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a cura di MASSIMO SALARI
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giovedì 2 giugno 2022
Crystal Palace
CRYSTAL
PALACE – Still There Progressive
Promotion Records Distribuzione: G.T. Music Genere: Neo Prog Supporto: cd – 2022
Non
so se è mai capitato anche a voi che al termine dell’ascolto di un disco si ha
la voglia di riascoltarlo immediatamente. In alcuni casi capita perché non è
ben capito, oppure altre volte perché è semplicemente di compagnia, sincero e
gradevole. Nel caso dell’ultimo lavoro degli storici tedeschi Crystal Palace
“Still There” è voglia di compagnia, un ascolto non impegnato ma allo stesso
tempo ricco di storia e di passaggi tecnici. Il Neo Prog di scuola Marillion
& company è galeotto, i Crystal Palace che si sono formati nel 1994 e che
hanno rilasciato undici album da studio, conoscono molto bene la materia e
sanno dove andare a pescare. Negli
anni subiscono diversi cambi all’interno della formazione, così oggi sono
composti da Jens Uwe Strutz (basso, voce), Tom Ronney (batteria), Nils Conrad
(chitarra), Frank Köhler (tastiere) e Roxy Furcht (voce). Il
disco è un concept che narra la storia di una giovane ragazza che nel 2014 ha
scritto misteriose parole su un muro di una torre di osservazione di Berlino.
Il significato sarà compreso dalla gente soltanto qualche giorno dopo leggendo
i giornali di cronaca locale. Lei, stanca della vita ristretta di campagna in
Inghilterra, convince il suo ragazzo a trasferirsi a Berlino in Germania. Piena
di buoni intenti per iniziarne un nuova, dopo alcuni giorni scrive alla madre
che le cose non sono andate poi così bene come ci si attendeva. Lasciata dal
ragazzo entra in depressione e la città caotica non le è certo di supporto. La
società nevrotica e la difficoltà di relazionarsi con le persone non sono altro
che un macigno che le fa capire che non è più un mondo per lei. Un giorno
all’apice della depressione, sale sulla torre di osservazione situata alla
periferia di Berlino per farla finita, ma alzando lo sguardo al cielo vede uno
spettacolare tramonto che scatena in lei ricordi bellissimi, compreso un buon
gelato mangiato in compagnia. La spensieratezza torna in lei, tanto da scendere
e fargli scrivere sul muro delle scale della torretta le seguenti parole: “8
marzo 16... Sono ancora qui". Ma presto il suo umore si oscura di nuovo...
Il giornale riporterà il tragico evento. Il
Neo Prog non è nuovo nel trattare amori andati a male o difficoltà giovanili,
basti pensare ad esempio ai già citati Marillion e al loro “Misplaced
Childood”, oppure “Brave”. L’artwork
che accompagna il disco è come da tradizione Progressive Promotion Records,
cartonato e contenente l’immancabile esaustivo libretto con tanto di foto,
testi e spiegazione della storia. L’oscurità che inghiotte le parole
nell’inchiostro nero delle pagine trasmettono questo senso di dolore, così le
foto. Dodici
le canzoni, iniziando dalla più breve “126 Steps” con i suoi tre minuti quasi
completamente strumentali. Le atmosfere sono subito malinconiche, le tastiere
sembrano avere le parole, la scena è già pronta. “Leaving This Land” subentra
adiacente con un ritmo cadenzato che lascia spazio al classico Neo Prog. Ai
cultori del genere tedesco posso paragonarvi alcuni passaggi alla musica dei
Chandelier. Nella parte centrale del brano l’elettronica viene a supporto,
donando all’insieme un’impronta di freschezza, io invece da bravo nostalgico e
romantico mi sciolgo avanti ad un breve e semplice assolo di chitarra. “A
Plan You Can't Resist” dura quasi dieci minuti, ma sembrano la metà tanto è ricca
di movimenti interessanti, impreziositi da giochi stereo intriganti. Il ritmo è
sempre pesante, così le arie ma già ci si è fatta l’abitudine e ascoltare qui i
Crystal Palace è come entrare in una favola. Una parola in più per l’ottima
qualità sonora. “Winters End On Water” è una ballata che racconta la partenza
della ragazza per la Germania, un bagaglio pieno di buone aspettative e
l’amore. L’elettrica “Dear Mother” alza il volume e il ritmo, pur restando
sempre nei binari del genere. Cambi di tempo? Ovviamente non possono mancare. “Planned
Obsolescence” mostra ancor più i muscoli, ma la teatralità è sempre dietro
l’angolo, buona vetrina per l’interpretazione vocale di Roxy Furcht. Il Neo
Prog ha nel proprio DNA melodie che sposano immediatamente l’anima
dell’ascoltatore, semplici, dirette come nel caso di “Orange Popsicle Sky”. Ritorna
l’elettronica in “Shadows”, dove è la voce a creare la melodia per poi
scansarsi all’ingresso delle chitarre Heavy Metal. “A Scream From A Wall” si avvicina al mondo dei Porcupine
Tree, mentre “These Stairs” a quello degli Arena. Il brano più lungo dell’album grazie ai dieci
minuti s’intitola “The Uniquite Window”, non per la lunghezza, ma è quello che
ho più apprezzato nell’interezza, amo i crescendo che si spezzano a metà
dell’ascolto e in più qui ritornano anche le atmosfere della band di Steven
Wilson. Il tragico concept finisce con un'altra mini suite, la title track “Still
There”. In questo movimento sonoro suddiviso in due fasi i Crystal Palace
giocano tutte le loro carte a disposizione. A
questo punto chi si vuole approcciare al genere ha una bella occasione e un
disco che si lascia ascoltare con piacere. Dategli almeno un ascolto, visto
mai? MS
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