NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
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venerdì 24 giugno 2022
Ghost Of The Machine
GHOST
OF THE MACHINE – Scissorgames Autoproduzione Genere: Neo Prog Supporto: digital – cd – 2022
In
attesa del nuovo album della band di Clive Nolan, Arena, l’ascoltatore e amante
del Neo Prog troverà nei debuttanti Ghost Of The Machine una bella sorpresa. In
realtà così giovani i membri non sono perché molti sono provenienti dalla
scissione della band This Winter Machine che va a separarsi dal suo primo
cantante Al Winter per unirsi con Charlie Bramald, flautista della band Nova
Cascade. Questo accade nel recente gennaio del 2021 sempre in Inghilterra. Sono
una nutrita formazione composta da Graham Garbett (chitarra), Mark Hagan
(tastiere), Stuart McAuley (basso, mellotron), Andy Milner (batteria), Scott
Owens (chitarra), e appunto Charlie Bramald. Tanti
Marillion fra le note, specialmente quelli del periodo Fish nelle sette
composizioni, per cui trattasi di musica decisamente orecchiabile che lascia
spazio sì ai cambi umorali, ma anche ad assolo strumentali spesso monolitici.
La tecnica è ottima, ma la carta vincente di questo debutto intitolato “Scissorgames”
è proprio la melodia ruffiana. E
meglio non potrebbe iniziare se non con una suite di diciassette minuti
intitolata “Scissors” che da sola vale l’acquisto dell’album. Le parti
strumentali sanno colpire il cuore del Neo Prog fans, alternando malinconia a
epicità. Argomento
tipico del genere è l’amore non corrisposto, lo abbiamo ascoltato con
Pendragon, IQ, Marillion, Pallas etc, i Ghost Of The Machine non esulano da
questo modus operandi e lo raccontano nei quasi otto minuti di “Mountain”. Nel
complesso le tastiere e il basso sono coloro che maggiormente portano avanti il
sound della band che comunque resta personale nonostante le influenze citate.
In “Just For Reference” un malinconico piano e un arpeggio alla Steve Rothery
accolgono l’ascoltatore. Il pezzo è un crescendo sonoro che tratta il duro
argomento degli abusi sessuali. Un'altra canzone che colpisce per enfasi e
creatività è “January's Child”, un Rock graffiante rispetto a quanto ascoltato
sino ad ora, mentre nella cronologia dell’esistenza della band va a collocarsi
fra le prime composizioni. Dice il cantante Charlie Bramald di questo brano: “January's Child affronta un viaggio di
autoriflessione per superare il trauma di un'adolescenza difficile e diventare
la persona che davvero si vuole essere”. Il
mio brano preferito dell’album s’intitola “Mercury Rising (Parts I and II) ”,
con una buona batteria di fondo. In esso si alternano tutte le caratteristiche
del genere e il suono corposo appaga l’ascolto. Non manca neppure la ballatona
di turno, molto triste e priva di ritornello dal titolo “Dead To Me” e mi
sovvengono gli Arena di “Cry For Me” per chi li dovesse conoscere. Ottima l’interpretazione
vocale. Il lavoro si conclude con la ripresa di “Scissors”, altri dieci minuti
di grande Neo Prog. In
conclusione posso dire che Ghost Of The Machine è un buon debutto, anche se in
realtà abbiamo visto che proprio così non è. Un disco senza picchi e senza
cali, costantemente ben suonato e pieno di scelte compositive gradevoli, da
cantare anche con loro durante l’ascolto. Passano gli anni ma la buona musica
resiste malgrado tutto e i tempi, bene così. MS
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