BLINDCAT
– Shock Wave
Andromeda
Relix
Distribuzione:
GT Music
Genere:
Hard Rock / Heavy Metal
Supporto: Cd – 2018
Certo
non si può dire che i Blindcat non hanno fatto sul serio sin dall’inizio della
loro fondazione. Hanno avuto immediatamente le idee ben chiare, basti pensare
che si sono formati nel 2012 e già nel 2013 hanno aperto il concerto a Glann
Hughes e suonato nello stesso anno al “Narni Black Festival” con gli Hearth
Wind & Fire come headliner! Ma chi sono i Blindcat e cosa suonano?
Provenienti
da Taranto sono Gianbattista Recchia (voce), Domenico Gallo (chitarre), Pietro
Laneve (basso) e Emanuele Rizzi (batteria) e propongono un Hard Rock dalle
profonde radici, avvinghiate ai famigerati anni ’70. Nel marzo del 2014
pubblicano il loro esordio dal titolo “Black Liquid” e la critica sia italiana
che estera sembra apprezzare da subito. Oggi ritornano con “Shock Wave”, dieci
nuove canzoni impreziosite dall’esperienza acquisita negli anni.
La
registrazione sonora è buona, suoni distinti e ben equilibrati.
“One
Life” parte a mille, lasciando importanza alla fase melodica supportata da un
cantato graffiante e importante. L’Hard Rock funziona proprio così, riff di
facile memorizzazione impreziositi da stile e carica agonistica (se così
vogliamo denominarla). Lo sanno i primi Van Halen, per esempio. Le chitarre
ricoprono il loro bel ruolo importante, scappando di tanto in tanto in
scorribande pirotecniche sulla tastiera. Un roboante giro di basso apre
“Laughin Devil”, impossibile resistere al ritmo sferzante che lo sostiene,
brano che in sede live sicuramente gode di ottima riuscita. La scena americana
è di fronte a noi, ci pensa “Stars And Sunset” a dare un attimo di respiro, ma
è appunto un attimo. Un respiro che è ossigenato da un cadenzato lento che si
alterna a un solo di chitarra al fulmicotone. Hard Rock di classe. “Until The
Light Of The Day’ è fra i miei momenti preferiti, perché in esso c’è la storia
del genere e quella solarità tipicamente italiana, probabilmente anche il vero
lato dei Blindcat, ma questo lo sanno sicuramente e soltanto loro. Tanta
vecchia scuola trasuda fra le note, i Blindcat lo palesano brano dopo brano,
“The Black Knight” compresa, altra canzone che ho apprezzato oltremodo. Verso
la fine degli anni ’70 i Judas Priest percorrevano questi sentieri. Più
ricercata “Nothing Is Forever”. Non manca nell’album neppure il momento
strumentale, qui con il titolo “Rising Moon”, vetrina per le doti tecniche
della chitarra che fa l’occhiolino ai Queen di Brian May. Ed è la volta di
“Shockwave” altro tassello vincente dell’album. Segue “What Is Hell” che nell’arpeggio
iniziale mi ricordano i migliori Queensryche.
Il
disco si conclude con “Son And Daughter”, una folata di energia pulita.
Il
disco si lascia apprezzare anche per l’artwork di Enzo Rizzi, con testi interni
e foto annessa della band ad opera di Silvia Danese. Un prodotto sincero che
sicuramente non passerà inosservato nel tempo, gli amanti dell’Hard Rock
sicuramente lo apprezzeranno oltremodo, agli altri dico loro che questa potrebbe
essere una ghiotta occasione per approcciarsi a questo stile sonoro senza
tempo. MS