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domenica 12 maggio 2024

Raffaele Matta Trio

RAFFAELE MATTA TRIO – Branda West
Isulafactory / Lizard Open Mind
Genere: Jazz contemporaneo – Progressive Rock
Supporto: cd – 2024




Quante volte abbiamo pensato di evadere dalla quotidianità, magari con un bel viaggio, per rigenerare il corpo e la mente visitando luoghi e situazioni, credo che questo sia nella volontà di tutti noi. Se a farlo poi è un artista, non viene di certo a mancare un bel diario di viaggio sonoro, com’è accaduto a Raffaele Matta, musicista oramai di lungo corso con alle spalle un’esperienza che vede muovere i primi passi nel 2005 grazie al Wide Quintet per poi conseguire in una carriera da solista e collaborativa.
Oggi il chitarrista sardo si coadiuva della partecipazione di due corregionali, Andrea Parodo (basso) e Nicola Vacca (batteria), per immergersi nell’idea di modificare la ritmica della musica indiana attraverso contaminazioni moderne. Questa avviene grazie alla realizzazione di un lungo percorso a partire dalla Sardegna per poi approdare in India, Vietnam, Thailandia, con una lunga pausa a Mumbai; non a caso il titolo dell’album “Bandra West” è proprio il nome di un quartiere del posto in cui spesso il trio si è esibito (e musicalmente contaminato).
Il disco, contenente otto brani e una confezione cartonata, è il risultato della sinergia fra due realtà ai vertici opposti dell’Italia, l’etichetta siciliana Isulafactory e la Lizard Records di Treviso.
Ed è con “Delhi” che il trio presenta immediatamente il proprio mondo ricercato e ritmico, la ricerca non si sostituisce al piacere della melodia che resta comunque sempre in primo piano. Il suono è caldo grazie all’uso del basso delineante giri armonici di facile presa. Non è distante neppure il mondo del Rock Progressivo.
In “Japan” si cambia registro, aperto alle contaminazioni, è un insieme di suoni che spaziano in un connubio sensazionalistico dall’ampio raggio. Qui le note sono maggiormente ragionate lasciando spazio anche all’elettronica finale.
Speciale “1012”, è una sorta di ballata Prog in cui il pentagramma è scritto con una penna stilografica, attenta alle virgole e alla bella calligrafia. Certi passaggi ricordano un certo tipo di Prog nordico in stile Landberk.
L’attenzione per la ritmica diventa ancor più evidente in “Floor Scrubbers”, prossima al Funk, dove il basso e la chitarra sembrano saper parlare perfettamente la stessa lingua. Qui sono i canadesi Uzeb a tornarmi nella memoria. Il brano più lungo dell’album s’intitola “Hanoi”, una finestra nel luogo in cui lo sguardo spazia nel panorama circostante color pastello attraverso il suono degli anni ’70, grazie all’arpeggio della chitarra di Matta, sempre gentile e introspettiva. Il crescendo sonoro è altamente coinvolgente e funzionale, vetrina per le qualità balistiche dei singoli musicisti.
Un giro di basso apre “Chiang Mai”, estratto di un cammino nel mondo del Progressive Jazz, seguono la ragionata “The Music Book” e “UAE”, più che una fine di un’esperienza sembra essere un arrivederci a presto.
“Bandra West” è il riassunto di un’esperienza vissuta fra amici e arte, depositaria di un amore viscerale per quella musica che mai si lascia contaminare dalla banalità, fra ricerca e improvvisazione, il tutto supportato da tecnica e gusto per l’armonia mai lasciata da parte, anzi, spesso protagonista. Quando sentite dire “musica per la mente”, questo è uno di quei casi. MS




Versione Inglese:


RAFFAELE MATTA TRIO - Branda West
Isulafactory / Lizard Open Mind
Genre: Contemporary Jazz - Progressive Rock
Support: cd - 2024


How many times have we thought of escaping from everyday life, maybe with a nice trip, to regenerate body and mind by visiting places and situations, I think this is in the will of all of us. If it is then an artist who does it, it certainly does not come without a nice sonic travelogue, as it happened to Raffaele Matta, a musician by now of long standing with an experience behind him that sees his first steps take place in 2005 thanks to the Wide Quintet and then achieve in a solo and collaborative career.
Today, the Sardinian guitarist is assisted by the participation of two co-regionals, Andrea Parodo (bass) and Nicola Vacca (drums), to immerse himself in the idea of modifying the rhythmic nature of Indian music through modern contaminations. This comes about thanks to the realization of a long journey starting in Sardinia and then landing in India, Vietnam, Thailand, with a long break in Mumbai; not coincidentally, the album title "Bandra West" is precisely the name of a local neighborhood where the trio often performed (and musically contaminated).
The record, containing eight tracks and a hardback package, is the result of the synergy between two realities at opposite ends of Italy, the Sicilian label Isulafactory and Treviso-based Lizard Records.
And it is with "Delhi" that the trio immediately presents its own refined and rhythmic world, the research not replacing the pleasure of melody, which still remains in the foreground. The sound is warm thanks to the use of the bass outlining harmonic turns that are easy to grip. The world of Progressive Rock is not distant either.
In "Japan" there is a change of register, open to contaminations, it is a set of sounds that range in a wide-ranging sensationalistic combination. Here the notes are more reasoned, leaving room for the final electronics as well.
Special "1012" is a kind of Prog ballad in which the staff is written with a fountain pen, careful about commas and beautiful calligraphy. Certain passages are reminiscent of a certain kind of Nordic Prog in the Landberk style.
The focus on rhythm becomes even more evident in "Floor Scrubbers", close to Funk, where the bass and guitar seem to be able to speak the same language perfectly. Here it is Canada's Uzeb that comes back into my memory. The longest track on the album is titled "Hanoi", a window into the place where the gaze sweeps over the surrounding pastel-colored landscape through the sound of the 1970s, thanks to the arpeggio of Matta's guitar, always gentle and introspective. The sonic crescendo is highly engaging and functional, a showcase for the ballistic qualities of the individual musicians.
A bass turn opens "Chiang Mai" an excerpt from a journey into the world of Progressive Jazz, followed by the reasoned "The Music Book" and "UAE", more like a goodbye to soon rather than an end to an experience.
"Bandra West" is the summary of an experience lived among friends and art, repository of a visceral love for that music that never allows itself to be contaminated by banality, between research and improvisation, all supported by technique and taste for harmony never left aside, indeed, often protagonist. When you hear "music for the mind," this is one of those cases. MS





 




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