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lunedì 18 luglio 2011

IV LUNA

IV LUNA – The Last Day Of An Ordinary Life
Autoproduzione – Moon Voice Studio
Genere: Prog Doom Metal
Supporto: digipack cd – 2011


Non si può dire che i romani Quarta Luna siano stati fino ad ora fortunati in ambito commerciale. Come ho accennato nella recensione dell’EP “Anteroom” del 2006, hanno raccolto meno di quello che hanno seminato. Dopo due demo e tre album da studio, “The Last Day Of An Ordinary Life” è il quarto sigillo dall’umore Dark Metal con le forti tinte Prog.
Mik Chessa (voce e chitarra), Laki Chessa (chitarra), Alex Giuliani (batteria) ed Andrea “By” Caminiti (basso), collaborano in diversi altri progetti musicali, fra i quali i Doomraiser (By) e Belladonna (Alex), oltre che Helligators (Mik) e lo studio di registrazione Moon Voice Studio (Laki).
Il disco si presenta in ottima veste, pur essendo una autoproduzione, elegante ed esaustiva sia a livello di foto che di testi. La versione digipack cartonata contiene anche una bonus track dal titolo “Tentativi”. Il disco è cantato in inglese, esclusa “La Tua Voce” dedicata a Luigi Giacobbe.
La musica dei IV Luna non è di facile classificazione, anche se io li ho etichettati come Prog Doom Metal, a testimonianza di forte carattere  e di uno spiccato senso per la ricerca emotiva. Nei tredici brani contenuti nell’album, registrati dal 2009 ad oggi, si racchiudono differenti stati d’animo e di conseguenza cambi umorali. La band si presenta amalgamata, rodata e perfettamente oleata in tutti i cardini, testimonianza di un acquisita esperienza annosa dettata soprattutto dalle numerose esibizioni live. Entrando nel mondo di “The Last Day Of An Ordinary Life”, ci si imbatte in sonorità oscure, apparentemente inquietanti che si squarciano di tanto in tanto con rasserenamenti melodici. Musica che molto spesso fa pensare, sostenuta dalle forti chitarre che puntano di più all’essere che all’apparire. L’iniziale “September 28th, 2003” è gia il sunto del carattere IV Luna. Rispetto i precedenti lavori c’è un certo incrudimento del suono, il carattere si è formato e l’impatto sonoro è notevole. In “I Realize”come in altre composizioni si avvalgono anche della presenza della voce femminile di Alice Felle, essa riesce a dare ancora di più profondità al limite del gotico alle composizioni. Attenzione a certe scale sonore di chitarra, non sfuggiranno ai più attenti di voi i richiami ai King Crimson. Il suono nervoso di Fripp è in agguato.
La componente Metal è quella più marcata rispetto al Progressive, certi arpeggi ed atmosfere fanno ricordare gli Anathema, come nell’inizio di “In The Shade”, oppure certi Paradise Lost, ma questo ve lo dico più che altro per inquadrarvi certi stati d’animo che si provano all’ascolto. In realtà la sensazione di decadenza e disfacimento è palese, anche se confezionate in modo elegante. La title track non lascia adito a dubbi. L’italiana “La Tua Voce” , gia presente nell’EP “Anteroom” è dall’approccio più progressivo e le arie melodiche che la compongono alternano passaggi acustici a graffi di rabbia metallici. Buona l’energia di “Magic Room” dotata di un riff trascinante e coinvolgente. Lieve ed elegante, grazie anche alle coralità di Alice, “The Best Day”che si basa sulle regole del Rock più moderno dei Radiohead.
“The Last Day Of An Ordinary Life” è un disco che conferma le doti della band, un sound maturo e concreto, personalmente mi piacciono molto, tuttavia mi rendo anche conto che questo prodotto è mirato più ad un target di pubblico abbastanza mirato. Spero ancora una volta ( l’ennesima ) che il quartetto venga notato dagli addetti ai lavori, perché autoproduzioni del genere superano di molto certe realizzazioni di oggi. Ma tanto sono parole vane a l vento, sarà forse il genere? No, è la società di oggi che preferisce l’usa e getta. (MS)

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