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venerdì 28 dicembre 2012

Retrospective

RETROSPECTIVE - Lost in Perception
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2012




L'ho già detto molte volte, in altre occasioni e qui lo ribadisco nuovamente che negli ultimi anni la Polonia in ambito Progressive Rock e Metal Prog sta crescendo in maniera esponenziale. Ci tengo a ribadirlo perché quando una nazione comincia a fare seriamente con la musica più ricercata (anche se sempre di Rock si tratta, per molti erroneamente considerato nulla di colto), è giusto che goda delle luci della ribalta.
La tedesca Progressive Promotion Records è una label che sta a sua volta crescendo e da questo sodalizio di intenti non può che scaturirne un prodotto interessante. C'è volontà di scoprire nuove strade e di supportarle, anche se in questo ambito i Dream Theater hanno segnato un solco a dir poco voraginoso. Il sestetto polacco con "Lost In Perception" giunge al secondo cd da studio, terzo se andiamo a considerare anche l'EP "Spectrum Of The Green Morning", autoproduzione del 2007.
Il vero primo cd risale dunque al 2008, il buon "Stolen Thoughts" (Just For Kicks), un connubio fra Dream Theater, King Crimson e Pink Floyd, il tutto con le dovute attenuanti del caso. Oggi invece i Retrospective cercano di aprire una nuova porta nella loro carriera, forse anche una naturale evoluzione dettata dall'esperienza maturata negli anni, immaginate ora i Marillion, i Van Der Graaf Generator (per la voce a volte simile a quella di Petere Hammill) ed i Pink Floyd che si mettono a picchiare duro sugli strumenti, un bilanciamento fra arie romantiche ed Heavy Metal molto vicino ai connazionali Riverside. Il lavoro vocale di Jakub Roszak è dunque profondo, interpretativo, perfetto viatico dei testi introspettivi narranti l'ego umano, di situazioni oniriche e comunque sempre velate di un filo di oscurità nostalgica. Tutto questo lo si può già ascoltare nell'iniziale "The End Of The Winter Lethargy".
La sezione ritmica composta da Robert Kusik (batteria) e da Lukasz Marszalek (basso) esegue il proprio lavoro in maniera ineccepibile, senza strafare, così le chitarre di Maciej Klimek ed Alan Szczepaniak ogni tanto lanciate in buoni, seppur brevi, assolo. Fondamentale il supporto spesso soave delle tastiere di Beata Lagoda.
"Huge Black Hour" racconta che si può essere coinvolgenti e duri allo stesso momento, semplice da memorizzare. Ma i giochi cominciano a farsi seri quando giunge "Egoist", la band entra nel proprio stato d'animo quando i ritmi scemano, mostrando un anima nera malleabile alla sensibilità, elevata alla potenza dal lavoro fondamentale delle tastiere che sgocciolano note di sensibilità.
Con "Lunch" si cambia ritmo, un raggio di sole che riporta alla mente il periodo d'oro del Rock, quello sostenuto dalle chitarre dei Pink Floyd in primis. L'ingresso vocale di Lagoda è valore aggiunto, sicuramente uno dei frangenti più alti di tutto "Lost In Perception". Ancora una volta si percorrono strade introspettive nella lenta "Our Story Is Beginning Now", da sottolineare che le ballate della band non sono mai melense, richiedono sempre uno stato d'animo preparato in quanto dedite ad un modo di comporre poco scontato. Cardine della personalità odierna dei Retrospective è "Tomorrow Will Change", in essa si aggirano tutti gli ingredienti del loro composto. Riescono anche a giocare con "Musical Land", qui si avvicinano fortemente ai Porcupine Tree e comunque ci deliziano con un solo di chitarra finalmente incisivo. "Ocean Of A Little Thoughts" è leggera, melodicamente orecchiabile, sostenuta del buon duetto voce maschile-femminile. E l'album si chiude in maniera eccellente con la mini suite "Swallow The Green Tones", qui la band spara tutte le cartucce a disposizione.
Un disco che ha la capacità di non stancare nel corso dei suoi cinquanta minuti, spesso emoziona e denota fra le righe una fase di mutamento da parte della band, il classico passaggio da crisalide a farfalla, e come una vecchia ma sempre funzionante regola, sarà il terzo disco a dirci chi sono veramente i Retrospective. Intanto "Lost In Perception" lo consiglio agli amanti delle atmosfere nostalgiche e del Metal Prog non logorroico, ma anche a chi non fa del Rock un punto statico. MS

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