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sabato 4 febbraio 2023

We Came From Space

WE CAME FROM SPACE – Overlords
Radiant Records
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd – 2023




Esiste un forte legame fra Beatles e Progressive Rock anche perché un’importante spinta verso la sinfonizzazione del Rock è data alle origini proprio dai fab four nel dal brano “Eleanor Rigby”, solo archi e voci, non più la chitarra elettrica come nel 100% delle band Rock del periodo.  Insomma, i Beatles hanno la loro valenza e anche oggi hanno molti proseliti, vogliamo ricordare ad esempio gli Oasis? Oppure venendo proprio al Progressive Rock a Neal Morse e ai suoi primi Spock’s Beard?  Guarda caso il tastierista Bill Hubauer ha militato nella formazione della Neal Morse Band. Sto quindi parlando degli americani We Came From Space che dopo un EP e due album ritornano oggi con “Overlords”. La band composta da Bill Hubauer (tastiere, chitarra, voce), Dave Buzard (chitarra, voce), Dave Hawk  (basso) e Tim Malone (batteria e percussioni) proseguono il cammino intrapreso con  “While You Were Away” nel 2018 ossia fra influenze Beatles, Styx, Kansas ed ELO.
L’album è tipicamente sinfonico con tematiche sociali, sulla tecnologia che oggi accompagna le nostre vite, le forzature politiche e l’intelligenza artificiale, ma attenzione non trattasi di concept album.
Il brano di apertura “Overlord” sembra in alcuni frangenti uscire da quel “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band” che ha fatto storia e poi cambi di tempo, di armonie, proprio come gli Spock’s Beard hanno incantato negli anni. Direte voi, e la personalità? Si, rispondo io, essa si palesa maggiormente nei tecnici assolo strumentali, qui la band dimostra di avere un preciso carattere. Il pezzo è una mini suite che come genere vuole si apre con una bella melodia da ricordare, per poi svisare in altri lidi e nel finale riproporsi prepotentemente con tanto di coralità annesse e chitarra elettrica sostenuta in un galante assolo.
“On The Radio” fa ancor più seriamente, mettendo sul tavolo le caratteristiche del Progressive Rock con polso, come a voler dimostrare che non solo sanno suonare e comporre, ma anche il percorso storico del genere è preso in analisi e conosciuto. Il brano è trascinante con tanto di clap hands, altresì buoni gli effetti stereo, gli arrangiamenti e l’incisione. “Empty Space” è una ballata incentrata sul bel piano di Hubauer, tratti Reggae-Pop rendono le atmosfere ruffiane e di casa Neal Morse. Eppure ancora una volta si resta colpiti dalle coralità sempre bene strutturate. Ed è la volta dell’irresistibile “She’s The Bomb Atomic Blues”, gioiellino sonoro trascinante, dove restare fermi durante l’ascolto diventa quasi impossibile. Lo svolgersi del brano presenta assolo imponenti di rara bellezza. Non manca neppure un bel salto negli anni ’70 ciò avviene con “Reputation”, in territori Styx e Hard Rock. Altra ballata dalle buone melodie è “Silent Letters” e la voce di Hubauer diviene protagonista di una bella interpretazione. Ma il gioiello dell’album a mio parere resta “Facade”, già presente nell’EP “Reasons In The Rhyme” del 2020. Tanti Kansas ma qui di materia all’interno ce n’è davvero tanta, il connubio è piacevole. I nove minuti abbondanti di “Seize The Day” chiudono al meglio l’ascolto.
Hubauer è un vero e proprio maestro della materia, chi ama le band ora citate non può fare a meno di acquistare questo nuovo album ricco di grande musica, gli altri che non conoscono possono tranquillamente approcciarsi con sicurezza, perché questa è musica per tutti i padiglioni auricolari, nessuno escluso. MS





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