Camera, nuova bagarre Fini colpito da giornale
L'esame del provvedimento riprende martedi' Bossi bacchetta La Russa: 'Doveva stare zitto'
31 marzo, 17:15ROMA - L'Aula della Camera ha approvato la proposta del Pdl di fare slittare a martedi' prossimo l'esame del testo sul processo breve. La proposta e' passata pressoche' all'unanimita'. Il Pd con il capogruppo Dario Franceschini era d'accordo con la proposta di rinvio del Pdl alla prossima settimana. ''Vi arrendete incondizionatamente, e sarebbe il caso di smetterla. Un Paese in cui si trova l'Italia ha diritto di avere un governo che governi e non che pensi solo ai problemi personali del proprio capo''. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha quindi lanciato un ''auspicio'' al ministro della Giustizia: ''Operi perche' questo provvedimento torni alla sua normalita'. Lui capisce bene a che cosa mi riferisco''
Anche oggi e' stata bagarre alla Camera dopo che l'Aula ha respinto a parità di voti il processo verbale della seduta di ieri e scoppia la bagarre. Tanti ministri sono arrivati di corsa per votare ma i loro voti non sono bastati.
Quando Fini aveva aperto la votazione, ai banchi del governo con qualche sottosegretario c'erano solo i ministri Vito e Brunetta. La votazione resta aperta a lungo per permettere a tutti di votare; a un certo punto, di corsa, entrano in Aula i ministri Fitto, Gelmini, Romano, Romani, Meloni, Alfano e Prestigiacomo. All'opposizione che protesta per la lunghezza dell'apertura della votazione Fini obietta che "tutti i presenti in aula hanno diritto di votare".
Alla fine la votazione viene chiusa e il pari determina la bocciatura del verbale. Qui scoppia la bagarre. I ministri Prestigiacomo, Alfano e Brambilla si girano verso il presidente Fini con in mano le schede di votazione mentre dai banchi della sinistra gridano "Buffoni, buffoni". Dai banchi del Pdl parte un lancio di oggetti, vola un voluminoso fascicolo di emendamenti che non colpisce nessuno. Fini cerca di calmare i ministri, ma è inutile. Alfano lancia in aria la sua scheda, e Fini sospende la seduta. Dai banchi del Pdl gli gridano "Dimissioni, dimissioni", e mentre lascia l'Aula un deputato del Pdl gli tira un giornale che colpisce in pieno il presidente della Camera che punta con il dito il parlamentare.
Con la bocciatura del processo verbale viene dato mandato ai deputati segretari di stilarne uno nuovo, che deve essere nuovamente votato dall'Assemblea.
BOSSI, LA RUSSA DOVEVA STARE ZITTO - ''Doveva stare zitto. Cosi' si fa il gioco delle opposizioni. Un episodio cosi' sarebbe meglio non ci fosse stato perche' non bisogna perdere tempo ma accelerare''. Cosi' il ministro Umberto Bossi critica l'atteggiamento di ieri del ministro Ignazio La Russa. ''Se aveva paura - aggiunge Bossi - non doveva andare fuori. Oppure me lo diceva - dice il Senatur indicando il suo accompagnatore - gli davo lui che e' cintura nera di karate''. ''In un partito grosso come il Pdl e' difficile mettere d'accordo tutte le anime. Peggio per lui''. Il ministro Umberto Bossi risponde cosi' ai giornalisti che in Transatlantico gli chiedono un commento sulle dimissioni del sottosegretario Alfredo Mantovano. Profughi al Nord? Con cautela. Cosi' Bossi risponde ai giornalisti che gli chiedono se e' d'accordo sulla proposta di accogliere gli immigrati anche nelle regioni del nord
FINI, IERI INADEGUATO PRESIDIO FORZE ORDINE - Dalla riunione dei deputati questori della Camera con il questore di Roma "é emersa la difficoltà di assicurare un adeguato presidio per concomitanti esigenze di ordine pubblico e per una insufficiente informazione da parte dell'Autorità di pubblica sicurezza sulle problematiche dell'ordine pubblico nella seconda parte della giornata". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini riferendosi ai fatti di ieri in una relazione all'Assemblea. I questori, ha spiegato Fini, hanno chiesto al questore di Roma Francesco Tagliente di "garantire un più stretto collegamento con comando dei Carabinieri e l'Ispettorato di Polizia di Montecitorio, per contemperare le esigenze di ordine pubblico con il libero esercizio del mandato parlamentare e l'accesso alle sedi della Camera". Il ministro degli Interni Roberto Maroni dovrà riferire in aula su quanto avvenuto ieri fuori del palazzo della Camera.
COLLEGIO QUESTORI DEPLORA LA RUSSA PER IERI - Da parte del Collegio dei questori della Camera c'é stata una deplorazione nei confronti del comportamento tenuto ieri dal ministro della Difesa Ignazio La Russa. A renderlo noto è il presidente della Camera Gianfranco Fini nell'aula di Montecitorio.
FINI COLPITO DA GIORNALE LANCIATO DA PDL - Il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato colpito alla testa da un giornale che gli è stato tirato addosso da un deputato del Pdl mentre lasciava l'Aula di Montecitorio dopo la bocciatura del processo verbale. Il giornale ha colpito in pieno il presidente della Camera, che ha individuato il "lanciatore", con il quale ha avuto uno scambio di battute. Nel frattempo, dai banchi del Pdl in tanti gridavano a Fini "Dimissioni, dimissioni".
ALFANO GETTA TESSERA CONTRO IDV. DI PIETRO, SI DIMETTA - Un gesto di stizza e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, entra - dopo La Russa - nel mirino delle opposizioni. Alla chiusura del voto sul processo verbale Alfano, secondo quanto riferito dal leader dell'Idv, ha infatti gettato la sua tessera della Camera contro i banchi dell'Italia dei Valori. "E' stato un gesto irresponsabile, immorale, illegittimo da parte del portantino di Berlusconi", ha detto Di Pietro davanti alle telecamere e mostrando tra le mani la tessera di Alfano. "Lo denuncerò al presidente della Camera" aggiunge Di Pietro stigmatizzando "lo spregio e il disprezzo del ministro nei confronti del Parlamento". Disprezzo tale che, conclude Di Pietro, "mi fa chiedere le immediate dimissioni del ministro".
L'Ufficio di presidenza della Camera dovrebbe occuparsi anche dell'intemperanza del ministro della Giustizia che "ha scagliato il tesserino contro un esponente dell'opposizione" dopo il voto. A chiederlo è il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi nell'Aula di Montecitorio. "Il suo - aggiunge - è stato un comportamento inqualificabile per il quale dovrebbe almeno chiedere scusa". Ma Donadi alza il tono della voce quando vede il Guardasigilli ridere: "Un ministro della Repubblica - grida il deputato - dovrebbe scusarsi invece di ridere della sua bravata come se nulla fosse". Ma Alfano resta al suo posto imperturbabile mentre i deputati della maggioranza protestano contro Donadi con cori di "buu! buuu!".
REGUZZONI, FINI SIA PRESIDENTE SUPER PARTES - "Il presidente della Camera dovrebbe essere super partes. E' invece oggi Fini mi ha tolto la parola per accelerare le votazioni. Io era andato dal segretario generale a dire che volevo parlare prima che lui aprisse le votazioni". Il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, commenta così il voto di oggi in Aula che ha visto il governo andare sotto. "Fini - aggiunge Reguzzoni -ha fatto finta di non vedere i quattro ministri che stavano votando non consentendogli di terminare la procedura del voto. Io non voglio fare polemiche, ma capisco che con questo atteggiamento di Fini gli animi si surriscaldino...".
CASINI,LA RUSSA DOVEVA CHIEDERE SCUSA - Occorre ristabilire un clima normale nel dibattito politico, e per favorire questo il primo passo doveva farlo il ministro La Russa, chiedendo scusa in aula per il suo comportamento di ieri. Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, parlando con i cronisti a Montecitorio. "Questo non è più un paese normale - ha detto Casini - visto che ieri Berlusconi di fronte all'emergenza di Lampedusa é andato lì per comprare casa, visto che il sottosegretario all'interno incaricato dell'immigrazione si dimette, e visto che il ministro La Russa manda a quel paese il presidente della Camera e un capo gruppo dell'opposizione". "Qui serve - ha proseguito - che ognuno si calmi e interpreti correttamente il proprio ruolo. Il ministro La Russa non può andare in mezzo ai manifestanti e poi venire in aula a sbraitare. Per ristabilire un clima di confronto mi sarei aspettato che oggi La Russa avesse detto in aula 'scusate, mi sono sbagliato', e a quel punto le opposizioni si sarebbero dovute interrogare se strumentalizzare o superare l'episodio di ieri. Io sono per il superamento - ha concluso Casini - però servono le scuse di La Russa".
SANZIONI LA RUSSA DOPO GIUNTA REGOLAMENTO - L'Ufficio di Presidenza della Camera ha rinviato una decisione sulla sanzione da irrogare al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per il suo comportamento di ieri in Aula dopo che la Giunta per il regolamento esprimerà in merito un parere. La Giunta è convocata per le ore 16. Questa decisione è stata assunta in quanto, viene spiegato, non esistono precedenti di sanzioni disciplinari irrogate a Montecitorio nei confronti di ministri.
L'unico membro del governo che fino ad oggi aveva ricevuto sanzioni per un suo comportamento alla Camera era stato il Verde Paolo Cento, al tempo dei fatti sottosegretario all'Economia. Tuttavia, non c'é analogia con La Russa: Cento era infatti solo sottosegretario ed aveva commesso i fatti per i quali era stato sanzionato non dai banchi del governo ma da quelli da deputato. In quel caso, ai colleghi della Lega che avevano innalzato un cartello con la scritta "Bertinotti l'Africano", contro l'allora presidente della Camera, Cento aveva risposto con un altro cartello, con su scritto "Fateve 'na canna''. L'ufficio di presidenza è riconvocato dopo che la Giunta per il Regolamento avrà espresso il proprio parere, presumibilmente intorno alle 18. A quel punto verranno visionati i filmati della seduta di ieri e i Questori avanzeranno una proposta di sanzioni, che potrebbero essere non solo per La Russa ma, spiega il vicepresidente Maurizio Lupi (Pdl), "anche per tutti gli altri che in Aula ieri hanno mantenuto il comportamento sconveniente a cui tutti abbiamo assistito". Inizialmente i Questori avevano proposto di far riunire nuovamente l'ufficio di presidenza martedì prossimo, ma l'opposizione ha chiesto ed ottenuto che tutto si facesse oggi.
FINI CHIEDERA' INFORMATIVA MINISTRO INTERNO - Il presidente della Camera chiederà al ministro dell'Interno di venire a riferire su quanto è avvenuto ieri pomeriggio davanti a Montecitorio, quando i manifestanti sono letteralmente arrivati a un passo dal portone dell'ingresso principale: Gianfranco Fini ha accolto la richiesta in tal senso avanzata oggi nell'ufficio di presidenza della Camera. L'unico precedente di manifestanti arrivati così vicini all'ingresso della Camera risale al 1992; si trattava di una manifestazione di giovani di destra, e in quel caso l'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino venne a riferire a Montecitorio.