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sabato 27 febbraio 2021

Baro Prog-jects

 

BARO PROG-JETS – Utopie
Andromeda Relix / Ma.Ra.Cash Records
Genere: Progressive Rock
Supporto: cd – 2021




Ricordo con grande piacere e di tanto in tanto ascolto quel doppio album “Lucillo & Giada” - “Topic Würlenio” del 2019 realizzato sempre per l’Andromeda Relix dai Baro Prog-Jets, ma chi risiede dietro a questo progetto sonoro?
Alberto Molesini in arte Baro, bassista e polistrumentista, cantante e compositore. Negli anni ’70 ha fatto parte del gruppo La Sintesi, musicisti estimatori di band come King Crimson e Yes per le sonorità. Dal 2004 suona e scrive con la band Marygold, autrice anche dell’ottimo “One Light Year” del 2017. Questa volta Molesini si coadiuva  per la realizzazione di “Utopie” dell’ausilio di Gigi Murari alla batteria, Paolo Zanella al piano, Nicola Rotta alla chitarra assieme a Massimo Basaglia e Titta Donato al basso. Il disco è un concept album che tratta come argomento generale l’inganno.
Esso è suddiviso in cinque tracce, la prima “Non Sento!” risale ai tempi della band La Sintesi ed è cantata in italiano, a seguire tre suite in lingua inglese. La band si avvicina ancor più al mondo del Progressive Rock, anche nell’artwork davvero molto curato con spiegazioni dei testi  e racconto del concepimento stesso dell’opera, il tutto molto curato nella grafica e nei colori. Il lavoro è eseguito da Kellepics con le immagini di Paolo Bottaro e le foto di Lorenzo Molesini.
Effluvi di New Trolls in “Non Sento!”, canzone sia Pop che Prog anche se in senso fugace, buon refrain con coralità e un breve solo di chitarra bene eseguito a spezzare l’ascolto. Davvero orecchiabile da cantare assieme ai componenti, ed ecco che gli anni ’80 si impossessano dello stereo. La prima suite di quindici minuti si intitola “Utopia” e ci immerge in un mondo sonoro che potrei accostare a quello degli Yes o dei svedesi The Flower Kings, anche se la solarità di questa musica tradisce  mediterraneità. Le tastiere hanno un ruolo importante per l’economia dell’insieme. Giocosità, tecnica, melodia, cambi di tempo, il tutto eseguito con passione e sincerità. Trasuda da ogni nota il piacere della band  nell’eseguire questa musica. Non si captano nemmeno forzature, altro motivo che rende alta l’attenzione durante l’ascolto. Il gioco infatti risiede in questo, le suite essendo brani lunghi necessitano notoriamente di cambi di tempo per spezzare l’ascolto e questo il Progressive Rock lo sa bene, ci sopravvive, ma lo sanno anche i Baro Prog-Jects i quali si lanciano in queste performance ben calibrate, supportate da una melodia di fondo apprezzabile, altro fattore funzionale.
“Phase I (Set Your Body Free)” ha un apertura di  tastiere su una ritmica sostenuta e sincopata, ancora una volta le voci hanno buoni intrecci e per chi dovesse conoscerli li paragono a quelle elaborate degli americani Magellan. Rimanendo in territorio statunitense aggiungerei Glass Hammer e Cairo.
“Phase II (Set Your Mind Free)” è musicalmente più impegnata, il Prog che mi piace perché risiede a cavallo fra gli anni ’70 e il moderno. Suoni maestosi che si alternano a frangenti decisamente più pacati e riflessivi. Il disco si conclude con la suite “Runaways”, altra cavalcata ricca di spunti interessanti.
I Baro Prog-Jects sono bravi musicisti, preparati e immersi anima e corpo nel Progressive Rock e noi qui in Italia lo stiamo mantenendo sempre più vivo e valido che mai, sembra che stia vivendo una nuova giovinezza e questo fa ben sperare anche per il futuro. Un disco consigliato anche per chi non è avvezzo al genere, magari nasce un nuovo amore…Chissà. MS



 

2 commenti:

  1. Massimo, molto approfondita la tua recensione, stavolta arrivata seconda per un soffio. Al di là di quello che ti ha suscitato la musica è per noi un grande stimolo essere riconosciuti come parte di questo rinascimento del prog italiano. Delle cui vicende sei appassionato narratore.
    Grazie
    Alberto
    Baro prog-jets

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  2. Grazie per gli apprezzamenti Alberto, felice ed onorato per le tue parole, ma il merito è vostro e della musica che proponete, io semplicemnete ascolto e narro.

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