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sabato 23 ottobre 2021

Welcome Coffee

WELCOME COFFEE - Light Years Away
Autoproduzione/ Marco Parlante
Distribuzione: Overdub Recordings
Genere: Progressive Rock
Supporto: Soundcloud - 2021




Abbiamo lasciato i Welcome Coffee nel 2017 autori di quell’interessante EP intitolato “The Mirror Show” (autoproduzione) con tante buone intenzioni per il nuovo album. Oggi a distanza di quattro anni eccoci qui a raccontare i suoni e le emozioni di “Light Years Away”.
La band triestina formatasi nel 2012 giunge dunque al terzo disco ufficiale della loro carriera con la formazione attuale composta da Alessandro Cassese (chitarra), Stefano Ferrara (basso, chitarra acustica), Andrea “Armando” Scarcia (voce , armonica), Andrea Parlante (tastiere) e Michele Manfredi (batteria).
Nel tempo il sound acquisisce sicurezza, avvicinandosi ad un suono leggermente più duro, una forma di Rock maggiormente vivace pur mantenendo sempre ben saldi alcuni tipi di stilemi progressivi. Il disco ha dieci canzoni per una durata di circa 47 minuti, mentre la copertina è ad opera del grafico argentino Andres Furioso. Il cantato in lingua inglese è la strada scelta dal quintetto e lo possiamo ascoltare sin dall’iniziale “4th Dimension” che molto ha del carattere sonoro dei Muse. Il pezzo scorre bene nei cinque minuti sostenuto da un semplice ritornello e un buon uso delle tastiere in senso generale. Convincente anche la fase conclusiva di una chitarra che si immerge in un breve viaggio psichedelico. Con “She” la band mostra i muscoli addentrandosi in un condotto  energico impreziosito dai lievi cambi di tempo e di umore. Questa volta sono le chitarre a darsi da fare oltre che ovviamente la ritmica, qui in ottimo spolvero.
"Light Years Away" è il primo singolo del quale viene realizzato anche un videoclip. Qui si può apprezzare la crescita artistica dei Welcome Coffee dove gli arrangiamenti sono ben curati, arma vincente del brano. La melodia è orecchiabile in un contesto che ha del “senza tempo”. Energia positiva.
Il Progressive Rock compare in maniera netta nella canzone “Sick”, ancora una volta le melodie sono orecchiabili e gradevoli, la prova vocale di Andrea “Armando” Scarcia è perfetta nel contesto. Arriva anche il momento delle atmosfere rilassanti grazie a “Rainbows & Clouds”. I Welcome Coffee tornano a ruggire con "Ice in my mouth", qui un mix di Rock, Prog e Metal anni ’90 ad infarcire il brano. Molto ruffiana “Just Say No”, ennesima conferma della crescita artistica, certi trucchi di strutturazione del brano vengono messi in pratica in modo preciso e professionale, fino al raggiungimento di un risultato piacevole e mai monotono. Esperienza si, ma anche cultura musicale riguardante un certo tipo di passato prossimo sonoro. Un giro di basso apre nel Blues “We’ve Broken Up”, la base del Rock messa a disposizione del presente. Qui le tastiere fanno buona vetrina.
E’ la volta del secondo lento dell’album intitolato “Stolen Land”, mi viene da fare un paragone non tanto per il suono che poco o nulla ha da spartire, però l’andamento mi fa venire alla memoria i passaggi più acustici degli Opeth misti ai Queensryche più ricercati. Interessante l’innesto dell’armonica.
Il disco si chiude con il ruggito di “The Man Who Cried The World”, tanta sostanza e mestiere.
I Welcome Coffee hanno confezionato un prodotto moderno, snello e ricco di buone melodie, consigliato agli amanti della musica in senso generale, senza etichette. MS




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