LIBERAE PHONOCRATIA –
Presuntrogloland
Autoproduzione
Genere: Jazz – Rock
progressive
Supporto: cd - 2015
Piano piano ritorneremo ad appropriarci del valore delle
cose, la finiremo di correre inutilmente e di non ascoltarci più. Imploderemo
inesorabilmente. Stop a “chiacchiere” mediatiche date dalla stupidità di essere
tutti rassicuratamene uguali, perché non è così che l’uomo è. Oggi ci facciamo
violenza per “non essere” noi stessi, cerchiamo forzatamente di piacere agli
altri con la triste sicurezza di non piacerci. Eppure siamo individui
naturalmente unici.
Finalmente mi imbatto in un disco dedicato a questa
tematica, sempre a me cara, perché svela la differenza della musica degli anni
‘60/’70 da quella di oggi. Il perché è semplice, in quegli anni l’individuo era
al centro dell’interesse, ossia con la sua unica personalità, volenteroso di
distinguersi dalla massa, oggi invece è l’esatto contrario.
Liberae Phonocratia si vuole riappropriare di questa
personalità, Liberae Phonocratia mette alla luce del sole il complesso periodo
in cui viviamo, sfregiato da una profonda aridità culturale. Così nasce
“Presuntrogloland” (landa dei presuntuosi trogloditi), sintesi di cosa siamo e
come non ci vediamo, ossia volgari urlatori del nulla.
Ritrovo in questo progetto una mia conoscenza, Stefano De Marchi,
chitarrista e compositore dei milanesi Psicosuono, autori di due album molto
interessanti, “Aut Aut” e “Eta Carinae” (anche in versione cantata in inglese).
Liberae Phonocratia è un trio, che si completa con Daniele
Cortese al basso e Fabrizio Carriero alla batteria e percussioni. La musica
proposta va ad esplorare la mente dell’ascoltatore grazie alla chiave
sperimentale del Jazz che si incontra con il Progressive Rock e
l’improvvisazione.
Emblematica la copertina del cd creata da Giulietta Kretsu,
dove un profilo umano manifesta temporali di parole, ed un altro con un
lucchetto nel cervello a testimonianza della chiusura mentale, come direbbero i
Marillion di Fish: “Incommunicado”.
Sei brani di media-lunga durata, a partire da “T-Rex”,
comprensivo di bell’assolo di basso, batteria e chitarra. Fra le note e
l’improvvisazione trapela la cultura musicale dei singoli componenti, gli anni
’70 e una buona tecnica individuale. La chitarra di De Marchi disegna spesso
confini mediterranei. Cambi di tempo in “Presuntrogloland”, cinque minuti dove
la chitarra la fa da padrona.
Con “Lingua D’Asfalto” i giochi cambiano, l’intesa del trio
è più evidente, così la fase jazz e comunicativa degli strumenti, fra scale ed
arpeggi d’effetto. Trapela all’ascolto anche il divertimento degli artisti, i
quali si sentono liberi di scorrazzare nella musica per la mente. Gli
strumentisti si ascoltano e lasciano spazio alla loro singola comunicatività.
Toccante l’arpeggio iniziale di “Placide Acque”, e l’improvvisazione è sempre
legata ad un filo conduttore di armonia.
La sperimentazione esce a nudo in “Qualcuno Ha Bussato?”,
soprattutto grazie alle numerose percussioni, ma nella parte centrale si
ritorna a ritmiche solari ed assolo. Chiude “Hare Kitsch & Veganization”,
divertente e dal profumo Zappiano. Album
strumentale scorrevole e gradevole.
“Presuntrogoland”, uno scioglilingua che scioglie anche i
nodi della mente, se siete amanti del pensare. MS
Bella recensione!
RispondiEliminaGrazie!
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