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venerdì 10 gennaio 2020

Daniele Mammarella


DANIELE MAMMARELLA – Past, Present And Let’s Hope
Music Force
Distribuzione: Egea Music
Genere: Virtuoso - Chitarra
Supporto: cd – 2019


I tempi cambiano, l’evoluzione delle mode, gli stili, i supporti musicali, tutto si evolve, questo piaccia o meno ai vecchi nostalgici. Non sempre i risultati sono piacevoli, ma questo si sa, c’è sempre stato, fa parte del gioco. Ora tutto a prescindere dai nostri gusti musicali, da ciò che ha influito sulla nostra vita di ascoltatori, è inopinabile il fatto che di base ci devono sempre essere gli ingredienti per fare un buon risultato. Quali sono questi ingredienti è presto detto, lo studio e la conoscenza non soltanto dello strumento e delle note, bensì anche della storia passata. Nel Rock la base è il Blues, questo per farvi un esempio di cosa intendo.
Fa un grandissimo piacere nel 2020 vedere che i giovani sono comunque ancora coinvolti da questa musa che pur avendo subito negli ultimi anni gravi incidenti evolutivi, prosegue imperterrita la propria esistenza. Grazie ad artisti come Daniele Mammarella che ancora questo sapere è custodito in buone e giovani mani.
Daniele Mammarella è un chitarrista di Pescara nato nel 1997 che presto si affeziona allo strumento, riuscendo già alla giovane età di tredici anni a comporre brani propri con la sua chitarra Fingerstyle. A sedici apre un concerto al maestro Franco Morone. Si diploma al Guitar College of London in Plectrum Guitar nel 2016, mentre in quello successivo in Guitar Pop&Rock. Queste sono le basi a cui mi riferivo precedentemente.
“Past, Present And Let’s Hope” è il debutto ufficiale su disco grazie all’attenzione della Music Force, casa discografica sempre molto vicina ai nuovi talenti italiani. Il prodotto è composto da dieci brani, e l’incisione risulta pulita ed efficace per lo stile sonoro proposto. Mammarella nella copertina del disco con una foto riesce a sintetizzare il sunto di questo genere, in essa tutti gli ingredienti giusti, il Blues, la strada rigorosamente polverosa, scarpe da tennis, la chitarra abbracciata e la sua custodia in primo piano decisamente vissuta, a testimonianza di una vita fatta di sacrifici per tirare avanti la giornata. Il sentiero da percorrere avanti a lui è lungo e desolato, sul fianco della strada solo erba ingiallita.  A me tutto ciò fa venire in mente proprio la situazione musicale odierna, terra bruciata tutto attorno e desolazione per chi tenta di portare avanti questo tipo di discorso sonoro. I brani proposti sono tutti di breve durata, poco più di due minuti l’uno, ma non serve essere necessariamente prolissi per poter dire qualcosa di veramente forte e sensato.
“Danny’s Blues” ha un andamento sia Blues che Country, le dita volano sulle corde, mentre il ritmo dato dalla tecnica acustico percussiva (battere la mano sul legno della chitarra) è irresistibile. Tanta storia in queste poche note, quasi una scorpacciata.
Le tecniche sfoderate durante le esecuzioni variano dallo Slide (collo di bottiglia) al Fingerpicking, pennata alternata, Sweep Picking al tocco volante e l’immancabile Tapping, questo per gli addetti ai lavori. Si resta colpiti da "Donkey’s Life” ed ancor di più dalla leggiadria di “Brisk Up”, vera e propria vetrina delle capacità tecnico-esecutive di Mammarella.
Il ritmo si placa fra le dolci note di “Destiny”, il suono che fuoriesce è evidente modello dell’anima del chitarrista. Non manca neppure la cover, qui rappresentata dalla simpaticissima “Dune Buggy/Grau Grau” dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis, in questo caso non è Bud Spencer a “suonarle” ma le leste dita di Mammarella. Si torna al materiale proprio con “Crazy Mind”, qui la tecnica espressa è davvero elevata. Lisergica “Beyond”, ipnotica nel suo incedere psichedelico, a mio gusto personale uno dei tasselli più belli dell’album, a ricordarmi involontariamente (e forse vale anche per l’artista stesso) che i Beatles sono stati fondamentali per la musica.
“Wild” ha una giovialità Folk, l’autore sa davvero spaziare in ogni tipo di genere, alcuni suoni mi portano con la fantasia in Scozia. Più americana la title track “Past, Present And Let’s Hope”, vero fuoco d’artificio di tecniche varie. Il disco si conclude con “Dry Road”, altra fuga nel pentagramma.
Daniele Mammarella è questo, il sunto è rappresentato visivamente nella foto dell’album, ma il vero godimento risiede nell’ascolto, breve ma intenso. MS

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