INNER PROSPEKT - Unusual Movements
Autoproduzione
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd / Bandcamp - 2024
Alessandro
Di Benedetti, tastierista dei romani Mad Crayon, è un fiume in piena.
Non
si finisce di godere di un suo ultimo lavoro che ne ha pronto un altro,
soprattutto con il progetto solista denominato Inner Prospekt. Infatti, Di
Benedetti non soltanto ha una prolifica carriera solista, bensì pone la sua
arte al servizio di molti, come nel caso dei The Samurai Of Prog, così come per
Kimmo Porsti e Rafal Pacha.
Con
“Unusual Movements”, Inner Prospekt giunge al quindicesimo album in dieci anni
di esistenza, ma la cosa che più mi colpisce è che sono tutti dischi di medio
alto livello, ben registrati, curati e ricchi di quel Prog Rock che s’inframezza
fra il passato e il presente. Le tastiere in questo genere ricoprono un ruolo
fondamentale, tanto quanto lo erano le chitarre elettriche per gli esordi del
Rock, e Alessandro lo sa molto bene.
Come
da cliché, i sette brani contenuti nel nuovo disco sono di media e lunga
durata, sino giungere ai quindici minuti di “Mantra” e come negli altri album,
Di Benedetti si avvale dell’ausilio di special guest che in questo caso
rispondono ai nomi di Rafael Pacha (chitarra), Federico Tetti (chitarra), Carmine
Capasso (chitarra), Marco Bernard (basso), Daniele Vitalone (basso), e Giuseppe
Militello (sax).
Per
addentrarsi nel nuovo cammino ci pensa la strumentale “The Bridge” comportandosi
da intro, un dialogo fra basso, tastiere e batteria che alterna frangenti toccanti
di piano ad altre parti vigorose. Certi passaggi potranno ricordare a molti di
voi le intramontabili Orme. La tecnica di Alessandro è al servizio della
melodia e non viceversa, un giusto dosaggio fra qualità tecniche e gusto per la
composizione mai soffocata da inutili orpelli.
Ed
è la mini suite “Mantra” a presentare lo stato di salute odierno di Inner
Prospekt, tutto il DNA è visibile fra le note, soprattutto la scelta
dell’elettronica porta freschezza all’ascolto. Il sax di Giuseppe Militello è
un perfetto tassello del puzzle, mentre le parti vocali s’intramezzano
gentilmente, sussurrate e pacate.
Più
malinconica “Winter Day” dove il rapporto padre e figlio è esposto nella
fragilità delle incomprensioni. Il pianoforte disegna le trame semplici ed
efficaci.
Sono
i Genesis a comparire più spesso nello stile proposto in “Neverland”, la storia
di Peter Pan è narrata oltre che supportata da suoni magnifici che faranno
scorrere più di un brivido sulla pelle degli amanti del sound vintage. Dodici
minuti di elegante passato.
Un
passaggio anche nel Jazz attraverso “Just Five Minutes”, un cambio di stile che
dimostra a pieno la preparazione culturale di De Benedetti, un suntuoso e caldo
giro di basso dialoga con la batteria spazzolata e un sax che a dir poco potrei
definire sexy. La fragilità umana è narrata in “Around The Corner”,
composizione introspettiva perfettamente legata allo stile pianistico dell’artista.
Qui sono gli arrangiamenti a fare la differenza, fra fiati e suoni sinfonici.
La chiusura è affidata alla bucolica “The Question”, piccola chicca sonora che
sa coccolare lo spirito. C’è anche una sorpresa che lascio alla vostra
curiosità scoprire.
Questi
sono i classici dischi che possono avvicinare un neofito al mondo del
Progressive Rock, termine che oggi è accostato più alla musica del passato
(erroneamente) che a quella del presente. In fondo la bella musica non ha
confini né tempo, è bella e basta. Inner Prospekt lo sa e lo dimostra. MS
Versione Inglese:
INNER PROSPEKT - Unusual Movements
Self-production
Genre: Crossover Prog
Support: cd / Bandcamp - 2024
Alessandro Di Benedetti, keyboardist of Rome's Mad
Crayon, is a river in flood.
One does not end up enjoying one of his latest works
that he has another one ready, especially with the solo project called Inner
Prospekt. In fact, Di Benedetti not only has a prolific solo career but also
places his art at the service of many, as in the case of The Samurai Of Prog,
as well as for Kimmo Porsti and Rafal Pacha.
With "Unusual Movements", Inner Prospekt
reaches its fifteenth album in ten years of existence, but the thing that
strikes me most is that they are all mid- to high-level records, well recorded,
cared for, and rich in that Prog Rock that intersperses between the past and
the present. Keyboards play a key role in this genre, much as electric guitars
did for early Rock, and Alexander knows this very well.
As per the cliché, the seven tracks contained in the
new album are of medium and long duration, until reaching the fifteen minutes
of "Mantra", and as in the other albums, Di Benedetti avails himself
of the aid of special guests who in this case answer to the names of Rafael
Pacha (guitar), Federico Tetti (guitar), Carmine Capasso (guitar), Marco
Bernard (bass), Daniele Vitalone (bass), and Giuseppe Militello (sax).
To delve into the new path the instrumental "The
Bridge" takes care of it by acting as an intro, a dialogue between bass,
keyboards and drums that alternates touching piano bangs with other vigorous
parts. Certain passages may remind many of you of the timeless Orme.
Alessandro's technique is at the service of melody and not vice versa, a proper
dosage between technical qualities and taste for composition never stifled by
unnecessary frills.
And it is the mini-suite "Mantra" that
presents Inner Prospekt's current state of health; all the DNA is visible among
the notes, especially the choice of electronics brings freshness to the
listening experience. Giuseppe Militello sax is a perfect piece of the puzzle,
while the vocal parts intersperse gently, whispered and calm.
More melancholy "Winter Day" where the
father and son relationship is exposed in the fragility of misunderstandings.
The piano draws the simple and effective textures.
It is Genesis that appears most often in the style
proposed in "Neverland", the story of Peter Pan is told as well as
supported by magnificent sounds that will run more than a chill on the skin of
vintage sound lovers. Twelve minutes of elegant past.
A transition also into jazz through "Just Five
Minutes", a change of style that fully demonstrates De Benedetti's
cultural background; a sumptuous, warm bass line dialogues with brushed drums
and a sax that I could describe as sexy, to say the least. Human frailty is
narrated in "Around The Corner", an introspective composition
perfectly related to the artist's piano style. Here it is the arrangements that
make the difference, between horns and symphonic sounds. Closing is given to
the bucolic "The Question", a small sonic gem that knows how to
pamper the spirit. There is also a surprise that I leave to your curiosity to
discover.
These are the classic records that can bring a
neophyte closer to the world of Progressive Rock, a term that today is
juxtaposed more to the music of the past (erroneously) than to that of the
present. After all, beautiful music has no boundaries or time; it is just
beautiful. Inner Prospekt knows this and proves it. MS
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