NONSOLO PROGROCK, blog di informazione musicale ed altro
a cura di MASSIMO SALARI
Pagine
▼
domenica 4 aprile 2021
Khadavra
KHADAVRA - Hypnagogia Black Widow Records Genere: Psychedelic/Space Rock Supporto: 2lp - 2019
Il
Mellotron, tastiera dalla personalità importante, un suono che ti getta
immediatamente dentro gli anni ’70, il tempo si piega su se stesso mentre la
fantasia di chi ascolta riesce anche a captare gli odori dei momenti vissuti.
Si, perché la musica ha anche questa capacità, di farti rivivere le sensazioni passate
come se fossero presenti in questo istante, magari ascoltando ad occhi chiusi. Durante
si presentano luoghi, azioni, sapori e tutto quello che la musica riesce a
narrarti. Il
sound del Progressive Rock scandinavo è ben definito, con una storia alle
spalle davvero importante, i Khadavra sono svedesi e pur essendo una band odierna
fondatasi negli anni ‘2000 ha nel proprio bagaglio culturale la storia passata,
mista fra Psichedelia e Prog, un connubio fra Pink Floyd e King Crimson. Questo
è nelle caratteristiche di moltissime altre band svedesi, il sound è subito
riconoscibile, grazie alle atmosfere oscure che molto spesso accompagnano le
note, ma come sempre sono circondate da grandi melodie. Il
cantato in lingua madre rende l’ascolto leggermente più ostico, ma in realtà
trattasi soltanto di brevi episodi in quanto la musica è la protagonista
principale dell’intero disco. “Hypnagogia” è il secondo album della band dopo
il buon esordio del 2014 intitolato “A True Image Of The Infinite Mind”. Il
gruppo è formato da Sebastian Eriksson (chitarra, sitar, didgeridoo, voce),
Nils Erichson (tastiere, organo da chiesa, pianoforte, chitarra, voce), Jón
Klintö (basso, corno francese) e Alexander Eriksson (batteria, percussioni,
marimba, voce). L’artwork di Sebastian Eriksson è davvero bello, Psichedelico
il giusto per rappresentare al meglio la musica contenuta nel disco. Il doppio
lp è gatefuld e ha al proprio interno un pregevole libretto con tanto di foto,
testi e disegni, anche il look della band getta l’ascoltatore indietro nel
tempo, capelli lunghi compresi (escluso il caso del tastierista Nils). E’ bello
nel 2021 incontrarsi ancora in vinili curati nei particolari e devo dire anche
nel suonoche rispecchia in tutto e per
tutto quello degli anni ’70. I brani contenuti sono sei, fra mini suite e
composizioni medio lunghe. Viene
naturale fare il paragone con band del calibro di Anglagard, Sinkadus, oppure
con i storici Trettioariga Kriget per chi li conoscesse (altrimenti consiglio
di rimediare), eppure i Khadavra hanno una magia tutta loro pur avendo molti
punti in comune con le band ora citate. Ecco, forse il termine più appropriato
è “magia”, quella che scaturisce ogni volta che un suono ti tele trasporta e aiuta
far sognare. Non
esiste all’interno dell’intero album un brano più importante dell’altro, questo
a conferma della compattezza qualitativa delle composizioni. Se dovessi
scegliere a mio gusto personale forse nominerei “Down The Rabbithole” nei suoi
dieci minuti di Space Prog. Esiste
sempre la musica che sa toccarti dentro, che ti fa vibrare con le proprie corde
in ogni periodo della nostra esistenza, e qui chiudo come ho aperto, grazie
soprattutto al Mellotron, strumento magico che ti rigetta addosso quintali di suoni
magniloquenti, ma tutta la band è ad alti livelli sonori, basti pensare che all’interno
ci sono anche assolo di batteria e addirittura il sitar! Complimenti
alla ligure Black Widow Records per l’attenzione che mette nella ricerca di
gruppi più o meno underground, una scommessa che riempie il cuore dei fans di
gioia, perché il piacere del bello significa che anche oggi esiste, grazie a
Dio. MS
Nessun commento:
Posta un commento