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martedì 20 dicembre 2011

X Savior

XSAVIOR - Caleidoscope
Atenzia


Che Sballo! Dalla Svezia ecco un nuovo gruppo che finalmente ha saputo lasciarmi di sasso.
Dopo i lontani tempi di Landberk, Anglagard, Anekdoten e Sinkadus ecco nuova linfa vitale per il genere. Come stile non siamo assolutamente vicini a questi gruppi che ho citato, anzi, mooolto lontani, ma l’emozione che mi hanno dato all’ascolto è stata come la loro prima volta.
Gli Xsavior sono un enorme contenitore d’idee, ma ce ne sono così tante che potrebbero spiazzare di molto l’ascoltatore. Come riferimento principale posso citare i connazionali The Flowers Kings, ma nel disco c’è incredibilmente di tutto: la prima canzone “April Skies” infatti richiama molto il gruppo di Roine Stolt, soprattutto nel canto. L’idea del caleidoscopio rende bene l’ impressione che si ha all’ascolto, immagini sonore si sovrappongono, o meglio mutano durante il corso del brano con interventi alla Queen, Oasis e Spock’s Beard… un meddle veramente singolare!
Che l’arte degli Xsavior sia unica lo dimostra pure la successiva “Lex The Fly”, ma una cosa così è indirizzata ad un pubblico di nicchia. Qui ascoltiamo voci filtrate alla King Crimson, passaggi alla Gentle Giant, un ritornello Rock AOR e brevi cenni NU Metal!? Siamo circondati di suoni e da generi d’ogni sorta e chi ama il Prog ha pane per i suoi denti. Aiutati dall’elettronica in “Mr Chair Man” i nostri ci propongono un brano dal ritornello più semplice. Pop e Metal si incrociano legandosi fra di loro con un velo di effetti tastieristici. Ancora una volta la chitarra di Benny Jansson ci regala un ottimo momento di musica. I Queen si incontrano con gli ultimi Genesis. In “Take Me Home” le acque si placano, le melodie si fanno più ariose, questa volta sono i Dream Theater più melodiosi a venire in mente, quelli di “The Silent Man”, ma incredibilmente mischiati ad Elton John! Oramai tutto sembra normale, gli Xsavior sono stati capaci di rendere personale qualcosa d’incredibilmente ampio ed apparentemente incompatibile.
Cosa può accadere ora nel successivo pezzo? In “In Memory Of…” (Taj Mahal pt1) mi sembra di ascoltare gli Yes o gli Asia, ma il Metal incalza ancora, i cori si susseguono, le tastiere sciorinano note per un overdose d’emozioni. L’interpretazione vocale del bravo Goran Edman è degna dei migliori gruppi Prog e nei successivi pezzi…. No, basta non voglio rovinare più le sorprese che contengono questi piccoli gioielli.
In simili labirinti sonori non possiamo che perderci, comunque questo non è un punto d’arrivo, ma di partenza per un intero genere che da troppo tempo ristagna nelle sue stesse sporche acque. Questi Svedesi hanno messo il seme e se sono fiori….
“Caleidoscope” (miglior titolo non si poteva trovare), per ora il miglior disco Progressive del 2005. MS


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