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giovedì 15 aprile 2021

Marco Sonaglia

MARCO SONAGLIA – Ballate Dalla Grande Recessione
Vrec / Audioglobe distribuzione
Genere: Cantautore
Supporto: cd – Spotify – 2021




Oramai Marco Sonaglia è un nome radicato nel mondo del cantautorato italiano, quello più impegnato come soleva essere negli anni ’70 nel momento del massimo splendore. Chi non dovesse essere ancora a conoscenza della musica del cantautore marchigiano, è consigliabile iniziare l’approfondimento a partire dal suo primo album “Il Pittore E’ L'unico Che Sceglie I Suoi Colori” del 2012, e a seguire l’ottimo “Il Vizio Di Vivere” (2015).
Sonaglia è sempre attento al sociale, al folk, agli avvenimenti storici e con una cultura al riguardo davvero invidiabile, si supporta di influenze artistiche derivanti da musicisti quali Francesco Guccini, Fabrizio De Andrè, Nomadi,  Modena City Ramblers, Claudio Lolli, Massimo Bubbola, The Gang e molti altri ancora, in breve la crema del parterre in questione. Infatti vado a sottolineare che il cantautore ed insegnante Marco Sonaglia apre nella sua carriera anche i concerti di Claudio Lolli, Massimo Bubola e Modena City Ramblers.
In questo interminabile periodo restrittivo il settore musicale è quello che ha subito più danni dalla pandemia, forzando l’arresto delle esibizioni live e presentazioni varie. Una condizione davvero penalizzante e proibitiva per chi ne fa un mestiere e deve pur vivere, dire anche che in tempi migliori non è che si sia mai navigato in grandi mari. Tuttavia questa condizione porta molti artisti, cantautori in primis, a riflettere e creare nuovo materiale con relativa calma e maggiore ponderatezza, approfondendo al meglio argomenti seguendo con attenzione gli avvenimenti quotidiani. Si può con certezza affermare che per fortuna questa pandemia giunge in un momento di buona levatura tecnologica, dove internet comunque sia ci tiene uniti ed in contatto, questo anche per presentare e vendere nuovi dischi. Ma non è tutto oro quello che luccica, questa snervante situazione “di reclusione” porta ad un inevitabile mutamento mentale sino a mostrare un lato differente del nostro essere, quello che non ti aspetti, aggressivo, basato su una crescita esponenziale dettata soltanto da informazioni sbagliate lette qua e là nella suddetta tecnologia mediatica. Un divenire “leone da tastiera” spaventato da tutto ciò che è potenzialmente dietrologia rendendo l’individuo insicuro e quindi aggressore prima di aggredito. Ed ecco che un cantautore sagace e pungente, analizzatore di fatti come Marco Sonaglia ne trae ispirazione creando “Ballate Dalla Grande Recessione”, perché di questo si sta trattando: Recessione.
L’album è anticipato dal singolo “Primavera A Lesbo”, una ballata in stile francese con la collaborazione del suo amico Salvo Lo Galbo, giornalista e poeta. Nel disco suonano Paolo Bragaglia (tastiere ed elettronica), Julius Cupo (violoncello) e quindi Marco Sonaglia (voce e chitarra), mentre i testi sono scritti da Salvo Lo Galbo.
Dieci le ballate contenute, ad iniziare proprio da “Primavera A Lesbo”, dove il cantante da voce a migliaia di profughi maltrattati e pestati che fuggono nell’isola dai bombardamenti delle dittature baathiste e panturchiste. Qui vengono falciati anche dalla morte per denutrizione sotto lo sguardo indifferente (e complice) del mondo. Arpeggio malinconico e voce perentoria, una sferzata a questo sistema malato dove i musicali anni ’70 sembrano risiedere ancora nel quotidiano. La descrizione dei fatti è quantomeno chirurgica, tanto da far trovare l’ascoltatore partecipe con la fantasia nei luoghi narrati.
In ambienti sociali come questi descritti nel disco, non possono mancare neppure i riferimenti a Cuba, al capitalismo durante e dopo Castro, argomenti sempre cari a questo tipo di cantautorato in senso generale. Il brano è reso particolarmente folk grazie all’uso dell’armonica a bocca. Una ballata è dedicata a Stefano Cucchi (“Ballata Per Stefano”) ed il suono diviene maggiormente duro grazie alla chitarra elettrica distorta, come una lama scalfisce sotto le parole sottolineandole. La musica è solo un evidenziatore ai testi anche per “Ballata Per Claudio”, essenziali note malinconiche gettate giù in diretta nel giorno della morte del grande cantautore Lolli. Un omaggio sentito da parte di Sonaglia ad un collega a cui deve moltissimo. “Ballata Della Vecchia Antropofoga” narra della società capitalistica e del suo cannibalismo, l’artista è immerso in questa descrizione sociale dove una riflessione è quantomeno obbligatoria.
Ritorna la ballata per la memoria, “Ballata Per Una Ballerina” questa volta rivolta alla ventiseienne Lola Horovitz prigioniera deportata nel campo di concentramento di Auschwitz dove decide di morire combattendo. Mimmo Lucano è il destinatario per la “Ballata Dello Zero”, mentre “Ballata Per Sacko” dona voce all’ingiustizia per l’uccisone avvenuta nel 2018  di Sacko Soumaila, sindacalista e bracciante che cerca di dare giaciglio ai suoi colleghi in un deposito abbandonato, una triste storia che non ha mai ricevuto giusta luce su di se. Altra morte importante, anche se qui vista in maniera metaforica, è quella dell’articolo 18, in “Ballata Dell’Articolo 18” l’argomentazione viene gestita in versione valzer. La conclusiva “La mia Classe” è un amara considerazione sull’attuale classe operaia, solo ombra di se stessa. La recessione.
Per fortuna anche nel 2021 esistono artisti che portano alta la bandiera della cultura nel cantautorato italiano, quelli che ci fanno pensare, riflettere e capire.
“Ballate Dalla Grande Recessione”, quando la musica diventa una macchina fotografica. MS





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