GRANDVAL – A Ciel Ouvert…
Autoproduzione
Distribuzione: G.T. Music
Distribution
Genere: Crossover Prog
Supporto: cd – 2016
Grandval
è un nome al quale si possono attribuire diverse modalità, ad esempio è quello
di due paesaggi nella Francia, Auvergne
(uno a Cantal, l'altro a Puy-de-Dôme), oppure il nome di un personaggio della
resistenza nella seconda guerra mondiale, oppure semplicemente un gioco di
parole usando il nome del lupo "alfa" alla testa del branco, ma
quello che musicalmente interessa a noi è che è il nome di un polistrumentista
francese dedito a Crossover Prog. Il genere è formato da differenti innesti,
per l’appunto si tratta di Progressive, tuttavia la formula canzone è altamente valorizzata,
generalmente vengono evitate logorroiche suite ed in esso possono convivere generi come la
Psichedelia, il Prog Rock, il Jazz e molti altri ancora.
“A
Ciel Ouvert ...” parla della natura, degli animali (in particolare dei lupi),
della guerra, della follia, dell’amore e delle difficoltà della vita, molte
argomentazioni e mai banali. Essendo Grandval francese, nella sua musica si
possono estrapolare influenze di gruppi come Ange, Atoll, Lazuli, Mona Lisa,
Naos e Nemo su tutti. Fra gli anni ’80 e ’90 il polistrumentista (voce, basso,
chitarre acustiche ed elettriche, tastiere, cori, programmazione) ha suonato in
differenti gruppi: Keops, Fragile, Taliesyn, Fracture e Street Rats. In questo
progetto si coadiuva di musicisti come Steph Honde (chitarre elettriche),
Jean-Pierre Louveton (chitarre elettriche), Martial Semonsut (batteria e
percussioni), Kevin Serra (chitarre elettriche) e Colin Tench (chitarre
elettriche).
L’album
è composto da otto tracce, tutte di media
e lunga durata.
Apre
“Crevé Les Nuages”, una canzone che punta sulla coralità sostenuta del
ritornello e dai lineamenti solari. Il refrain centrale cambia di umore e di
ritmo, mirando il tiro appositamente nel Progressive Rock. “Entendre Les Engoulevents” ha un giro di
basso iniziale che ben si incastona con l’intervento delle tastiere, la musica
non aggredisce, ma accompagna, prende per mano l’ascoltatore in un giro di
benefico relax. Le chitarre si fanno più evidenti e le melodie sono di facili
assimilazione. Buono l’uso delle voci che si scontrano a cappella.
La
title track è vigorosa, fra chitarra distorta (anche se di poco) e ritmo più presente,
per poi passare ad un cantato serafico pur sempre mantenendo la strada
intrapresa. Per chi vi scrive uno dei momenti più interessanti dell’intero
lavoro, anche perché amo molto gli assolo di chitarra pieni di pathos. La
musica di Grandval è ricca di personalità, difficilmente riconducibile ad un
modello esplicito e persino a band precise, l’artista ed autore mostra una cultura notevole ma anche di
averla saputa rielaborare a suo modello. Un esempio ne è “Maîtresse éternelle”.
Ricerca senza forzature, musica che si lascia ascoltare con piacere.
Il
brano più lungo dell’album con i suoi otto minuti si intitola “Aktion T” e qui
qualcosa dei King Crimson traspare, così fa capolino una chitarra di
Pinkfloydiana memoria e Psichedelia. Davvero una piccola perla. “Jongleur Des 4
Vents” gioca con il pentagramma, fra sperimentazione e giuste melodie, ancora
una volta amplificate da giusti assolo di chitarra elettrica. Si apre in
acustico “Commento Les Loups Changent Les Rivières” e per chi li dovesse
conoscere dico che ci coinvivono sfumature riconducibili agli americani Lands
End. Chiude la più breve “Au De Là De Ce Grand Val”.
In
sintesi questo disco di Grandval lascia comunque un segno tangibile nell’animo,
di sicuro mai prolisso perché il tempo nell’ascolto…è volato, la dice lunga. MS