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sabato 25 maggio 2013

Tugs

TUGS – Europa Minor
AMS/BTF
Genere: Opera Prog Rock
Supporto: cd – 2013



Ecco un esempio di come suonare un genere nel momento sbagliato può portare a notevoli difficoltà e persino a tardive realizzazioni e si riesce solamente se si è caparbi, altrimenti c’è l’anonimato. Il genere a cui mi riferisco è il Progressive Rock e la band in questione è una delle realtà livornesi più apprezzate, i Tugs.
Suonare Prog nel 1978, quando il Punk e la Discomusic decretano la morte del genere, porta a svantaggi notevoli, l’interesse di case discografiche e di organizzatori di concerti è pari quasi allo zero. Anni difficili gli ’80 per la band, dedita comunque a sonorità importanti che molto spesso richiamano quelle dei Genesis, delle nostrane Orme oppure della PFM. Ma quando la qualità c’è, la sopraccitata caparbietà è consapevole, allora statene certi che può nascere una buona proposta.
Addirittura oggi si parla di Opera Rock, questa dei Tugs, un viaggio musicale attraverso otto secoli di storia, letteratura e teatro europeo. L’Europa vista attraverso gli occhi della band, uno sguardo focalizzato alla cultura antica e moderna, non solo Spred ma una riflessione attenta sulla storia, le battaglie, il sangue ed il sudore che sono serviti a realizzare questa dura convivenza ancora oggi martoriata dalle vicende economiche. Dunque i Tugs si ritrovano nei tempi moderni e ritentano la carta Prog, in un momento che le reunion di band storiche sembra quantomeno attirare l’interesse di numerosi appassionati nostalgici.
La numerosa line up è composta da dieci elementi: voce e chitarra Pietro Contorno, chitarra Nicola Melani, tastiere Marco Susini, basso Bruno Rotolo, batteria Fabio Giannitrapani, violino Francesco Carmignani, flauto Claudio Fabiani, chitarre, mandolino e mandola Antonio Ghezzani, violoncello Martina Benifei e percussioni Matteo Scarpettini.
La cosa che risalta immediatamente all’acquisto di “Europa Minor” è decisamente la cura per l’artwork ed il packaging, davvero esaustivo e professionale. All’interno non si trovano soltanto i testi, bensì anche la storia della band e l’argomentazione trattata, arricchita da belle foto. L’opera in sede live ovviamente offre il lato di se più coinvolgente in quanto non solo ascolto ma anche rappresentazione visiva e recitata, per cui avvantaggiata, tuttavia il disco riesce a trasmettere questa atmosfera in maniera chiara e forte. La buona produzione sonora non fa altro che sottolineare il tutto.
Ma tornando al concept, Europa dunque è anche cultura, letteratura, danza, musica, poesia, un insieme di realtà che legano e che in qualche maniera ci rendono tutti più vicini malgrado la difficoltà delle lingue e delle differenti realtà economiche, qui i Tugs focalizzano la propria attenzione, denominando il tutto “Europa Minor”.
Dodici tracce a partire da “Waterloo”, pittoresca intro che ci rende immediatamente cittadini di questa Europa, grazie al suo Folk Rock di matrice inglese ma anche dalle sfumature mediterranee, davvero un segnale forte sin dall’inizio. Un lungo percorso che andrà a toccare numerose influenze, anche il New Prog di stile Marillioniano oltre ovviamente il lato più orchestrale della musica, vista la strumentazione in loro possesso. Cambi di tempo ed umorali sono all’ordine dell’ascolto, anche se a volte ci si imbatte in un contesto cantautoriale semplice e gradevole. “Il Re Ed Il Poeta” resta uno degli esempi più limpidi dello stile Tugs. A tratti esaltanti e coinvolgenti, i momenti strumentali testimoniano l’amalgama di questa numerosa formazione. Il Progressive Rock Italiano è esternato in tutta la sua grandezza, la lezione delle band passate viene assorbita e rielaborata dalla band. Non è un pezzo in particolare che comunque si distingue, a dimostrazione di un lavoro compatto e costante.
Probabilmente in uno dei momenti più torbidi della propria esistenza dal dopo guerra, il continente così viene analizzato e proposto, un lavoro forse ambizioso, ma che trasuda amore e competenza. Sono passati 35 anni dall’esordio dei Tugs e come dicevo all’inizio, soltanto i più caparbi ne vengono fuori, chi la dura la vince! (MS)

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