda “The Piano In The Sea” a rasserenarci per un attimo. Voce e piano per godere della bellissima voce di Jessica. Le sonorità sono anche intrise di Elettronica alla Tangerine Dream, o per meglio dire, care ad un certo tipo di Kraut Rock, ma il tutto in minima dose, così come per gli interventi Folk. Un lavoro davvero intricato, ma allo stesso tempo di facile assimilazione e questo non capisco se sia più un difetto o un pregio. Infatti a lungo andare diventa anche prevedibile, almeno per le mie orecchie già abituate a certi tipi di ascolti.
L’elettronica si fonde bene con le chitarre, un episodio speciale in “Electric Boom”, il mio pezzo preferito, più arioso e diretto, come se i nostri volessero porre una tregua. L’oscurità però ci avvolge nuovamente nella conclusiva “Crossing The Bridge To The Positive Pole”, altra canzone di buona fattura.
“Poles” è dunque un disco che non mi sento di consigliare proprio a tutti gli amanti del Prog, poco Prog per essere considerato tale ed altresì poco Metal. Ma sono sicuro che alcuni di voi potranno rimanere colpiti da certe soluzioni, i più curiosi di voi si facciano avanti. Comunque promosso. MS


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