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venerdì 30 luglio 2021

Platens

PLATENS – Of Poetry And Silent Mastery
Burning Minds – Atomic Stuff – Art Of Melody Music
Genere: Melodic Hard-Rock
Supporto: cd – 2021



Dietro al nome Platens c’è il cantante, produttore, polistrumentista e cantautore  Dario Grillo. Agli appassionati di Heavy Metal sicuramente il nome non risulterà nuovo, infatti Grillo ha suonato con i palermitani Thy Majestie e Violent Sun. Con “Of Poetry And Silent Mastery” trattasi di terzo disco in studio, il progetto esce dopo sette anni dal precedente “Out Of The World” e ben diciassette dal debutto di “Between Two Horizons”.
In questa ultima opera Grillo si avvale di un folto numero di special guest, Katya Miceli (voce), Gabriels (synth), Mirko Turchetta (chitarra in “Open Arms”), Dan Logoluso (chitarra in “End Of The World”), Orazio Fontes (chitarra in “Close But Far”) e Davide Perruzza (chitarra in “Paralyzed”).
Molto bello l’artwork ad opera di Antonella “Aeglos Art” Astori che accompagna l’ascolto. Le atmosfere grigie ben si adattano al suono dell’album, un tocco in più a completare anche il senso della vista oltre che quello dell’udito. Ad aprire il libretto dei testi ci sono le note introduttive a cura di Pippo “Sbranf” Marino (Metal.it).
Il tema trattato da Grillo in questo album è l’importanza di lasciare parlare la musica in maniera semplice e diretta in controtendenza con i tempi moderni dove ognuno cerca di intraprendere il mondo musicale come una trance agonistica. In effetti questo terzo album di Platens è il più diretto e a mio avviso anche il più efficace nel raggiungere le corde dell’ascoltatore.
Dei dodici brani contenuti in “Of Poetry And Silent Mastery” ad aprire c’è “Conspiracy”, subito una falciata di Power melodico con un ritornello molto ben congeniato. La voce di Grillo è in ottima forma, a mio modo di vedere una fra le migliori del nostro panorama metallico, perché malleabile e duttile a seconda delle situazioni sonore e soprattutto dentro le righe, senza mai strafare. La sua è una dote naturale credo, ma ad ascoltare l’impostazione si capisce il lavoro con cui si è portato a questi livelli. Sulla stessa riga (e ritmica) giunge “Wait For Me”, ai confini con l’AOR.
Un salto negli anni ‘80/’90 con “Easily” e le coralità a sostenere il ritornello. Brano decisamente radiofonico. A questo punto è la volta della prima semi ballata, ottimamente supportata dalle tastiere, dal titolo “The Path”, sicuramente un brano adulto, ben arrangiato e ricco di storia del genere al suo interno. Ancora tastiere in apertura di “End Of This World”, apocalisse sonora che nell’incedere ritmico si introduce in ambientazioni nebbiose e grigie proprio come l’artwor ha saputo descrivere. Una sottolineatura a parte per la batteria qui impegnata seriamente ma sempre lineare e senza sbavature. Probabilmente ci sono molti deja vu, in realtà è il genere che lo esige, questo stile è coinvolgente e dimostra comunque la buona vena compositiva di Grillo. Non mancano dunque repentini cambi di tempo.
Torna l’AOR con “Paralyzed” e la seconda semi ballata con “Winter” dove chitarre e piano giocano a staffetta per poi lasciare spazio alla voce. Bellissimo lo strumentale verso la conclusione del brano, pieno di enfasi e di una qualità sonora che evidenzia un lavoro di registrazione davvero pulito e ben bilanciato. Il ritmo si alza con “Open Arms”, uno spaccato di luce e giocosità rispetto quanto ascoltato sino ad ora, divertente e da cantare con loro. Voce e piano per “Give Or Let Go”, dritta al cuore, ma è con “Where The River Flows” che si ritorna indietro nel tempo in un AOR immortale. Chiude l’album il brano più lungo con i suoi quasi sette minuti “Close But Far”, tanta carne al fuoco e una certezza, Platens è un progetto davvero molto professionale e ricco di emozioni. La dodicesima canzone è una bonus track cantata in italiano e si intitola “Fragile”.
Poco altro da aggiungere se non che fra le note trasuda sincerità e tanto amore, una musica che non sembra voler invecchiare mai e questo accade grazie alla freschezza compositiva di questi artisti che ci fanno capire anche quanto di buono ci sia in Italia, dovremmo imparare a non piangerci sempre addosso e credere in noi stessi perché siamo davvero grandi! Consigliato. MS




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