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lunedì 6 giugno 2011

Tony O'Hora

TONY O'HORA - Escape Into the Sun
Frontiers

Genere: AOR
Supporto: cd - 2006



“Escape Into The Sun” è il debutto solistico del cantante dei Praying Mantis (band NWOBHM), sicuramente gia conosciuto da tutti coloro che amano il genere Hard Rock ed AOR. La sua voce è stata esaltata da molta critica specializzata, grazie alla sua impostazione melodica e sentimentale. Le tastiere hanno la loro importanza nella struttura dei brani, queste come tutti gli altri strumenti, sono affidati alle mani del polistrumentista , sennonché produttore, Magnus Carlsson (Starbreaker, Last Tribe, Allen/Lande).
Si comincia con “Broken Soul”, il suo incedere cadenzato lascia ampio spazio alla voce di Tony che sembra da subito in grande spolvero. Le melodie sono indovinate e trascinanti, soprattutto nei momenti strumentali a conferma che Tony non vuole soffocare la formula canzone con le sue esibizioni vocali. L’attenzione per una riuscita globale positiva è evidente, “Escape Into The Sun” è un momento Rock toccante, epitaffio di questa riuscita.
L’ascolto prosegue con “No More Innocence”, nulla di eclatante, ma un buon motivo che presto ci si incastona nella mente. Il ritmo cresce con “High Enough”, ma l’interesse resta più o meno stazionario. Più smielata la successiva “My Final Prayer”, sempre con chitarre distorte, ma con le tastiere più presenti. Le esibizioni strumentali di Carlsson sono sempre ottime, donando al brano una magia particolare, quella che tutti gli amanti dell’AOR vogliono sentire. A metà del disco ci imbattiamo in “Dreamless Nights”, forse uno degli episodi meno incisivi, non tanto come ritmica od esecuzione, tanto come scontatezza melodica. Ci pensa “More Than We Know” a risvegliare l’interesse, cadenzata, oscura e più drammatica delle precedenti, con una struttura decisamente anni ’80. Ampi spazi si aprono davanti a noi all’ascolto della successiva “Close To Me”, personalmente ci colgo anche qualche aggancio ai Queensryche. Un piano apre “Evil Love”, uno dei pezzi più interessanti del disco, mentre la chitarra elettrica la fa da padrona nella successiva “Black Wings”. Massiccia ed accattivante, quasi alla Accept. “Start All Over” è un sunto di quanto ascoltato sin d’ora e la conclusiva “Never Alone” colpisce al centro il bersaglio. Grande canzone emozionante.
Dopo questa analisi non resta che applaudire questo debutto decisamente positivo, sopra la media di altre produzioni del genere. MS


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