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sabato 15 maggio 2021

Officina F.lli Seravalle

OFFICINA F.LLI SERAVALLE – Blecs
Lizard Records / ZeiT Interferance
Distribuzione: BTF, GT Music, Pick Up, Ma.Ra.Cash, Syn Phonic
Genere: Sperimentale
Supporto: cd – 2021




Quando si ama la musica in maniera passionale, si tenta di renderla personale, la si modifica fino a farla diventare speciale…Unica. Non è una pretesa, bensì una esigenza, quando l’artista è degno di questo nome non segue ciò che dice la moda, neppure suona per il pubblico, ma esclusivamente per se stesso. Il classico “Chi mi ama mi segua”.
I fratelli Seravalle tornano sul luogo del delitto con il terzo lavoro in studio dopo “Us Frais Cros Fris Fics Secs” (ZeiT Interference, Lizard – 2018) e “Tajs!” (Lizard – 2019) a conferma che la vena artistica in pochi anni è davvero fluida. Il duo Alessandro (chitarre elettriche, elettronica, voce oggetti, tastiere) e Gian Pietro (ritmiche, tastiere, basso generatore di frequenze) questa volta si coadiuvano di guest musicians come Simone D’Eusanio (violino elettrico), Andrea Massaria ( chitarra), Alessandra Rodaro (Horn francese) e Paolo Volpato (chitarra). Per chi non conoscesse l’artista Alessandro Seravalle ricordo che proviene dall’esperienza annosa con la band storica di Progressive Rock e Metal sperimentale Garden Wall.
“Blecs” in gergo friulano sta a significare “rattoppo”, un chiudere una falla aperta dall’esplosione della vita quotidiana che ci mette avanti a mille problemi, la musica è qui intesa come un palliativo, un “Blecs”. La Psichedelia che circonda l’ascolto così come la sperimentazione, sono come una droga che anestetizza il nostro essere, basta non aver paura nel lasciarsi trasportare.
Non bisogna soffermarsi ad un solo ascolto, la profondità di alcuni passaggi ed elementi meritano davvero una concentrazione particolare, proprio per questo in apertura ho parlato di “artisti”.
Undici rattoppi , undici differenti stati d’animo ad iniziare da “Imprevisto Cristallo”, brano più lungo dell’album con i suoi nove minuti abbondanti. Un tunnel sonoro avvolge l’udito in una sorta di bolla, spezzato solo dall’elettronica che di tanto in tanto fa riaprire gli occhi cogliendoci alle spalle, perché l’ascolto deve essere come dicevo “concentrato”.
In “Shady Business” sensazioni oniriche aleggiano sulle note del violino elettrico, il tutto in una ritmica spezzata ma insistente. Il crescendo sonoro ha sempre il suo maledetto fascino, il coinvolgimento è dunque garantito. L’elettronica prende il sopravvento sulla psichedelia in “Digital Panoptikon”, nomen omen.
Instabilità, nervosismo e senso di ipnotica destabilizzazione portano all’incanalarsi nell’era della digitalizzazione.
Ma non serve soffermarsi sulla descrizione di ogni singolo brano, perché il bello di questo lavoro è proprio la scoperta che personalmente non intendo rovinare.
Posso dire invece che la copertina è un dipinto ad opera di Giovanni “Ninos” Seravalle, davvero una vera e propria famiglia di artisti che calzano a pennello l’aggettivo in questione, oggi troppo spesso adoperato in maniera superficiale. Spazio dunque a chi osa, perché non sempre si ha voglia di ascoltare musica per cantare o ballare, spesso si ha anche voglia di sentirsi stupiti. La vita è stupore come diceva il grande Lucio Dalla, ed è vero, quando non ci stupiremo più avremo perso il significato della nostra esistenza.
“Blecs” lassù, dove osano le aquile. MS
 

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