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sabato 19 gennaio 2019

Brent Steed


BRENT STEED – Jungleheart
Autoproduzione
Genere: Rock
Supporto: ep – 2018


 “Jungleheart” è il terzo album di Federico Sadocco, in arte Brent Steed. Un album in cui le sue atmosfere cupe  narrano la storia del musicista ed alcuni momenti non proprio brillanti della sua più recente vita, il rapporto con se stesso, sensazioni complicate e comunque affrontate con autenticità.
Sadocco sin da giovanissimo impara a suonare il pianoforte e la chitarra, iniziando così a comporre le prime canzoni. Un artista a tutto tondo che si avvale per questo nuovo ep della collaborazione di alcuni musicisti come Eric Kostas (batteria), Uri Bartor (basso), Darin Marshall (chitarre), Amir Frahin (tastiere), Mark Milan (fisarmonica), Chris Westlake (sax), Francesca Stella (flauto traverso), Elisabetta Montino (voce) e Silvya (percussioni).
Il genere proposto in realtà non è ben definito, siamo nel limbo del Rock, ma anche del Dark, tutte etichette che al prodotto possono tuttavia risultare strette. Il disco si trova sia su cd Baby che in forma fisica ed è composto da sei tracce, mentre l’artwork è ad opera della pittrice veneziana Elisabetta Guarino.
Brent Steed ha una voce intrigante, buona interprete ed un approccio in stile anni ’80, questo lo si può apprezzare sin dal primo brano “Jungleheart”.
 La musica è diretta al dunque, ossia senza troppi fronzoli e punta alla melodia semplice e di facile memorizzazione. Uso perfetto per il ritornello ed un breve assolo di chitarra che fa la spia sulla capacità compositiva di Sadocco, l’artista sa perfettamente come strutturare un brano in maniera scorrevole. L’esperienza insegna.
Si percorrono sentieri più Dark in “24”, qui con la partecipazione di Elisabetta Montino e Francesca Stella. Non posso ancora una volta che rimarcare la presenza di richiami agli anni ’80 e a quella New Wave che tanto ha spopolato nel periodo, questo grazie all’uso delle tastiere. Piacevole l’uso delle voci.
Fase più Rock con “Am I My Best Friend”, le chitarre elettriche di supporto sono la spina dorsale del brano, vigore e ritmica ammaliante, il tutto con il sax nel finale.
“Passion Of Pain” mostra il lato più melodico di Brent Steed, una ballata che è vetrina per la voce ma anche per l’anima dell’artista. Si riparte con il gas aperto con “Get Your Price Down”, canzone Hard Rock con la partecipazione di Silvya alle percussioni.
L’ep si conclude con “Martina” e per chi vi scrive questo è il brano più intrigante e coinvolgente dell’intero lavoro grazie alla sua struttura più malleabile e con cambi di ritmo e di situazioni.
Brent Steed ci ha proposto un lavoro degno di essere ascoltato ed acquistato, per la sua sincerità, eleganza e semplicità. Rock che dimostra ancora una volta se ce ne dovesse essere il bisogno, che in Italia sotto questo aspetto non si molla. MS

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