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martedì 26 luglio 2016

Mauro Pelosi

MAURO PELOSI – Mauro Pelosi
Universal Music Grup (cd) - Polydor Records (lp)
Genere: Cantautore
Supporto: cd – 1977


Ho scelto il terzo album per parlare del cantautore romano successivamente trasferitosi a Milano, Mauro Pelosi. Il terzo perché ha radici oramai profonde, inestirpabili. Il carattere e  la personalità del chitarrista sono rodati e note agli ascoltatori degli anni ‘70. In realtà l’esordio discografico risale al lontano 1972, con l’album dal titolo “La Stagione Per Morire” (Polydor Records), un disco che coglie di sorpresa molti addetti ai lavori, in quanto già radicato in un pessimismo che diventerà nel tempo il suo leitmotiv. Un cantautore impegnato, come si soleva dire in gergo, contemporaneo di Claudio Rocchi, Claudio Lolli, Alan Sorrenti, De Andrè, Guccini e molti altri ancora. Segue nel 1973 un album a sua volta molto bello, dal titolo “Al Mercato Degli Uomini Piccoli” (Polydor Records), per poi latitare dai negozi di dischi fino al 1977, anno non proprio brillante per questo genere che comunque va ad attingere anche in quel calderone di nome Rock Progressivo.
“Mauro Pelosi” è arrangiato nuovamente da Pinuccio Pirazzoli, oramai suo fido amico e gode della  collaborazione di artisti come Edoardo Bennato, che suona l'armonica a bocca in “L'investimento”, Bamby Fossati (Garybaldi), Lucio Fabbri violino in “Una Lecca Leca D’Oro” e Ricky Belloni dei New Trolls alle chitarre. I testi sono bellissime poesie, riflessioni di vita vissuta, quasi sempre amare, nelle quali coesistono paure, insicurezza ed amore.
Un disco drammatico, la voce è dolce e allo stesso tempo graffiante ed incisiva, tuttavia l’iniziale “La Bottiglia” musicalmente si alterna fra tristezza ad un quasi Reagge. Esplicativo il testo: “Ti regalerò una bottiglia vuota perché non ho mai avuto un giardino incantato”. “Luna Park” non è distante dal brano precedente, in esso aleggia una nota di malinconia dettata dalla narrazione di una vita abbastanza triste che stride con la musica da Luna Park che fa da accompagnamento. Importanti i ritornelli. Dolcissima con chitarra arpeggiata “Ho Trovato Un Posto”, supportata da arrangiamenti semplici ma efficaci. Molti di voi all’ascolto potrebbero sentenziare che De Andrè in confronto è un allegro buontempone, ma anche Pelosi sa divertirsi a modo suo come in “Una Lecca Lecca D’Oro”. Azioni umane ne “L’investimento”, depressione  in “Una Casa Piena Di Stracci” mentre “Alle 4 Di Mattina” gode di un piano che sgocciola note ariose sopra la voce irritata e perentoria di Pelosi. Un grande interprete di testi importanti, riesce a modulare  la voce in maniera anche sorprendente come nello stupendo finale dal titolo bizzarro “Ho Fatto La Cacca”. Questo brano è un capolavoro per rabbia, ironia amara e musica. “Compagni miei dal 68 ad oggi quanti Blue Jeans c’hanno venduto. Voglio essere un cane, di quelli che fanno l’amore in mezza alla strada tra la faccia schifata dei passanti, circondato da bambini liberi, ed altri cani come me… e tutti insieme, tutti quanti insieme andare in giro….. A MORDERE!”. Dovete ascoltare però come viene cantata.

Questo album, come dicevo in precedenza, esce in un momento “no” per il genere e non raccoglie i dovuti frutti, quasi un fallimento. Per questo lo amo, lo sento anche più mio, ed anche io con lui vado in giro…a mordere. MS

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