RED
SAND - Paint't Box
Oskar
Genere:
Neo Prog
Supporto: Bandcamp / vinile / cd –
2024
Ho
sempre guardato al Canada con un occhio attento in ambito Rock Prog e dintorni,
qui si sono palesate numerose sorprese attraverso band coraggiose e innovative.
Hanno rivisitato generi con forte personalità, se non addirittura divenire veri
e propri precursori come per esempio i Rush o i Voivod. Anche nel Prog Rock
molte sono le sorprese, una di queste si chiama Red Sand.
Fondati
nel Quebec nel 2003 dal chitarrista Simon Caron, fans di David Gilmour (Pink
Floyd), Andy Latimer (Camel) e Steven Rothery (Marillion), rilasciano negli
anni ben dieci album di rispettabile Neo Prog.
Gli
albori sono debitori alle band sopra citate, ma anche agli IQ e Pendragon, per
poi spostarsi nel tempo verso un sound maggiormente personale. Iniziano con la
formazione a quintetto per poi sfumare a trio composto di Michel Renaud (voce),
Simon Caron (chitarre, basso, tastiere) e Perry Angelillo (batteria).
Musica
semplice, diretta, spesso di classe e raffinata nelle melodie sempre in
cattedra, specialmente durante gli assolo di chitarra che fanno sicuramente la
gioia di estimatori di Pink Floyd e Marillion.
Musica
colorata, non a caso il titolo “Paint’t Box”, ma non basta una scatola di
colori, serve soprattutto avere idea di cosa rappresentare e colorare, perché
disegnare un falso, è più semplice che creare un qualcosa di nuovo, ecco quindi
che i Red Sand si adoperano del loro pur restando in uno stile oramai noto sin
dagli anni ’80. Il disco si avvale di sei brani, fra i quali la suite finale di
trentuno minuti in cui la classe della band fuoriesce in tutto il suo
splendore.
I
primi cinque pezzi scorrono molto bene, brevi, intensi, con assolo di chitarra
che scaldano il cuore, in una volata passano, “Wake Up the Child”, “Us”, “Breaking
Wings”, e “Poland”, ma il piatto forte è “Tie”.
L’equilibrio
fra tastiere e chitarra è un altro elemento del sound Red Sand, così lo stesso
vale per il passato e il presente.
Arpeggi,
cambi di ritmo, parti strumentali (spesso in modalità IQ), qui ci sono tutte le
prerogative che il Neo Prog ha saputo insegnare nel tempo.
Più
di mezz’ora che vola come fossero dieci minuti, questo la dice lunga sulla
sostanza di questa imperiale composizione.
Se
vado a cercare quel qualcosa che si può aggiustare, è sicuramente l’equilibrio
dei suoni nelle parti più pacate e la timbrica della ritmica, non che non
vadano bene, dico che non rispecchia molto il mio gusto personale, così la voce
che spesso rimane dietro la strumentazione, ma sono dettagli, la sostanza è ben
altra.
Invito
tutti all’ascolto di “Paint’t Box”, non soltanto gli amanti del genere in esame
perché qui trattasi di musica totale. Dico altresì che questo stesso anno i Red
Sand rilasciano un bonus di brani scritti nel 2021 per l’album “The Sound Of
The Seventh Bell”, altro bel disco che potrete scoprire così come i precedenti,
e allora noterete davvero l’evoluzione descritta di questa band. MS
Versione Inglese:
RED SAND - Paint't Box
Oskar
Genre: Neo Prog
Support: bandcamp / vinyl / cd - 2024
I have always looked at Canada with a keen eye in and
around Rock Prog, here numerous surprises have emerged through brave and
innovative bands. They have revisited genres with strong personalities, if not
even becoming true forerunners like for example Rush or Voivod. Also in Prog
Rock many are the surprises, one of them is called Red Sand.
Founded in Quebec in 2003 by guitarist Simon Caron,
fans of David Gilmour (Pink Floyd), Andy Latimer (Camel) and Steven Rothery
(Marillion), they release no less than ten albums of respectable Neo Prog over
the years.
The beginnings are indebted to the aforementioned
bands, but also to IQ and Pendragon, and then shift over time to a more
personal sound. They began with a quintet lineup and then faded to a trio
consisting of Michel Renaud (vocals), Simon Caron (guitars, bass, keyboards)
and Perry Angelillo (drums).
Simple, straightforward, often classy and refined
music in the melodies always in the cathedra, especially during the guitar
solos that are sure to delight admirers of Pink Floyd and Marillion.
Colorful music, not coincidentally the title “Paint't
Box”, but it is not enough to have a box of colors, it is necessary above all
to have an idea of what to represent and color, because drawing a fake, is
easier than creating something new, so here the Red Sand make an effort of
their own while remaining in a style now known since the 80s. The disc makes
use of six tracks, including the final thirty-one-minute suite in which the
band's class comes out in all its glory.
The first five pieces flow very well, short, intense,
with heart-warming guitar solos, in a sprint they go, “Wake Up the Child”, “Us”,
“Breaking Wings”, and “Poland”, but the highlight is “Tie”.
The balance between keyboards and guitar is another
element of the Red Sand sound, so is the past and present.
Arpeggios, rhythm changes, instrumental parts (often
in IQ mode), here are all the prerogatives that Neo Prog has been able to teach
over time.
More than half an hour flying by like it was ten
minutes, that says a lot about the substance of this imperial composition.
If I go looking for that something that can be fixed,
it is definitely the balance of the sounds in the quieter parts and the timbre
of the rhythmic, not that they are not good, I say that it does not reflect
much my personal taste, so the vocals that often remain behind the
instrumentation, but these are details, the substance is quite another.
I invite everyone to listen to “Paint't Box”, not only
lovers of the genre under consideration because this is total music here. I
also say that this same year Red Sand releases a bonus of songs written in 2021
for the album “The Sound Of The Seventh Bell”, another beautiful record that
you can discover as well as the previous ones, and then you will really notice
the described evolution of this band. MS
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