Pagine

domenica 24 aprile 2011

Uross

UROSS - 29 Febbraio (Lo Squilibrista)
Olivia Records

Distribuzione italiana: si
Genere: Rock
Support: CD - 2011




In Italia non è semplice, come si potrebbe erroneamente pensare, la vita dell’artista Rock. Spesso le migliori proposte vengono dall’underground, dove c’è ancora molta voglia di suonare ed il sogno costante di poter emergere, ma in una nazione esterofila come la nostra , tutto assume connotati ancora più ostili. I pugliesi Uross si formano nel 2005 a Monopoli ed hanno nel DNA importanti geni Rock quali Rolling Stones, U2, Bob Dylan e molto del cantautorato di nicchia come l’indimenticato Ivan Graziani e l’ironico Rino Gaetano. Tutto questo fa propendere la proposta sonora verso uno stile dall’anima assolutamente Rock, quella intesa come stile di vita e di pensiero.
Chi suona Rock è sempre contro il sistema, ostile nei riguardi del conformismo e quindi graffiante nei confronti del sistema societario. Gli Uross non sono da meno.
Il quartetto è formato da Uross (voci e chitarre), Fashion (basso), Andrea B (tastiere) e FredFallo (batteria) e si avvalgono della collaborazione di due special guest, Andrea Acquaviva alla chitarra e Giorgio Distante alla tromba. Il debutto è suddiviso in dieci tracce per una durata totale di quarantuno minuti di musica.
Uross è acido nel cantato e diretto nei testi, sopra riff che hanno basi lontane, ove si erge tutto il discorso di “Amaro”. Grinta e rabbia ponderata ne “L’Urlo”, canzone con spicchi sonori in stile Litfiba, un Rock semplice e diretto con un buon ritornello. Le chitarre ricoprono il ruolo principale nel sound della band, così “Psychoman” prosegue il discorso intrapreso con “L’Urlo”, sciolinando semplici melodie esaltate nel finale dalla tromba malinconica di Distante. Simpatica la grazia de “La Canzone Di Natale (Anche Quando Natale Non E’)”, qui l’ironia e l’approccio al brano sono farina del grande Rino Gaetano. La qualità sonora è davvero buona, equilibrata per il genere Rock. Torna la tromba in “Godot”, così i Liftiba di “Lacio Droom”, tanto per intenderci. Si fanno ascoltare con piacere gli Uross, “Oramai Andato” è un altro momento trascinante, pur restando uno dei brani più acustici dell’intero album.
“Un Tipo Chiamato Destino” sembra uscire dalla discografia di Daniele Silvestri, ancora una volta la band si coadiuva di melodie inflazionate ma sempre funzionanti. Una chitarra slide e del Rock’n Blues fanno il resto. C’è anche un brano cantato in dialetto “Sciarrabball”, uno dei momenti più belli dell’intero disco grazie alla mediterraneità del suono e dei testi. Scanzonata “Avevo Uno Snake”, un gioco breve ma ben arrangiato, anche nelle coralità. Chiude “L’Eternauta” un album che ha cose interessanti da dire e che riesce ad emozionare per semplicità e carisma .
Per essere un debutto certamente è una promessa, tuttavia la band deve spezzare l’ascolto magari con un brano strumentale, ci guadagnerebbe la fruibilità dell’insieme. Bravi, consigliati a chi vive di Rock senza troppi fronzoli. MS

Nessun commento:

Posta un commento