FRANCK CARDUCCI –
Torn Apart
Autoproduzione
Genere: Progressive
Rock
Supporto: cd – 2014
Sono già passati tre anni da quel debutto interessante dal
titolo “Oddity”, dove il polistrumentista Franck Carducci ha dato sfoggio delle
sue qualità tecniche e compositive. Conclusi allora la recensione dicendo che
il disco era piacevolmente scorrevole e
consigliatissimo ai fans di band come Pendragon, ma anche dicendo che mi
aspettavo un passo in avanti nei confronti della personalità.
Intanto però andiamo ad analizzare come si presenta il nuovo
“Torn Apart”, l’artwork di Casoli e Corinne Vignal, compare creativo,
fumettistico e profondamente
comunicativo, esso è anche ricco di particolari all’interno, fra foto e
dettagli brano per brano su chi ci suona ed ovviamente anche nei testi. Salta
all’occhio la nutrita serie di artisti che coadiuvano il disco, a partire
dall’onnipresente chitarrista Steve Hackett (Genesis), l’amico Roy Van Oost al
flauto e Michael Strobel alla chitarra solo per fare alcuni nomi.
Nove canzoni ad iniziare dai dieci minuti della title track
“Torn Apart”. Ciò che mi accoglie è un muro sonoro che vibra a suon di organo e
di chitarra elettrica, il profumo di Rock & Blues passato e metabolizzato,
godibile nei solo di chitarra e diretto. Musica per il corpo e per la mente
senza tempo. Ma ancora territori Prog veri e propri non sono stati visitati, ci
pensa la successiva “Closer To Irreversible” a farci capolino, lento di matrice
Pendragon, anche se il fattore Rock & Blues è ancora molto marcato. Buono
l’uso della voce e degli effetti, mentre Steve Hackett si lancia in un assolo
devastante. Il disco va in crescendo, “Journey Throught The Mind” è all’inizio
New Prog anni ’80 e potrebbe benissimo uscire dalla discografia dei Marillion,
per poi mutare verso il Folk Rock. Dopo la breve “Artificial Love”, dove alla chitarra Mathieu
Spaeter è più Hackett di Hackett, si passa alla bellissima suite “A Brief Tale Of
Time”. Tutti gli ingredienti al posto giusto per un fans Prog, dai cambi
umorali e tematici ai ricchi assolo, compreso un richiamo ai Pink Floyd. Altro
breve frangente, voce e piano con “Girlfriend For A Day” ed è la volta di “Mr
Hyde & Dr Jekyll”. Torna dunque il Rock vigoroso ed il suo strascico di
Blues. Torna anche la suite, ancora più lunga (quattordici minuti), con
“Artificial Paradise”, fra Genesis e quant’altro il genere sa elargire. Questo
è il brano che preferisco, anche se una classifica definita è impossibile da
stilare, e che chiude l’album. Nella versione in mio possesso si può godere
anche della bonus track “School”, la cover del classico dei Supertramp tratta
dal monumentale “Crime Of The Century”.
Carducci cresce, questo mi attendevo e ci speravo, cresce in
personalità ed in tecnica. Le composizioni si reggono bene perché ben
strutturate e l’ascolto scivola via che è un piacere, non esistono momenti di
stasi. A questo punto è ufficiale, Franck Carducci non è più una promessa ma
una realtà. MS
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