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domenica 5 maggio 2024

Mac/Corlevich

MAC/CORLEVICH – Rain Or Shine
Autoproduzione / XO La factory / Peyote Creativity Contamination System
Distribuzione: The Orchard Direct
Genere: Alternative Folk
Supporto: cd/lp/digital – 2024




Spesso capita che certi connubi artistici portino alla realizzazione di lavori affascinanti. Non sempre mondi distanti messi assieme sono necessariamente incongruenti, anzi, nuove soluzioni specie in ambito musicale sono bene accette, atte a portare una ventata di aria fresca se non addirittura a scoprire nuovi punti di riferimento.
Anche in Italia siamo favorevoli a certi innesti, certamente ogni artista ha un proprio background culturale spesso riconducibile a un passato con cui è cresciuto musicalmente, come nel caso di questo debutto veronese per opera di Cristiano Mecchi (voce) e Davide Corlevich (chitarra) denominato Mac/Corlevich. Due differenti sensibilità, una legata al Folk chitarristico con tanto di fingerpicking e l’altra prossima al contesto americano della prima metà degli anni ’90, portano a creare un genere alternativo consigliato agli amanti di Mark Lanegan, Johnny Cash, Chris Cornell, Gram Parson e John Moreland.
L’album è costituito di dieci brani non di lunga durata, la media per ognuno si aggira attorno ai tre minuti, tutto ciò a manifestare l’intenzione del duo di badare al sodo. L’idea è giusta, tanto che l’insieme acquista in fluidità, a partire da “Machines”, una composizione che potrebbe benissimo risiedere nella discografia di Simon & Garfunkel, dove gli anni ’60 e ’70 la fanno da padrona. Leggerezza e riflessione lasciano adito a un imminente volo pindarico che avviene in “A Place Called Home”. La bella voce di Mecchi (NeXus, 3tons, Poseydon, Supergonzo e Oui The North) ben si sposa con il suono caldo della chitarra per tutto l’arco del viaggio.
“Farewell Kisses” tratta di un imminente addio che conduce a cercare nuove opportunità, lasciando adito anche alle incertezze e alle paure. Si è al cospetto di una ballata con sfondo malinconico impreziosita da coralità e fischio d’accompagnamento.
Un raggio di sole appare in “Rain Or Shine”, ballata Folk orecchiabile e trascinante dove un moderno Bob Dylan fa una breve apparizione. Le dita volano leggere fra le corde in un arpeggio semplice ma non banale.
Non si resta indifferenti all’ascolto di “The Slowest Candle”, qui l’America è nella mente in un intreccio di emozioni rassicuranti e quando subentrano per la prima volta la batteria e il basso, tutto assume un significato profondo. “The Porch Song” è uno strumentale con accordatura aperta, un solo di chitarra che s’impegna in una descrizione paesaggistica ad ampio spettro. Un brano che fa davvero stare bene.
Segue un omaggio a Chris Cornell con “Let Your Eyes Wander” per poi gettarsi nuovamente nell’intimo, nella bellezza, e nell’autenticità di “Something Beautiful”. “A New Tomorrow” è un inno alla meraviglia, ispirato da una scena reale e da riflessioni esistenziali. L’interpretazione è sentita e perfetta narratrice. La chiusura spetta a “Adore The Sun”, ed è autunno.
“Rain Or Shine” è un debutto soffice, dove l’anima viene messa a nudo in pasto all’ascoltatore al quale auguro un sincero buon appetito! MS


ASCOLTO: https://maccorlevich.bandcamp.com/




Versione Inglese: 


MAC/CORLEVICH - Rain Or Shine
Self-production / XO La factory / Peyote Creativity Contamination System
Distribution: The Orchard Direct
Genre: Alternative Folk
Support: cd/lp/digital - 2024


It often happens that certain artistic combinations lead to the creation of fascinating works. Not always distant worlds put together are necessarily incongruent, on the contrary, new solutions especially in music are welcome, apt to bring a breath of fresh air if not even to discover new points of reference.
Even in Italy we are in favor of certain grafts, certainly each artist has his own cultural background often traceable to a past with which he grew up musically, as in the case of this Verona debut by Cristiano Mecchi (vocals) and Davide Corlevich (guitar) called Mac/Corlevich. Two different sensibilities, one related to guitar-driven Folk with lots of fingerpicking and the other close to the American context of the first half of the 1990s, lead to the creation of an alternative genre recommended for lovers of Mark Lanegan, Johnny Cash, Chris Cornell, Gram Parson and John Moreland.
The album consists of ten tracks that are not long in duration, the average for each being around three minutes, all of which manifests the duo's intention to mind their business. The idea is right, so much so that the whole gains in fluidity, starting with "Machines", a composition that could well reside in Simon & Garfunkel's discography, where the '60s and '70s hold sway. Lightness and reflection give way to an imminent pindaric flight that occurs in "A Place Called Home". Mecchi's (NeXus, 3tons, Poseydon, Supergonzo, and Oui The North) beautiful vocals blend well with the warm guitar sound throughout.
"Farewell Kisses" deals with an impending farewell that leads to seeking new opportunities, while also leaving room for uncertainties and fears. One is in the presence of a ballad with a melancholy backdrop embellished with accompanying chorus and whistle.
A ray of sunshine appears in "Rain Or Shine", a catchy and driving Folk ballad where a modern Bob Dylan makes a brief appearance. Fingers fly lightly between the strings in a simple but not trite arpeggio.
One is not left unmoved when listening to "The Slowest Candle", here America is in the mind in an interweaving of soothing emotions, and when the drums and bass take over for the first time, everything takes on deep meaning. "The Porch Song" is an instrumental with open tuning, a guitar solo that engages in wide-ranging landscape description. A track that really makes you feel good.
A tribute to Chris Cornell follows with "Let Your Eyes Wander" and then we throw ourselves back into the intimacy, beauty, and authenticity of "Something Beautiful". "A New Tomorrow" is an ode to wonder, inspired by a real-life scene and existential reflections. The performance is heartfelt and perfect storytelling. Closure falls to "Adore The Sun", and it's autumn.
"Rain Or Shine" is a soft debut, where the soul is laid bare for the listener to whom I wish a sincere good appetite! MS

 

 




 

2 commenti:

  1. Caro Maestro, tralasciando l'argomento della recensione, le vorrei chiedere se ha saputo che i Symphony X suoneranno a Veruno (in realtà nella frazione di Veruno di cui non ricordo mai il nome) cosa ne pensi di questa band, che a differenza dei Theater non pubblicano album ogni due anni ( spesso e volentieri a discapito della qualità musicale che per me è perduta da inizio millennio) Ormai il Veruno festival è una delle realtà più importanti per la nostra nicchia sempre più decadente. Con tutte le band importanti del panorama anche internazionale, ormai e' uno dei momenti piu decisivi per noi europei. Purtroppo la distanza è al quanto improbabile per il sottoscritto per partecipare ogni anno. Almeno l'organizzazione ha pensato bene a produrre ogni annata dei DVD che secondo me andrebbero integrati con degli ottimi CD. Dato che alcune band passate sul quel palco, hanno lasciato performance straordinarie, e soprattutto non avendo mai pubblicato qualcosa live. Io vivo tra Abruzzo e Marche sulla costa adriatica, e amando la musica dal vivo, ormai nemmeno Roma offre possibilità decenti di musica Prog ma non solo, avendo un ampio bagaglio di passioni musicale. Da Roma in giù a parte un festival metal credo in Puglia, è già in vigore la legge dei fascisti dell' autonomia differenziata, in realtà a livello musicale sono decenni. Concludo con un invettiva contro i costi dei biglietti che da 15 anni sono letteralmente triplicati. Non parlo solo delle cifre da stipendio mensile per i vari Roger Waters, Bruce il Boss e sicuramente le date che farà David Gilmour a supporto del suo album. Ma anche realtà meno famose ormai sono quasi impossibili da seguire dal vivo. Ricordo che fino al 2010 le cose erano alquanto diverse e accettabili. Per esperienza personale, ho assistito al concerto evento degli YES nel tour del 35 anniversary tour con la formazione originale, in un palco enorme al centrale del tennis a Roma, tra l'altro tutti seduti, alla modica cifra di 35€ era il 2003. Stessa cosa per la reunion dei VDGG del 2005 prezzo alquanto popolare. Il BANCO nel 2002 per i 30 anni del salvadanaio con ospiti come Mauro Pagani, ad un costo stracciato. Personalmente ho rinunciato ad andare ai concerti per cacciare 700€ per il The Wall di Waters che è stato l'ultimo sacrificio che ho fatto da Floydiano dipendente. Mi sa spiegare perché nel giro di un decennio i concerti per colpa del costo dei loro biglietti sono diventati una forma di lotta di classe ma al contrario? Lo so non solo i concerti, ma non voglio fare comizi elettorali essendo un LIBERTARIO RADICALE su insegnamento del Compagno Pannella.
    La ringrazio e mi scusi per la lungaggine.

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  2. Ciao Ivano, sempre bello leggerti! Vado con ordine: Dei Symphony X penso molto bene, anche se li amavo più agli esordi, ma questo è un mio problema, in quanto cerco dalle band che mi piacciono sempre un qualcosa di più e oggettivamente questo è alquanto difficile. Un mio difetto probabilmente. Si, mi piacciono molto, tanto che ho la loro discografia, ma concordo con la tua breve analisi al riguardo. Si sono arrenati in una formula oramai standard. Anche io sono distante da Veruno, mi trovo nell’entroterra marchigiano a Fabriano, quindi la tua idea del dvd + cd la sposo in pieno! Magari!
    Per quello che riguarda il prezzo dei biglietti live, sono un salasso, ma c’è un perché, togliamo i grandi nomi perché loro hanno una stage costoso, mettiamo il caso di una band media, oggi sapete bene che di musica non si vive praticamente più, la musica si scarica. Questo è un problema che le band tamponano con le date dal vivo, diciamo che è l’unico effettivo rientro economico che hanno (oltre al merchandising)… E da una parte li capisco. Visto che mi ci trovo, io non sono amante oggi della politica, tutt’altro, ti confesso che Pannella non mi è dispiaciuto in molti casi, in altri sorvolo. Un personaggio schietto, oggi così non ce ne sono più. Un abbraccio e grazie ancora.

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