SOUNDS
LIKE THE END OF THE WORLD – Stories
Progressive
Promotion Records
Distribuzione
italiana: GT Music
Genere:
Post Rock
Supporto: cd – 2017
La
Progressive Promotion Records si addentra per la prima volta nel mondo del
Post-Rock e lo fa con una band polacca consigliata loro dagli esponenti del
gruppo God Is An Astronaut, Torsten Kinsella e Niels Kinsella, si chiama Sounds
Like The End Of The World.
Non
sono comunque all’esordio discografico, in quanto già nel 2013 escono con l’ep
“It All Starts Here” e nel 2014 con l’album “Stages Of Delusion”. Si formano
nel 2012 e seguono il sound di band come God Is An Astronaut, This Will Destroy
e Long Distance Calling su tutte.
Il
quartetto che suona in “Stories” è composto da Michal Badecki (basso), Michal
Baszuro (chitarra), Tomasz Hoffman (batteria) e Wojciech Kowal (chitarra).
Otto
le tracce che formano il disco completamente strumentale, ad iniziare da “No
Trespassing” con un intro in crescendo ad inserimento singolo degli strumenti. Il
suono è pulito ed elettricamente vibrante, prerogativa del Post Rock, ma anche
del Math Rock, e qui ne abbiamo delle piccole
schegge.
Sferzate
nervose lasciano spazio a ricongiungimenti alla melodia iniziale, proprio come
spesso eseguivano i Radiohead dei primi anni ’90.
“Walk
With Me” ha un inizio introspettivo dettato da una buona melodia delle chitarre,
per poi sfociare nella distorsione e nella rabbia. Un brano cadenzato, quasi
caracollante, che colpisce per intensità e patos.
“Breaking
The Waves” è la canzone più lunga dell’album con i suoi sei minuti e mezzo, qui
i Sounds Like The End Of The World fanno una piccola scappata anche nella
Psichedelia. A gusto personale questo è il brano che più mi ha colpito. Ottima
la scelta degli assolo di chitarra che riescono a dare ampiezza all’ascolto.
Granitico
e monolitico in molti frangenti, “Stories” prosegue con “Obsession”, un momento
di rilassatezza apre il brano, dove la ritmica è soffice e precisa, ma ancora
una volta il tutto si evolve in un crescendo sempre di ottimo impatto.
“Faults”
ha un giro armonico molto ruffiano e di facile memorizzazione, uno spicchio di
sole e di allegria rispetto alla media dell’ascolto. Gradevolissimo.
Ridondante ed echeggiata “Outflow”, mentre “Acceptance”
è la più breve canzone dell’album con i suoi pacati tre minuti. Chiude alla
grande “All Over Again” con piccoli richiami King Crimson.
Un
disco che gli amanti del genere (e non solo) non devono ignorare, perché ci
sono tutti gli ingredienti che fanno del Post Rock un movimento che ha sempre e
comunque qualcosa da dire alla mente. Scopriteli e vi avvicinerete anche voi con
stupore al “suono della fine del mondo”. MS
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