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mercoledì 1 dicembre 2021

Watershape


WATERSHAPE – Perceptions
Watershape Productions
Distribuzione: Atomic Stuff Promotion
Genere: Metal Progressive
Supporto:cd – 2018



Se la storia del Progressive Rock è contorta e piena d’incertezze riguardo alla direzione degli stili musicali da intraprendere nel tempo, quella del Metal Progressive pur essendo più breve, non ha altrettanta vita semplice. Infatti, l’unione fra la cosiddetta “musica colta” (Prog) e la “musica grezza” (Metal), come alcuni la definiscono, per molti ascoltatori è una sorta di mostro sonoro ricolmo d’incongruenze. Due stili inconciliabili? Eppure iniziò tutto molto semplicemente, quasi in sordina, passando per l’Hard dei Rush nel fine anno ‘70 al sound Queensryche più ricercato negli anni ‘80. La svolta fu data dai Dream Theater verso la fine degli anni ’80, e se andiamo bene a guardare di cosa si è trattato in fin dei conti fu soltanto l’ingresso delle tastiere nel Metal. Poi la sinfonia, il classicismo, la tecnica e quant’altro, ha avuto una rilevanza fondamentale.
Questa mia arringa iniziale sta dimostrando che comunque sono passati già quasi 30 anni dall’ufficializzazione della nascita del genere, e da quello che in definitiva fu denominato allora “un aborto”, ma tutto questo ancora persiste ed ha persino un buon seguito.
I vicentini Watershape l’hanno accolto e con la propria personalità hanno creato a quest’album d’esordio dal titolo “Perceptions”. Si formano nel 2014 dopo che il batterista Francesco Tresca (Arthemis, ex-Power Quest) lascia la band Hypnotheticall. La line up è completata da Nicolò Cantele (voce), Mirko Marchesini (chitarra), Mattia Cingano (basso), ed Enrico Marchiotto (tastiere).
Se all’ascolto dei nove brani dell’album andiamo ad analizzare le influenze cui la band fa riferimento, si possono evincere gruppi sia del passato Progressive Rock come King Crimson, Genesis, Gentle Giant, che capisaldi del Metal Progressive come Dream Theater, Pain of Salvation e Opeth. Il sunto di tutti questi innesti risiede in un unico grande artista di nome Steven Wilson e nei suoi Porcupine Tree. Questo è quello che si evince sin dall’ascolto del primo brano dal titolo “Beyond The Line Of Being”. Scale alla King Crimson ossessive nell’incombenza, spezzate dalla bella voce di Cantele su modalità Gentle Giant. Le chitarre distorte sono la presenza del Metal mentre le tastiere ricoprono il ruolo alla “Dream Theater” per intenderci, et voilà il Metal Progressive è servito.
I Watershape lo sanno fare molto bene, con consapevolezza e stile. “Cyber Life” gioca con la musica, si districa fra coralità e cambi di tempo, qui a sorpresa c’è anche una spolveratina di Metal anni ’90 al confine con il Grunge. Ottima la parte centrale strumentale per idee.
Ho parlato dei Porcupine Tree, questi si possono estrapolare anche dall’ascolto di “Alienation Deal”, canzone fra i momentii più alti dell’intero disco. Se poi si vuole entrare nel mondo Watershape al 100%, basta ascoltare “Stairs”, bel sunto sonoro di quanto detto. E’ indubbia la capacità compositiva e la tecnica di questi ragazzi, ma soprattutto il gusto per la melodia e per un ritornello sempre affabile.
Ancora coralità richiamano i Gentle Giant in “The Puppets Gathering”, altra gemma di “Perceptions” con tanto di voce femminile, quella dell’ospite Chiara Vecchi. E a proposito di ospiti, troviamo anche Antonio Gallucci al sax in “Inner Tide” e in “Cosmic Box #9”. Proprio “Inner Tide” è un lento che mette in mostra le capacità interpretative dei vocalist. La voce grossa i Watershape la sanno fare in “Fanciful Wonder” mentre “Season” fa sognare ad occhi aperti, un “sogno teatrale”.
Questo, ne sono sicuro, è un disco che può piacere anche a chi non fa del Metal il suo credo, perché ho parlato tanto di etichette e di stili, ma in definitiva trattasi soltanto di musica, di tanta buona musica. MS


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