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mercoledì 19 dicembre 2012

HALF PAST FOUR

HALF PAST FOUR - Rabbit in the Vestibule
Selfproduced

Distribuzione italiana: -
Genere: New Prog
Support: CD 2008


 

Il Canada in ambito Rock, ci ha stupito spesso e volentieri, uscendo con band di elevata caratura ed in singoli casi perfino padri di nuovi generi. Ovviamente mi riferisco al Metal Prog ed ai Rush, ma in questo caso voglio parlarvi di una band che non ha inventato nulla e che è al proprio debutto nel Prog. Questi si chiamano Half Past Four ed il genere proposto è un New Prog misto ad influenze Jazz.
La band è composta da Constantin Necrasov (chitarre), Dmitry Lesov (basso), Igor Kurtzman (tastiere) e Kyree Vibrant (voce). Si formano nel 2005 e le influenze che manifestano nel proprio sound oscillano fra Frank Zappa, King Crimson, Jethro Tull, Marillion ed altri ancora. Tutto questo fa si che gli Half Past Four siano di difficile ubicazione, tuttavia il Progressive Rock che propongono è di facile memorizzazione.
L’affascinante copertina colpisce immediatamente l’attenzione di colui che ama il genere, classico disegno fantasioso, psicologico e particolareggiato. L’uomo che si affaccia nel mondo del coniglio ed il coniglio che si affaccia in quello dell’uomo. Due punti di visione differenti ma che si incontrano e che hanno delle analogie. La tecnica a disposizione della band è notevole e fuoriesce immediatamente nella breve iniziale “Missing Sevenths”, compreso Zappa, un buon lavoro chitarristico ed un garbato uso delle coralità vocali. Più Jazzata e sofisticata è “Johnny”, dove l’uso delle tastiere è un perfetto tassello nel puzzle sonoro. Quello che colpisce è l’insieme del suono, una macchina che si muove all’unisono, agile e frizzante, tanto da rendere difficile il credere che siano al proprio debutto. Il disco supera i sessantatre minuti ed è suddiviso in tredici brani. Manca la suite di turno, come in ogni disco Prog che si rispetti e “Poisoned Tune” con i suoi otto minuti, è il pezzo più lungo dell’album. Questo è molto vicino al New Prog dei Marillion e di Clive Nolan in generale. Bella la voce di Kyree e giusta la scelta del non strafare, ma di adoperarsi nell’interpretazione, concentrandosi sulle emozioni piuttosto che sulle scale elevate, che pur non mancano. Blues, Jazz, New Prog e molto altro nel fantastico mondo che è al confine fra l’uomo ed il coniglio, un interessante connubio che farà la gioia di molti amanti della musica in generale. Personalmente ho goduto molto durante l’ascolto dell’assolo di sax in “Southern Bolgie” ed in “Salome”, quello fatto dallo special guest Ashot Grigorian.
Un debutto interessante che lascia pienamente soddisfatti e perfino presagire un buon futuro per questa band dai gusti assolutamente raffinati. Complimenti, aspettiamo vostre nuove con curiosità e magari con una distribuzione migliore. MS


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