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lunedì 25 aprile 2022

G - Delic

G-DELIC – Magish
Autoproduzione
Genere: Space Rock – Psichedelia
Supporto: digital - 2022




Personalmente nutro una grande debolezza per la psichedelia in senso generale, sia quella derivativa dal sound Pink Floyd, sia quella cosmica o trascinante degli Hawkwind, ma chi nella mia formazione culturale ha tracciato un solco indelebile nei primi anni ’90 sono stati i Porcupine Tree del prolifico Steven Wilson e chi mi conosce bene questo, lo sa. Qui mi si è aperto un altro mondo, buone melodie associate a riff ipnotici, battenti oltre che eterei. 
Vengo a conoscenza in Italia di una band che a sua volta mi colpisce in tal senso, si chiama No Sound, con Giancarlo Erra nella cabina di pilotaggio. A tal riguardo nel tempo riesco a trovare realtà che altrettanto m’intrigano, come ad esempio i Metronhomme o gli Aldi Dallo Spazio e in cattedra i Karmamoi di Daniele Giovannoni, insomma il genere è vivo, anche se poi non molto frequentato da tantissimi fans. C’, è anche un’altra band che stupisce per inventiva e genialità, questa si chiama Pelikan Milk, spesso recensita anche dal sottoscritto, è la band di Alex Savelli. Savelli è un nostro genio, sempre disposto a sfornare soluzioni differenti, un onnivoro musicale che spazia dal Jazz al cantautorato passando anche per la psichedelia e il Prog. In alcune delle sue registrazioni si trova al suo fianco il polistrumentista Gabriele Tosti, in arte G-Delic e proprio di lui che vado a parlare.
Con “Magish” il musicista romano è al secondo album in studio dopo “G​-​Delic In Space” dell’ormai lontano 2007. Il disco composto da otto movimenti è registrato al Planet Utopia Studio e nel percorso sonoro possiamo anche ascoltare la voce della special guest Eleonora Tosti, precisamente nel brano “Shazir”. L’artwork anche lui molto intrigante è per opera di Elio Tosti e Mail Tosti per il design.
Già dalle prime note di “Orirides” si decolla per un trip pindarico in cui l’estraniazione dal mondo è facilmente attuabile. Mi vengono in mente gli Øresund Space Collective e i Ozric Tentacles, a pieno titolo! Ancora più intensa e ricercata è la nominata “Shazir” dove un ritmo insistente ci rende molto difficoltosa la possibilità di restare fermi durante l’ascolto. Suoni dalla cadenza arabeggiante sono sottolineati dalle coralità di Eleonora. Si ritorna nello spazio con “Space Flower”, quasi un intro che si potrebbe anche ascoltare nei primi album dei francesi Rockets negli anni ’80. Ovviamente nessuna correlazione, la sottolineatura sta solamente a far intendere il tipo di sound. La chitarra è protagonista. Ed ecco a seguire la title track, “Magish”, qui c’è tutta l’anima e la cultura musicale di G-Delic, un andamento sornione che ti accalappia e nuovamente ti esterna da questo mondo traslandoci direttamente in un'altra dimensione. Se potete passarmi il termine, “Awan” risulta più commerciale, grazie alla drum machine in evidenza (a tratti anche Dub) con un insieme di soluzioni che tendono a far ballare. “Morning Trip” nel titolo ha la soluzione, così come “In The Out And In”, questa volta però ci troviamo in pieno territorio Pink Floyd primissimi anni ’70. Questa mini suite di quasi dieci minuti non a caso è uno dei brani dell’album che più ho apprezzato.
Natura, acqua, uccelli e suoni nella conclusiva “Peace Forest” dove una voce maschile intona un canto quasi tribale per immergerci totalmente in questo contesto. La chitarra è colei che traccia le melodie durante l’ascolto.
La psichedelia di G-Delic è delicata e gentile, ha sempre una coccola sonora da fare senza spingere troppo sull’acceleratore dell’ alienazione. Il merito di “ Magish” è proprio questo, il saper dosare saggiamente le sonorità a favore di un coinvolgimento mentale e fisico appagante. Mind in flight. MS
 


BANDCAMP: https://planetutopia1.bandcamp.com/album/magish?fbclid=IwAR2IxOkU-1zNxU0mQr8JXJjEaEY-Unm0nspzxLFJszZUSHbNOcQ8HWD0iR8


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