MARYGOLD
– One Light Year
Andromeda
Relix
Distribuzione: G.T.Music
Genere: Neo Progressive Rock
Supporto: cd – 2017
Chi
ha detto a fine anni ’80 e primi ’90 che
il Neo Progressive italiano avrebbe avuto vita breve? Una storia che mi è capitata
spesso di leggere o ascoltare da differenti fonti. Ci sono passato con L’Heavy
Metal, sempre tacciato di breve vita e guardate invece ancora oggi quanto è
attuale. Ovviamente stiamo parlando di Neo Prog Rock un genere circoscritto,
mai dalle vendite roboanti, tuttavia i pochi usufruitori sono affamati e quindi
informati ed attenti al fenomeno.
Quando
si parla di Neo Prog (o New Prog), è impossibile non nominare i padri del
movimento, ossia i Marillion del grosso e grande vocalist scozzese Fish, vero e
proprio punto di riferimento per numerose band al mondo a partire dai primi
anni ’80.
I
Marygold nascono a Verona nel 1994 dalle ceneri dei Wildfire, proprio una cover
band di Marillion e soci. Dopo una intensa attività live data anche da brani inediti
e diversi cambi di line up, nel 2006 è la volta dell’esordio su disco dal
titolo “The Guns Of Marygold”. L’anno successivo aprono il concerto del
Balletto Di Bronzo al “Verona ProgFest”, successivamente giungono ad un periodo
di stand by, chiamiamolo “riflessivo”, dovuto a trasferimenti e problemi
lavorativi. Ma in questi anni non sono mai restati con le mani in mano, le
canzoni vengono comunque concepite e create, ed oggi vengono raccolte in questo
nuovo album dal titolo “One Light Year”. La formazione è composta da Guido
Cavalleri (voce, flauto), Massimo Basaglia (chitara), Marco Pasquetto
(batteria), Stefano Bigarelli (tastiere) e Marco Adami (basso).
In
“One Light Year” ci sono sette canzoni che palesano la crescita della band ,
sia a carattere compositivo che esecutivo. Il cantato è in lingua inglese ed il
disco si apre con i sette minuti di “Ants In The Sand”. Si denota sin dalle
prime note l’importanza del supporto delle tastiere, stile inconfondibile del
Neo Prog. Di tanto in tanto si presentano momenti sognanti, al limite della
Psichedelia, dettati dall’influenza che Steven Wilson negli ultimi anni ha
apportato nel genere Progressive Rock in senso generale. La voce femminile in
“Ants In The Sand” è di Irene Molesini.
Più
calda nell’inizio la canzone “15 Years”, riflessiva nel suo incedere spezzato per
poi lanciarsi successivamente in territori Marillion. Due le suite contenute
nell’album, una si intitola “Spherax H20”, e qui la band mette in vetrina tutte
le caratteristiche che la contraddistinguono. In questo movimento si incastrano
perfettamente passato e presente, compreso il flauto in stile Genesis era
Gabriel. Davvero un bel pezzo. La seconda è la conclusiva “Lord Of Time”, altro
pezzo da novanta che fa del genere un filone che sa unire diverse generazioni
di ascoltatori. Da sottolineare la strumentale e ricercata “Without
Stalagmite”, momento che spezza opportunamente l’ascolto del disco, e nel
complesso tutto l’insieme ne trae giovamento.
“One
Light Year” è un disco che ben si fa ascoltare, con numerosi momenti di buona
musica fra melodie da scoprire e buona tecnica strumentale, qui i Marygold
confermano la crescita. MS
Nessun commento:
Posta un commento