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lunedì 6 febbraio 2012

LA SCUOLA DI CANTERBURY

Nell'ambito storico del genere Progressive abbiamo potuto conoscere molti sottogeneri, il Sinfonico, lo Psichedelico, il Romantico, ma la Scuola Di Canterbury è l'unico che è uscito indenne dalla crisi dei primi anni '80, dirò di più, ha sempre avuto il rispetto di tutta la critica musicale di sempre. Perchè?
Difficile trovare una risposta a questa domanda, c'è da dire che comunque il genere non è che abbia mai venduto più di tanti dischi, ma ha avuto la fortuna di farlo nel tempo. Molti piccoli capolavori sono stati concepiti, soprattutto in mini suite che hanno fatto scaturire verso la fine degli anni '60 il successo del 33 giri prima succube del 45. Ma cosa è la Scuola Di Canterbury?
Le proprie origini risalgono ai primi anni '60 nella Simon Lengton School di Canterbury, dove un gruppo di amici di nome David Sinclair, Robert Wyatt, Hugh Hopper e Mike Ratledge danno vita ad un complesso studentesco dal nome di WILDE FLOWERS. Il loro sound è un Rock influenzato dal Jazz (quello Free) e completato da molta improvvisazione. Verso la fine del 1967 però il gruppo si scioglie e si divide in due tronconi, il primo capitanato da Hastings e Coughlan forma i CARAVAN, mentre il secondo con Wyatt, Ayers, Ratledge ed Allen i SOFT MACHINE. Suoni romantici addolciti da flauti che se dovessero essere immortalati con opere pittoriche potrebbero essere dipinte con tinte dolci, molti colori, ambienti favolistici e a volte epici. Il genere nel tempo resterà sempre fievolmente vivo. Esso sarà sostenuto dagli amanti della musica denominata "Dotta" e con il loro interesse farà si che in qualche modo qualcuno ancora lo suoni. Oggi come oggi non riscontriamo quasi in nessun gruppo la propria influenza, ma come si sa la musica nel tempo si ripete e chissà se a breve termine non possano rispolverarsi quei motivi dolci e bucolici che per molti anni hanno fatto sognare una generazione intera?  Dopo questo breve cenno storico, veniamo ai gruppi più importanti della Scuola Di Canterbury:
                                                     Caravan
          
Dolci, con spiccato senso della melodia, soprattutto grazie al flauto di Jimmy Hastings, i nostri ci propinano una serie di lp letteralmente imperdibili! Da “Caravan” del 1968 a “If i could do it all over again, i’d do it all over you” datato 1970, il mitico “In the land of grey and pink”(1971) e “Waterloo Lily”(1972).Per intenderci meglio, musica da” figli dei fiori”.Purtroppo a causa di rimaneggiamenti e split all'interno, il gruppo dopo i succitati lp protende  verso un deludente pop rock sempre più commerciale e  farà sì che l’ultimo disco interessante possa essere “Waterloo Lily”.
Mentre il primo album “Caravan” rimane solamente un cimelio per i pochi fortunati che sono riusciti a reperirlo, visto la poca distribuzione del medesimo,”If i could do it all over again, i’d do it all over you” è un vero e proprio esempio vivente di quello che è la “Scuola di Canterbury”.Tre lunghe suite fiabesche compongono il filastroccato pop rock del disco distribuito dall’allora Decca
“In the land of grey and pink” come dicevo prima, rimane il capolavoro assoluto , con degli arrangiamenti stupendi, dei fiati indovinati, ed una copertina bellissima.Quest’ultima ritrae un paesaggio fiabesco tutto rosa, dolce come il contenuto del disco. Si tocca l’apice con le canzoni “Golf girl” e la ballata “The land  of grey and pink”.
Nel 1972 con l’ingresso di Steve Miller al posto di David Sinclair, i nostri perdono nelle composizioni di “Waterloo lily”,  quel senso artistico di nostalgica melodia che li contraddistingue, anche se poi effettivamente il pubblico dimostra ugualmente di gradire.“Caravan & the new symphonia” del 1974 chiude in maniera poco degna la carriera prog di un importantissimo complesso che seppure si riformerà, riuscirà solamente a sopravvivere di nostalgia e ad essere l’ombra di se stesso.
                                 Camel
                                                    
Il quartetto di Andy Latimer (voce, flauto e chitarra) è sicuramente fra i più apprezzati dal pubblico e dalla critica. Coadiuvato da Peter Bardens alle tastiere e voce, da Doug Ferguson al basso e da Andy Ward alla batteria, Andy è autore di una collana di dischi tutti di elevato spessore artistico, senza grandi cali di stile. La musica espressa dai Camel sembra essere un grande cerchio, senza capo ne coda, un brano unico senza fine e questo potrebbe sembrare a prima vista un difetto ma all'ottica del genere non lo è. Infatti tutta la musica scorre molto fluidamente, sia i brani più brevi che quelli articolati, accalappiando l'attenzione dell'ascoltatore nell'arco dell'intero ascolto. La storia del gruppo nasce tardivamente rispetto ai suoi precursori, nel 1972 grazie a Peter Bardens (ex Them). La mancanza di un cantante di ruolo fa si che i momenti strumentali siano più interessanti delle parti cantate, ma in seguito con l'ingresso di Richard Sinclair (Caravan) la lacuna viene colmata, anche se il sound si sposta verso i Caravan stessi. Ironicamente la critica di allora li denominavano i Caramel. Splendida l'intesa chitarra-tastiere e con l'inserimento di parti flautistiche  i Camel entrano a ragione nell'olimpo dei grandi della Scuola Di Canterbury.
 Il disco di esordio " Camel" (MCA-1973) è gradevole e canzoni come "Six Ate", "Never Let Go" e "Mystic Queen" fanno ben sperare nel futuro. Gli argomenti fantasy sorgono nel successivo e stupendo "Mirage" (Deram-1974) dove la produzione attenta di David Hitchcock porta i Camel verso brani più strumentali con atmosfere lievi e rilassate come nella minisuite per flauto "Supertwister" o in frangenti più forti come in "Freefall". Ma il loro capolavoro per eccellenza rimane "The Snow Goose" (Decca-1975). Esso è un sunto dei due lavori precedenti e si ispira ad un racconto di Paul Gallico narrante la storia di un guardiano di faro ed un oca nel periodo della seconda guerra mondiale. L'anno successivo è la volta di "Moonmadness" (Decca-1976), lavoro più progressivo dei precedenti, leggermente più distante dalla Scuola Canterburyana. Con qualche influenza Jazz il disco si articola in parti strumentali d'atmosfera trovando il top dell'inspirazione in "Lunar Sea". Con la formazione originale questo è l'ultimo disco. L'ingresso di Sinclair porta nel successivo "Rain Dances" (Decca-1977) una ventata di innovazioni rendendo il disco piacevolissimo, paradossalmente uno dei momenti più alti del Progressive proprio mentre il genere sta  morendo. Troviamo anche ospiti come Mel Collins ai fiati e Braian Eno.
Tuttavia la carriera dei Camel scorre nel tempo lineare, senza mai cadere nella trappola del commerciale, trascinando con se un nutrito gruppo di fans che mai restano traditi dai successivi lavori. "Breathless" (Decca-1978) è l'ultimo disco storico da menzionare, per il resto tutto rimarrà molto in sordina, proprio come La Scuola Di Canterbury nel suo futuro.
                                                      Soft Machine
Robert Wyatt, Allen e soci dopo la scissione dei Wilde Flowers si danno immediatamente da fare nel trovare un nome al loro nuovo gruppo. Nel 1967 traggono ispirazione dal titolo del romanzo di william Burroughs e dopo il benestare dell'interessato i Soft Machine prendono vita. Pienamente all'avanguardia  gli inglesi propongono Psichedelia alla Pink Floyd con tanto di fumi e luci durante i loro spettacoli dal vivo. Singolare il fatto che Allen suoni con un casco da minatore in testa, Ratldege con enormi ali da aeroplano fissate nel cappello ed Ayers con dei mantelloni medievali. La magia di questi anni è irripetibile.
Non ci sono suite, ma brani al massimo di quattro minuti comunque pieni di ispirazione, a volte anche di improvvisazioni. Nel 45 giri "Love Makes Sweet Music" alla chitarra ritmica, come ospite, partecipa niente di meno che Jimi Hendrix e con lui intraprenderanno pure una tournèe negli USA. E' proprio qui che nasce il primo 33 giri del gruppo, "The Soft Machine" edito dalla Decca nel 1968. Icona della Psichedelia di fine anni '60 racchiude nei suoi solchi follia, ironia e divertimento, cosa che li distingue nettamente dai Pink Floyd. L'anno successivo è la volta del capolavoro di essenzialità, di arte avanguardistica, "Vol2". Hugh Hopper, autore della stupenda canzone "Dedicated To You But You Weren't Listening", prende il posto del bassista Kevin Ayers e Waytt si dedica interamente alle parti vocali. Kevin comunque avrà una buona carriera solistica. L'interessante ambizioso e molto strumentale "Third" (doppio LP) chiude come meglio non si potrebbe un periodo d'oro non solo per i Soft Machine, ma per tutto il Prog Canterburyano. La conferma è nel fatto che ad esso partecipano pure altri bravi strumentisti dell'ambiente come Jimmy Hastings, Nick Evans, Mark Charing ed Elton Dean presenza fissa al sassofono. Esso è suddiviso in quattro brani, uno per lato e mesce la psichedelia che li ha resi famosi ad improvvisazioni Jazz.
I Soft Machine proseguiranno la carriera con dischi dignitosi sempre intrisi di Jazz e completamente strumentali come "Fourth, Fifth, Sixt, Seventh...". Le defezioni nel gruppo saranno molteplici, a partire proprio dallo stesso Wyatt ,che formerà i MATCHING MOLE (che letto in francese sembra non a caso dire Macchina Molle, "mole machine"). Nel 1973 alla presentazione del secondo lavoro dei Matching Mole "Little Red Record" in un party Robert Wyatt, probabilmente ubriaco, cade da una finestra e rimane paralizzato per sempre alle gambe, grande disgrazia per chi suona la batteria... Malgrado tutto la sua carriera solistica da compositore sarà sempre ricca di soddisfazioni.
                                                                 Gong
                      
Molti di voi avranno sentito almeno una volta nominare i Gong del curiosissimo personaggio freak che risponde al nome di Daevid Allen (anche Soft Machine). La carriera lunghissima di questo artista Australiano è piena di ottimi dischi ma per lo più lo si associa alla pazza famiglia Gong.
Essi si formano verso i primi degli anni '70 e propongono un suono rasente il misticismo. Avventure spaziali e tanto umorismo rifiniscono le loro caratteristiche. Esordiscono con  un disco molto sperimentale nel 1970 dal titolo "Camembert Eletrique", ma è il trittico successivo a rimanere nella storia Progressiva Canterburyana, la famosa trilogia della Radio Gnome Invisible che spazia dal 1973 al '74. Nel mezzo troviamo pure una colonna sonora del 1971 per l'omonimo film "Continental Circus" dedicato a corse motociclistiche. Citato nei brani pure il nostro mito Giacomo Agostini. Ma tornando al trittico, non si può non notare una certa tendenza all'uso di sostanze acide con la ricerca dell'estasi psichica. L'immaginario di un pianeta popolato da gnometti , i Pot Head Pixies, con tanto di lunga barba e cappellino con elica diventano un vero e proprio romanzo fantascientifico e sono  filone portante dei tre lavori.
Successivamente Allen si allontana dai Gong ed i membri restanti proseguono con dischi di Jazz Rock di buona caratura. Di Allen si apprezzano molto gli LP solisti "Magic Brother, Mystic Sister" (Byg-1970) e "Banana Moon" (Byg-1971), che poi non sono stati altro che il preludio concettuale del famoso trittico fantascientifico dei Gong.

Fra il 1974 ed il 1975 la Scuola Di Canterbury conosce un momento di crisi con lo split dei suoi gruppi fondamentali, ma non solo, i restanti come Caravan od i stessi Soft Machine resistono con lavori si sufficienti ma abbastanza distanti dai canoni Canterburyani. In questo periodo il posto di maestri della Scuola spetta senza ombra di dubbio ai:
                                 Hatfield & The North
                                            
Nel 1974 la casa discografica Virgin prende sotto le sue attenzioni questo gruppo formato da quattro miti della Scuola di Lengton, Richard Sinclair (Bassista e cantante nei Caravan), Phil Miller (Chitarrista dei Matching Mole), Dave Stewart (tastierista degli Egg) e Pip Pyle (batteria pure con Daevid Allen).
Danno alla luce due dischi d'incredibile modernità, tanto è vero che il tempo ancora oggi non riesce a scalfire. L'esordio "Hatfield & The North" ed il successivo " Rotter's Club" del 1975. All'interno si possono apprezzare Rock, Jazz, Progressive e sperimentazione avanguardistica. Nelle lunghe suite non ci si annoia di certo, melodie vincenti  si movimentano in atmosfere a volte sognanti ed a volte fredde. Malgrado tale magnificenza di sonorità, il pubblico di allora non regala molte soddisfazioni a questi inglesi i quali nel 1975 stesso decidono di interrompere questo viaggio.
Dopo poco tempo si riformano sotto il nome National Health e l'ausilio di Phil Miller e verso la fine degli anni '70 producono l'ottimo "National Health, Of Queues And Cures", forse uno degli ultimi ottimi momenti del genere. "DS AL Coda" chiude la loro breve discografia.
                                  EGG
Il tastierista Dave Stewart forma alla fine degli anni '60  gli Egg che possono considerasi come una via di mezzo fra Caravan e Soft Machine. Clive Brooks alla batteria e Hugh Montgomery-Campbell alla voce e basso completano il trio. Influenze classiche e lontane sfumature Jazz invadono le coraggiose arie di  "Egg"(Deram Nova) esordio discografico del Marzo 1970. Musica difficile, dedicata ad un pubblico attento, di ampie vedute e logicamente non da ascoltare per canticchiare tanto meno da ballare. In esso ci sono presenze di tempi dispari come ad esempio in "I Will Be Absorbed".
Ancora più difficile il successivo "The Polite Force" (Deram 1970) e grandiose le tastiere di Stewart in "A Visit To Newport Hospital". In complesso il disco rimane comunque molto freddo. Gli Egg hanno vita breve, salvo riaffacciarsi al mondo musicale nel 1974 con "The Civil Surface" (Caroline) ma in questo caso non sono più un trio. Stewart si ritroverà nel 1972 con il suo vecchio compagno Steve Hillage nei Khan per dare vita ad un buon disco di matrice Canterburyana dal titolo "Space Shanty".
                           HENRY  COW
Gruppo sorto nel 1968 ma sempre relegato in disparte a causa di una frequentazione live sempre al di fuori di ogni corrente stilistica, trova consensi di pubblico solamente dopo essere accasati nella nuova etichetta Virgin nel 1973. Fred Frith (Chitarre, violino, piano e voce), Lindsay Cooper ( fagotto, oboe e voce), Chris Culter (batteria, piano e voce), John Greaves (basso, piano e voce) e Tim Houdgkinson (tastiere, fiati e voce) sono i componenti dotati di una tecnica artistica fuori del comune. Raggiungono l'apice del successo grazie alle date dal vivo come gruppo supporter di Mike Oldfield durante il "Tubular Bells Tour", compresa la storica data al Queen Elizabeth Hall. Le parti cantate sono poche, ma molto vicine a quelle della Scuola di Canterbury, per il resto la musica è molto Rock. Storiche anche le date Parigi, Londra e Roma con Robert Wyatt nel 1975 e quelle del 1977 con la  Mike Westbrook Orchestra. Nel 1973 producono "Legend" (Virgin-1973), lavoro imperniato sul jazz più avanguardistico steso in lunghi brani dediti a molta improvvisazione. Altri titoli interessanti sono "Unrest" (Virgin-1974), "Desperate Straights" (Virgin-1975), "In Praise Of Learning" (Virgin 1975) ed il live "Concerts" (Virgin 1976 2lp).
Influenze del genere le troviamo in seguito pure nel bravissimo gruppo decennale  CAMEL del virtuoso e leader chitarrista Andy Latimer. Questo soprattutto grazie al lavoro in qualche disco di Sinclair. Altri seguaci futuri degli anni '80 degni di essere menzionati sono i tedeschi Rousseau autori di quel "Flower In Asphalt" che tanti amanti del genere ha fatto godere.Questo combo Tedesco nasce nel 1978 ed il suo nome si ispira ad un illustre filosofo Francese del diciottesimo secolo. Le atmosfere del disco sono largamente rilassanti e semplici grazie al delizioso flauto di Christoph Huster. Brani che ci fanno sognare la natura e la sua quiete, da qui l'identificazione con il succitato filosofo. 'Flower in asphalt' , il titolo è forte come la copertina disegnata da H.G. Ruppik che rappresenta un fiore nato nell'asfalto in una via di una cittadina chiaramente inospitale. Nell'accurato ascolto notiamo contaminazioni di COLOSSEUM, KING CRIMSON e GENTLE GIANT.
Anche i Neuschwanstein hanno saputo dire la loro.
                                  
Il gruppo nasce nella Volkingen School di Saarland in Germania nel 1971 per merito di Thomas Neuroth (tastierista) e di Klaus Mayer (flauto e sintetizzatori). Dopo aver visitato il castello di Neuschwanstein del re Ludovico nelle alpi Bavaresi, i ragazzi per il nome decidono d'ispirarsi al monumento visto che le atmosfere di quell' antico periodo cadono perfettamente a pennello con le loro sonorità romantiche e sinfoniche.
Inizialmente suonano cover di artisti anglosassoni (Rick Wakeman) dopodiché passano a comporre del proprio e nel 1974 riscuotono un buon successo con 'Alice in Wonderland'.
I loro concerti sono accompagnati da costumi di scena abbastanza particolari, ossia sono vestiti da monaci con un saio bianco! Riscuotono un sufficiente seguito di pubblico. Prima di arrivare a quel suono Genesiano che riscontriamo in 'Battlement'i NEUSCHWANSTEIN agli albori si accostano più ad un connubio tra Caravan e Jethro Tull, questo grazie soprattutto al flauto di Mayer.
                                     
Per concludere in bellezza, dalla lontana Australia nel 1975 Sebastian Hardie ci regala un capolavoro assoluto, oggi edito dalla francese Musea, dal titolo "Four Moment". Da avere.

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