THE BLACK NOODLE
PROJECT – Ghosts & Memories
Progressive
Promotion Records
Genere:
Progressive Rock – Psichedelia
Supporto:
cd – 2013
Dopo quasi tre anni di attesa, ritornano i francesi
The Black Noodle Project per farci ascoltare il settimo lavoro da studio.
Questo periodo di assenza non è passato incolume, si è assistito alla defezione
del bassista Anthony Lètèvè e del tastierista Matthiew Jaubert e quindi come si
disse per i Genesis, sperando che sia di buon auspicio di vendite….e rimasero
in tre. La formazione è composta da Jeremie Grima (chitarra, basso, voce,
tastiere), Sebastian Bourdeix (chitarra) e Fabrice Berger (batteria).
“Ghosts & Memories” prosegue il percorso
intrapreso con il buon “Ready To Go” (2010), ma quello che risalta
principalmente all’ascolto è una maggiore cura per gli arrangiamenti. Le
atmosfere Dark presenti anche nei capolavori dei Pink Floyd come in “Whis You
Were Here” ed “Animal” sono ancora una volta presenti, così lo stile musicale
somiglia nuovamente a quello della band di Gilmour e Waters. Gli interventi
sonori indirizzati verso il Metal fanno di tanto in tanto capolino, rendendo
ancora più grevi le atmosfere.
L’album si apre con “The Wanderer Of Lost Moments”,
canzone che potrebbe benissimo trovare spazio nella discografia degli Anathema,
periodo centrale della loro carriera. Ascoltando questo modo di comporre, viene
naturale anche un paragone con la band Porcupine Tree di Steven Wilson, oramai
vero e proprio faro illuminante per molte delle band odierne che intraprendono
il percorso Progressive Psichedelico.
“They Live, We Sleep” è una bordata vera e propria
di suoni dedicati al Pink Floyd fans, brano strumentale che alterna acustica
con chitarre elettriche trascinate in stile Gilmour. Sembra di tornare negli
anni ’70 e nell’album “Obscured By Clouds” con la successiva “The Owis (Are Not
What Thy Seem)”, questa tuttavia resta la prerogativa di tutto l’album.
Musica da ascoltare con attenzione, che deve essere
affrontata con una preparazione psichica adeguata, per poter meglio affrontare
il viaggio proposto ed apprezzarne al meglio i passaggi. Fatelo con “Voices
From Yesterday” e ne trarrete vantaggio anche fisico oltre che mentale.
Profondità di carattere, la band nulla lascia al
caso, curando ogni aspetto delle composizioni, dagli effetti sonori alla
registrazione stessa, davvero ben effettuata. “Ghosts” è uno dei frangenti più
alti del disco che a questo punto chiamerei anche opera.
Si chiude con “A Purple Memory”, puro Porcupine Tree
style era “Up The Downstair”, nervoso e cadenzato, aperto ad ampie schiarite.
Un disco nella sua integrità oscuro, ma composto
d’aria, aperto, sottile e delicato e chi segue il genere in analisi sa bene
dove vado a parare, tutti gli altri non devono esimersi dall’affrontare questo
nuovo percorso sonoro, sicuramente alcuni di voi ne resteranno folgorati. La
Francia non è nuova a belle sorprese in ambito e faccio anche i complimenti ad
Oliver Wenzler, per aver assunto nella propria scuderia, la Progressive
Promotion Records, questa band che sicuramente negli anni farà parlare di se.
Noi italiani arriveremo a capirlo solo fra qualche anno, è inesorabile. (MS)
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