LAST
SIBERIAN GHOST - How Chaos Won
Autoproduzione
Genere: Prog /Elettronica
Supporto: digital – 2023
La
musica è un grande puzzle dove ogni tassello si va a incastrare con un altro,
quando questi non sono congruenti non si uniscono. Situazioni, idee, esperienze
passate, studi, gusti personali, sono tutti ingredienti per poter mettere in
piedi un quadro ben preciso su quello che siamo oggi. La musica ci rappresenta,
ogni periodo ha la propria, mentre la cultura del momento va a braccetto con
gli eventi. Ci sono artisti che si gettano anima e corpo nella musica
attraverso band, ma spesso non si sentono del tutto realizzati pur trovandosi
bene e quindi per poter svotare il proprio sacco si cimentano in una carriera
solista parallela al gruppo. Ciò accade spesso, un caso recente è quello di
Danilo Petrelli, tastierista e tecnico del suono della band romana Graal e dei
From The Dust, il quale con “How Chaos Won” giunge al terzo album in studio del
progetto Last Siberian Ghost.
Questo
nasce proprio per esigenza di suonare qualcosa che esuli dal sound delle band
in cui opera, l’Hard Prog, una voglia di ricerca continua che inizia nei primi
dischi con musica cerebrale d’ispirazione Prog per giungere oggi a un approccio
maggiormente diretto ed elettronico.
Per
quest’obiettivo si coadiuva dell’amico Roberto Cerrino, paroliere, cantante
Jazz Prog e anche pittore, come si può apprezzare dalle copertine degli album
dei Last Siberian Ghost.
Soltanto
due i brani contenuti in “How Chaos Won”, ma come da tradizione elettronica,
lunghe suite di quasi trenta minuti l’una e si chiamano “Sunset Side” e
“Sunrise Side”.
Durante
il percorso sonoro si possono incontrare anche gli speaker di Radio Rock,
Olimpia Camilli, Tatiana Fabbrizio, Sara Giacani, e Giuliano Leone.
C’è
molto da dire su questa musica fatta d’innesti provenienti da ogni periodo, a
partire dal Prog dei King Crimson degli anni ’70 ai Porcupine Tree e nel mezzo
tanta elettronica da Jean Michele Jarre a Vangelis, Alan Parson, Japan, Joy
Division e molto altro ancora, a dimostrazione di un’ampia cultura musicale da
parte di Petrelli, qui messa in pratica.
E
“Sunset Side” è proprio un puzzle fatto di stili e periodi, l’inizio ha un
incedere che sembra provenire dal pentagramma dei Tool, mentre le parole
narrate dei testi sono sferzate sulla schiena, descriventi la piccolezza
dell’uomo avanti alla vastità dell’universo. Molto spesso si affacciano i primi
Porcupine Tree di Steven Wilson, quelli di “Spiral Circus”, “Metanoia” o
“Transmission”. Non aspettatevi fughe improvvise, qui tutto procede in maniera
alienante, ipnotica, come in una capsula spaziale lanciata nell’infinito nero
del cosmo. La chitarra ripete arpeggi, le tastiere ricoprono un ruolo
fondamentale, mentre la ritmica è elettronica. Le voci che recitano i testi
impegnati diventano parte della musica stessa, come uno strumento aggiunto,
grazie agli effetti eco e phone. Il ritmo sale compulsivo dopo la metà del
brano fino fermarsi avanti ai fulmini di un temporale, qui sopraggiungono
percussioni dalle ataviche origini africane. Il pezzo si conclude in pieno
stile elettronico.
“Sunrise
Side” prosegue il cammino fra considerazioni narrate su base ritmica insistente
per poi stopparsi in un limbo paradisiaco aleggiato da voce femminile. A metà
il brano dispiega le ali per volare come accade nelle improvvisazioni alla
Porcupine Tree anni ’90.
Avete
dunque capito di cosa tratta “How Chaos Won”, nulla da canticchiare, e neppure
da fischiare, ma un trip, termine oggi anche inflazionato, ma così è. Last
Siberian Ghost è una valvola di sfogo per Danilo Petrelli, ma potrebbe esserlo
anche per noi se ne sentiamo il bisogno di viaggiare con lui. MS
Versione Inglese:
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