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domenica 9 giugno 2019

Siveral


SIVERAL – The Future Is Analog
Autoproduzione
Genere: Alternative Progressive Rock
Supporto: cd – 2019


Quando mi imbatto in lavori del genere sono molto contento ed appagato, perché la mia curiosità vacante nell’universo Rock, ha proprio bisogno di questo alimento. C’è chi la musica la vive  come semplice svago e chi come me vuole giornalmente essere stupito da nuove sensazioni, il piacere dell’ascolto.
Il viatico dello spostamento delle coordinate Rock, risiede annosamente dentro il calderone denominato “Rock Progressivo” e a tal proposito per approfondimenti e delucidazioni sia mie che  da parte di numerosi artisti, le potrete trovare nel mio libro “Rock Progressivo Italiano 1980 – 2013” edito da Arcana. Qui dico solamente che oggi non ci si trova d’accordo sul significato di Progressive Rock, c’è chi lo relega al periodo che fu, il mitico splendore degli anni ’70, e chi invece intende il termine proprio per il suo significato intrinseco, ossia “progredire”, dunque cambiare.
I Siveral sono di Milano e si formano nel 2014 da un idea di Antonio Magrini (Sleep Of Thetis, D'eryl) cantante ed autore dei brani. La band è completata da Lorenzo Pasquini (chitarra), Fernando De Luca (basso) e Giovanni Tani (batteria). Esordiscono discograficamente con un ep dal titolo omonimo edito dalla My Place Records nel 2015. Il sentiero musicale intrapreso dai Siveral è quello del Progressive Rock Alternativo, caro a gruppi come 30 Seconds To Mars, Nine Inch Nails, Tool,  Karnivool e Porcupine Tree. In “The Future Is Analog”, che si presenta in edizione cartonata e la foto ad opera di Tommaso Canciani, risiedono dieci brani ben registrati da Max Zanotti nei @2000Spire Recording Studio di Ronago (CO).
Il titolo, “Il futuro è l’analogico” spero sia profetico, dico questo perché la cosa mi richiama il vinile in una maniera potente ed io, come ogni ascoltatore della buona musica, ne sono un grande fans. Nostalgia? Forse, ma anche qualità e suono caldo.
Il disco si apre con l’elettronica e immediatamente un singolo, quell’”Awake” da cantare assieme a loro. Un velo di nostalgia sorvola nel brano e un ritornello accattivante prende il sopravvento. Qui Porcupine Tree e molto altro, a conferma del bagaglio culturale degli artisti in esame. Atmosfere leggere e suoni puliti sono la carta vincente dei Siveral, “Dreamer” riesce sia a toccare l’animo che a scuoterlo.
“Pray” è il secondo singolo estratto dall’album e mette in mostra la facilità con cui Antonio Magrini riesce a comporre linee melodiche semplici e di facile memorizzazione. Le chitarre elettriche disegnano riff piuttosto che assolo al fulmicotone, per i  i Siveral lo spazio alla melodia è più importante del far vedere i muscoli. Profumo anni ’80 e Depeche Mode nel terzo singolo estratto intitolato “Alvadret”. Ma quando i Siveral non pensano ai singoli, se ne escono con quei brani che personalmente attendo con più curiosità, più ricercati e comunque sempre gradevoli, ad esempio “Elga” potrebbe benissimo uscire da un album degli Anathema di metà carriera avanzata. “The Future Is Analog” poi ne è il perfetto esempio, fra elettronica e Rock, qui l’assolo c’è, semplice ma c’è. Il crescendo sonoro ed emotivo funziona sempre.
“Cali” è più breve ed accattivante nell’incedere, spensierata e semplice. “My Deceit” è aperta da un arpeggio di chitarra e ancora una volta il brano sale di intensità, da sottolineare anche la buona prova vocale di Magrini, sempre ottima interprete dell’enfasi dei brani. “Lite Gravity” è un mix fra Tool ed Anathema, mentre la conclusiva “Regentanz” fa socchiudere gli occhi e ci regala un volo pindarico, qui i Siveral dimostrano davvero tutto il loro talento.
Fare oggi Prog con inserimenti di chitarre distorte, elettronica e brani da cantare è a mio modo di vedere una nuova strada che deve essere necessariamente percorsa per poter proseguire l’evoluzione del Rock, poi potrà piacere o meno, io intanto scusate da bravo onnivoro musicale vado a ripremere il tasto “Play”. MS

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