Di Salari Massimo
Il Progressive Rock in Italia è giunto con due anni di ritardo rispetto all'Europa, siamo nel 1970, ma la nostra cultura e la nostra fantasia hanno sposato a pieno la causa sperimentale. In effetti noi italiani siamo molto aperti all'arte, e alla creatività, lo abbiamo dimostrato nella moda, nell'architettura, nella pittura e in tutte le arti. La nostra storia è piena di geni e di conquistatori. Con questo carattere pionieristico e con tanta voglia di creare, i nostri artisti musicali si sono gettati anima e corpo in questo mare sonoro. In verità non è che si è sempre riusciti ad inventare molto, ma si è preso tutto quanto i maestri inglesi e chi per loro ci hanno insegnano e lo si è amalgamato con le nostra inventiva mediterranea, cercando di ottenere un risultato molto personale, e così è stato. Ecco dunque sorgere centinaia e centinaia di gruppi e sottogruppi con la voglia di inventare qualcosa di nuovo, di dar vita a nuovi linguaggi espressivi. In verità nel tempo sono stati prodotti per lo più dischi "incompresi" in tirature limitate e spesso più amati all’estero che in patria, per poi, quasi sempre, sparire nel nulla. Questi dischi sono divenuti oggetto di culto per molti collezionisti del genere, ma obbiettivamente non sempre sono stati portatori di vera qualità.
Gli anni '70 sono quelli delle contestazioni, delle fazioni pseudo-politicizzate che si cimentano in manifestazioni utopistiche. Si ha la pretesa di ascoltare la musica gratis, i concerti non devono avere un biglietto. Ecco le invasioni di palco, quelle che hanno fatto discutere tanti artisti ed in alcuni casi (vedi Francesco De Gregori, pesantemente condizionato per decenni) addirittura abbandonare per un lungo periodo le performance. I raduni musicali sono davvero tanti, i più importanti sono quelli di Parco Lambro (Milano), Villa Pamphili (Roma), Gualdo (Gualdo Tadino -PG), Il Piper di Roma con la sua "Controcanzonissima" e Palermo Pop. Gli anni '70 sono anche quelli delle case discografiche, ne esistono almeno una ventina e tutte con l'umana possibilità di interagire con il proprio padrone. Oggi ne riscontriamo davvero poche così. Negli anni '70 il nome non è "Progressive Rock", ma "Pop".
LE RADIO LIBERE
Nascono le prime radio libere e con loro le speranze di tanti giovani che tentano di fuoriuscire dalla massa, potendo esprimere liberamente il proprio pensiero, giusto o sbagliato che sia. Nascono come funghi e di tutte le dimensioni, chi con buone idee, chi con scarse. Ma la possibilità di farsi sentire in ogni proprio territorio alla lunga non paga, se i contenuti sono scialbi o quantomeno utopistici la gente non ascolta, cala l'interesse, la pubblicità non gira più e la frittata è fatta. Le radio, dopo un clamoroso boom iniziale, con il tempo si stabilizzano. Alcuni nomi delle antenne più importanti sono: Radio Alice (Bologna), Radio Montevecchia, Canale 96 (Milano), Radio Popolare (Milano), Radio Città Futura (Roma) e Radio Torino Città. Anche la RAI partecipa alla cultura Progressiva in maniera attiva, grazie a programmi importanti e di spessore cultural-popolare del calibro di : "Per Voi Giovani" (con Renzo Arbore alla guida), "Bandiera Gialla", "Hit Parade", "Alto Gradimento" e "Long Playing".
LA STAMPA
Esiste anche un buon movimento di stampa di settore, la quale, a differenza di quella d’oggi, partecipa attivamente allo sviluppo della musica, entrando spesso e volentieri in colluttazione verbale diretta con gli stessi artisti. La critica a volte feroce, porta anche a buoni frutti, vedi Demetrio Stratos (Area) e Gong, mensile di buon successo. L'artista si misura con il critico Riccardo Bertoncelli e cresce d'esperienza. Le riviste mettono in evidenza lo spessore umano dell'artista, molto più disponibile al contatto rispetto quello di oggi, sicuramente più insicuro di se e dei propri mezzi. I prodotti degli anni '70 sono decisamente meno studiati a tavolino proprio per questo, l'autore si arricchisce contraccambiando giudizi con il pubblico e addetti al lavoro, pur restando un individuo dalla distinta personalità. Ecco l'importanza di riviste come Ciao 2001, Muzak, Gong, Re Nudo, Super Sound e Qui Giovani.
LA STRUTTURA DEL PROGRESSIVE ITALIANO
Nonostante tanto fermento sono veramente pochi i complessi che rimangono nella storia: Banco Del Mutuo Soccorso, il primo Battiato, Orme, Area, New Trolls, Arti & Mestieri e solo uno che sfonda anche all'estero (precisamente in America) , la Premiata Forneria Marconi. Il nostro messaggio musicale è dunque frutto in buona parte di spunti presi, ma è altrettanto vero che la nostra innata classe e la voglia d’arte è così grande da non renderci secondi a nessuno. Basti pensare che il Rock impegnato (musicalmente parlando) e cervellotico dei Gentle Giant ha fatto proseliti soprattutto in Italia, mentre in patria (Inghilterra) e nel resto d'Europa, meno. Oppure che il nostro movimento è ancora ricercato nell’est asiatico e in particolare in Giappone, una delle nazioni che più ha apprezzato il nostro sviluppo musicale degli anni '70-'76.
I nostri gruppi danno molto risalto ai testi, a volte così complicati da risultare completamente incomprensibili. In alcuni casi invece ci si getta nel serio mondo della politica, con la speranza di cambiare il mondo, diventando una bandiera per un intero popolo (vedi Area). E ancora ci si getta nello spirituale, trattando argomenti come la religione, è il caso della "Bibbia" dei Rovescio Della Medaglia. Parola d'ordine è stupire, ma allo stesso tempo essere immediatamente riconoscibili, per questo i nostri ragazzi si inventano nomi particolari, facilmente riconducibili al genere. Basta con nomi secchi come I Quelli, oppure I Califfi o i Corvi, ma via libera alla fantasia con Quella Vecchia Locanda, Raccomandata Ricevuta Ritorno, Il Rovescio Della Medaglia, Biglietto Per L'Inferno, La Locanda Delle Fate, Consorzio D'Acqua Potabile e quant'altro andremo ad esaminare di seguito.
Anche le copertine sono piccoli affreschi di quello che il vinile va a rappresentare, ma come sappiamo questa è una prerogativa del Progressive Rock mondiale, così come le suites contenute all'interno dei 33 giri. Le lunghe composizioni portano al successo questo formato vinilico, prima di esso c'è solo il dominio del 45 giri. Il sottobosco è quello più fluente, con migliaia di gruppetti mal distribuiti ed è qui che a volte ci si imbatte in preziosi frutti, tutto sta nel paziente ricercare. Oggi per fortuna (o sfortuna per i collezionisti) grazie ad alcune case discografiche come Akarma, Black Widow Records, BTF, Mellow Records ed Edel, la ricerca è meno difficoltosa e possiamo godere a pieno di questi buoni frutti. Il piccolo elenco che andiamo ad analizzare non è altro che una guida al meglio della nostra produzione, quello che ognuno di noi deve conoscere per apprendere meglio il fenomeno italiano. Ovviamente non siamo miliardari da poterci permettere tutto, ma questi sono i lavori degni di nota e l'acquisto di ognuno di questi è sicuramente un buon affare.
LE VOCI NEL PROGRESSIVE ITALIANO
Ma questo mondo fatto di fate, inferni, lucciole, balletti e quant’altro la fantasia ci ha elargito, è così perfetto come si dice? Ovviamente no, uno dei punti nevralgici della nostrana scena Progressiva si trova dietro al microfono. Mentre la tecnica strumentale, la fantasia compositiva e le melodie volano alte, il canto spesso e volentieri riporta tutto a terra. Questo strano fenomeno non trova effettiva spiegazione (a parte il fatto che la grande tecnica strumentale porta freddezza alle interpretazioni), tuttavia la situazione va denunciata, causa la sua grande diffusione. Sciocco sarebbe fare finta di nulla. Abbiamo incontrato nell’arco dei dieci anni Progressivi più importanti, gli anni ’70, cantanti validi come Demetrio Stratos (Area), Bernardo Lanzetti (Acqua Fragile), Francesco Di Giacomo (Banco Del Mutuo Soccorso), Alan Sorrenti ed Ivano Fossati (Delirium), ma rispetto la quantità dei complessi , davvero una goccia in un mare. In tutto il mondo del Progressive non è che si ascoltino tanti di quei cantanti all’altezza, la storia ce ne annovera davvero pochi, ma il fenomeno nostrano è quantomeno singolare. Analizziamolo brevemente in questo rapido viaggio:
Albero Motore- La voce di Glauco Borelli non è malvagia, leggermente roca richiama alla memoria quella di Franz Di Cioccio (PFM), ma a tratti poco evocativa.
Alphataurus- Bavaro Michele è vocalmente ben dotato, anche se deficita leggermente sul lato interpretativo. Comunque più gli alti che i bassi.
Alusa Fallax- “Intorno Alla Mia Cattiva Educazione” è un gran disco, Augusto Cirla è autore di una buona interpretazione, grande l’intento ma il risultato vocale non è sempre sufficiente.
Arrow Head- Il gruppo è sotto la visione di Franco Battiato e Marco Zoccheddu è colui che ha le redini del gruppo. Suona la chitarra, le tastiere e l’armonica, ma la sua voce è fredda e sembra priva di esperienza. Unico limite di un ottimo disco.
Il Balletto Di Bronzo- Gianni Leone è un genio, il suo gruppo ha scritto una pagina importantissima della storia del genere. La sua voce non è brutta, ma ancora una volta manca l’interpretazione adeguata. Essa risulta distaccata e fredda rispetto ai suoni.
Blocco Mentale- Solo i coretti alla New Trolls riescono a salvare alcuni passaggi davvero scadenti. I cantanti sono due, Aldo Angeletti e Dino Finocchi. Uno ha una voce più profonda ed interessante, l’altro purtroppo non è dotato.
Biglietto Per L’inferno- Canali Claudio ed il suo gruppo sono fra i più grandi di sempre, anche perché poi “Biglietto per L’inferno” è uno dei pochi esempi di Hard Rock Italiano, ma il cantato è limitato e fatica a salire. Buona invece l’interpretazione che riesce a sopperire questo limite.
Buon Vecchio Charlie- La voce del chitarrista Richard Benson non è che abbia difetti in particolare, forse il punto è proprio questo,serve più carattere.
Capsicum Red- Il gruppo del futuro Pooh, Red Canzian, ha un cantato al limite dell’ascoltabile, classico esempio di pecca canora del settore.
Corte Dei Miracoli- Altra voce pulita, senza pecche apparenti, ma ancora una volta priva di grande personalità, quella di Graziano Zippo. Peccato perché “…E Verrà L’Uomo” è un pezzo da novanta.
Errata Corrige- Cavalieri, foreste, draghi, ma la voce non c’entra nulla. I cori nascondono i limiti, Mike Abate, Gianni Cremona e Guido Giovine ce la mettono tutta, ma c’è poco da fare.
Odissea- Roberto Zola è buon interprete, la voce roca alla Fausto Leali è un punto a suo favore, ma a tratti risulta essere fastidiosa, forse incongruente con quanto si ascolta musicalmente.
Panna Fredda- Voce giusta per i parametri anni ’70, l’impostazione che ha oggi però suona anacronistica. Angelo Giardinelli non ha nulla da rimproverarsi, la sua prova è al limite della sufficienza.
Raccomandata Ricevuta Ritorno- Luciano Regoli ha una voce alta e squillante, fra le migliori del settore.
Rovescio Della Medaglia- Grandi cori, ottima musica, un pezzo di storia avanti a noi, ma le voci risultano essere troppo squillanti. Meglio nei momenti più pacati.
Rustichelli & Bordini- “Opera Prima” è un capolavoro di batteria e tastiere, ma Rustichelli al microfono forza la mano, è sgraziato e rovina l’ambientazione sonora creata a DOC. Peccato.
Saint Just- Jenny Sorrenti è una cantante davvero eccellente, ma certe forzature a volte risultano essere stucchevoli. Nel tempo l’artista ha saputo maturare.
Uovo Di Colombo- La sperimentazione non va a braccetto con i cantanti (a parte il caso Area), questo è oramai appurato. Anche in questo caso non siamo di fronte ad un cantante malvagio, ma ad una musica che sovrasta il tutto, compresa la voce normalissima di Toni Gionta.
Jumbo- Fella ha personalità, grinta ed una voce finalmente particolare nella sua rudezza. Ci sono solamente alcune forzature di troppo che potevano essere evitate. Non sempre la musica proposta necessita di cotanta foga interpretativa. “Jumbo” e “Vietato Ai Minori Di 18 Anni?” sono comunque due capolavori.
Questi a grandi linee sono i gruppi ed i cantanti verso i quali si sono alzate le maggiori critiche riguardo le interpretazioni vocali. Malgrado tutto i dischi da loro prodotti hanno fatto la storia di questo genere, che vedrà la fine solamente verso il 1978. Ovviamente quelli non citati superano almeno la media, toccando ampiamente la sufficienza.
I GRUPPI
(I nomi qui riportati sono di coloro che ho potuto ascoltare approfonditamente perchè dischi in mio possesso fra originali e ristampe. La lista è solo un sunto di un grande movimento. Sono consapevole della mancanza di molti altri nomi, non me ne vogliate, grazie).
Acqua Fragile- Il gruppo del futuro PFM Bernardo Lanzetti è uno dei pochi a cantare in inglese. Provenienti da Parma si dedicano ad un Prog sinfonico ed acustico tipicamente inglese. Faranno da spalla anche alla PFM nelle date dal vivo. Molti richiami a Yes e Genesis. Da avere. "Acqua Fragile" (Numero Uno-1973) e "Mass-Media Stars" (Ricordi-1974).
Agorà- Provenienti dall'entroterra marchigiano il gruppo del fabrianese Renato Gasparini (chitarra) nasce come live band, con date importanti come quelle in Villa Pamphili, Parco Lambro o quella stampata in vinile di "Live In Montreaux" (Atlantic -1975). Il loro Rock è impreziosito dal Jazz con una spolverata di Folk. A seguire "Agorà 2" (Atlantic-1976), "Ichinen" (Immaginifica - 2014), "Bombook" (Cramps/Sony - 2016).
Aktuala- Flauto, fiati ed armonica sono la prerogativa di questo quartetto. La loro musica ingloba molteplici culture, mediterranee, africane ed orientali. Assidui frequentatori di piazze e di Festival, ci lasciano lavori etnci molto gradevoli come "Aktuala" (Bla Bla- 1973) , "La Terra" (Bla Bla-1974) e "Tappeto Volante" (Bla Bla-1975).
Albero Motore- Sotto la supervisione di Ricky Gianco il quintetto in questione alterna un Rock a tratti pianistico dalle sfumature Jazz, a momenti più pacati. I testi sono molto importanti, "Il Grande Gioco" (Car Juke Box/Ricordi-1974) è l'unica testimonianza in 33 giri. Producono anche un 45 giri dal titolo "Messico Lontano".
Alphataurus- Provenienti da Milano nella classica formazione a cinque, batteria, chitarra, tastiere, basso e voce incidono "Alphataurus" (Magma-1973) disco di grande bellezza e con all'interno un ottima mini-suite dal titolo "Peccato D'orgoglio". Psicologicamente toccante la copertina del disco raffigurante una colomba bianca della pace con tanto di ramoscello d'ulivo in bocca che, durante il volo, dal petto lascia fuoriuscire delle bombe!
Alusa Fallax- Provengono da Novara e propongono un modulo classico. Il loro disco "Intorno Alla Mia Cattiva Educazione" (Fonit-1974) è molto raro e nelle sue note aleggia anche un poco di confusione. In circolazione anche il 45 giri "Dedicato A Chi Ama- Tutto Passa".
Area- Il gruppo del geniale Demetrio Stratos, la voce polifonica del nostro mondo musicale. Associati ad idee di estrema sinistra per i loro concept, vanno diritti per le loro idee cantando per piazze e scuole di tutta Italia. Strumentisti di grande talento sono autori di una musica si popolare, ma anche molto Jazz ed innovativa. Le sperimentazioni di Stratos sono storiche, così come lo studio sulla sua voce, le polifonie e sul fischio glottico. Da avere almeno i primi quattro: "Arbeit Macht Frei" (Cramps-1973), "Caution Radiation Area" (Cramps-1974), "Crac!" (Cramps-1975) ed il live "Are(A)zione" (Cramps-1975).
Arti + Mestieri- Questo complesso è uno dei migliori rappresentanti del nostro panorama nazionale. Furio Chirico (ex Trip) è il leader. La musica è magniloquente, a tratti alla King Crimson, con Violino, Sassofono e vibrafono oltre i classici strumenti, più il mellotron. Da avere il bellissimo esordio dal suggestivo titolo "Tilt (Immagini Per Un Orecchio)" (Cramps-1974) e "Giro Di Valzer Per Domani" (Cramps-1975).
Il Balletto Di Bronzo- Formazione a quattro capitanata da Gianni Leone dedita ad un Rock complesso e molto tecnico. Molti cambi di tempo e grandi fughe strumentali. Da avere "Sirio 2222" (RCA-1970) e "Ys" ( Polydor-1972 ).
Banco Del Mutuo Soccorso- Il gruppo dei fratelli Nocenzi (Vittorio e Gianni) è, assieme alle Orme e alla PFM, il portabandiera del Prog italiano nel mondo. Dotati di un sound strettamente personale, aprono una nuova porta all’interno del genere stesso. I testi sono molto importanti e la voce del carismatico Francesco Di Giacomo è sicuramente la migliore che si possa trovare in circolazione. Da avere: "Banco Del Mutuo Soccorso" ( Ricordi-1972 ), "Darwin!" ( Ricordi-1972 ), "Io Sono Nato Libero" ( Ricordi-1973 ).
Battiato Franco- E' uno degli sperimentatori più grandi che la storia del genere abbia conosciuto. Con il suo personale strumento VCS3 cerca di esplorare sonorità nuove. I testi sono dotti, particolarmente destabilizzanti, così come la copertina di "Fetus" (Bla Bla-1972), opera prima dell'artista siciliano. Con il successivo "Pollution" (Bla Bla-1973) la ricerca prosegue, troviamo un Battiato provocatore nei testi, impegnato in un fantomatico progetto ecologico dal nome "Centro Internazionale Studi Magnetici". Qui il VCS3 trova largo spazio e diventa fido amico dell'artista per parecchio tempo. In "Areknames" si diverte anche a pronunciare i testi al contrario. Ma il massimo dell'ispirazione Progressiva Battiato la raggiunge nella spettacolare "Sulle Corde Di Aries" (Bla Bla-1973), opera matura e fluida. In seguito il cantautore troverà migliori soddisfazioni in dischi più popolari che tutti ben conoscete, mantenendo comunque una levatura notevole, a partire da "L'Era Del Cinghiale Bianco".
Biglietto Per L’Inferno- Claudio Vanali, flautista e cantante, è il leader carismatico di questo gruppo che propone un Rock dalle tinte Hard. Il disco " Biglietto Per L’inferno" ( Trident-1974 ) ha fatto storia.
Buon Vecchio Charlie- I Romani sono ricordati per l'unico lp " Buon Vecchio Charlie" (Melos-1992), un disco di grandissimo valore, fatto da ottimi strumentisti (sei) e buoni assolo. I brani sono lunghi e variegati, pane per le orecchie del Prog fans.
Campo Di Marte- Il quintetto fiorentino lascia ai posteri un solo disco, "Campo Di Marte" (United Artist-1973) escludendo il live del 2003 "Concerto Zero : Live 1972/2003". Buoni i momenti di flauto.
Canzoniere Del Lazio- Se c'è un gruppo che ha saputo unire Folk al Rock con tanta gavetta acquisita per le strade e la politica, questi sono proprio loro. Sterminate le date live ed ottima anche la discografia, con ben cinque dischi, un buon record per allora.
Capsicum Red- Disco unico per questa formazione creata dal futuro Pooh, Red Canzian. Prog sinfonico con Hammond, Piano e Chitarra acustica. "Appunti Per Un Idea Fissa" (Bla Bla-1972) rivisita la "Patetica" di Beethoven.
Carnascialia- Con questo "supergruppo" siamo verso la fine dei giochi, nel 1979 e i Carnascialia cercano di aprire, invano, nuove vie di salvezza per l'intero genere. La partecipazione di artisti come Pasquale Mineri, Giorgio Vivaldi (Canzoniere Del Lazio), Mauro Pagani, Carlo Siliotto e Piero Brega la dicono lunga sul progetto in questione. Se poi annotiamo la giunta di Ares Tavolazzi, Giulio Capiozzo e Demetrio Stratos (praticamente mezza Area) nelle esibizioni dal vivo, allora ci rendiamo perfettamente conto dell'importanza dell'operato. "Carnascialia" (Mirto-1979).
Celeste- Toccata e fuga per questo quartetto ligure. Sorti da una costola de Il Sistema, i Celeste propongono una musica d'atmosfera fiabesca, con tanto d'immancabile flauto a fare da spalla alle divagazioni acustiche della chitarra di Mariano Schiavolini. Il disco in questione si intitola "Principe Di Un Giorno" (Grog-1976)
Cervello- Altro complesso autore di un solo disco. Corrado Rustici (chitarra, flauto e voce) è il fratello di Danilo degli Osanna. Molti fiati con Giulio D'Ambrosio (Sax Flauto e voce) e Gianluigi Di Franco (Voce e Flauto) oltre che con Corrado. Jazz rock davvero apprezzabile in "Melos" (Ricordi-1973).
Circus 2000- Questo quartetto si contraddistingue dalla massa per la bella voce della cantante Silvana Aliotta. Buone soluzioni Rock chitarristiche nei due dischi ora ristampati dalla nostrana Akarma, con qualche velatura Dark. Il cantato è in Inglese. "Circus 2000" (Rifi-1970) e "An Escape From A Box (Fuga Dall'Involucro)" (Rifi-1972) sono i due lavori che ci hanno lasciato.
Corte Dei Miracoli- La formazione a cinque si avvale di ben due tastieristi, Alessio Feltri e Riccardo Zegna, oltre che alla gentile collaborazione di Vittorio De Scalzi (New Trolls). Il Loro Prog è a tratti ingenuo, ma l'unico disco da loro edito si lascia godere per i buoni passaggi strumentali, come ad esempio nell'iniziale "E Verrà L'uomo", dove le tastiere elettroniche imbastiscono un bel tormentone."Corte dei Miracoli" (Grog-1976).
Dedalus- Quando si dice sperimentazione nell'ambito, non si può fare a meno di citare il gruppo dei fratelli Di Castri, Marco (Chitarra e sax) e Furio (Basso). Le sfuriate Jazz la fanno da padrone ed il quartetto in questione dà alla luce due validi lavori come "Dedalus" (Trident-1973) e "Materiale Per Tre Esecutori E Nastro Magnetico" (Trident-1974).
De De Lind- Provenienti da Milano i De De Lind producono questo disco di Rock Progressivo d.o.c. con tanto di flauto veramente degno di nota dal titolo "Io Non So Da Dove Vengo E Non So Mai Dove Andrò. Uomo é Il Nome Che Mi Hanno Dato" (Mercury-1973), forse il titolo più lungo della storia.
Delirium- Il giovane Ivano Fossati ci regala un disco di rara bellezza e dolcezza con i suoi Delirium, titolo "Dolce Acqua" (Fonit-1971). Mitica "Jesahel". Il loro è un Pop molto melodico.
Errata Corrige- Vanno citati solamente per la realizzazione di un disco leggero ma bello, in formazione classica con tanto di flauto. Il suono è acustico ed il disco si intitola "Siegfried, Il Drago Ed Altre Storie" (GT-1976).
Flea- Testi in inglese e contaminazioni Jazz nel primo lp e Rock nel secondo. Buoni i passaggi di Sax. Agostino Marangolo lo ritroveremo in seguito in altri grandi complessi come i Goblin, Napoli Centrale e New Perigeo. Da ascoltare "Flea On The Honey" (Delta -1971) e "Topi O Uomini" (Fonit-1972).
Flora Fauna E Cemento- Il gruppo si avvale della partecipazione di Mario Lavezzi e dell'apporto di Mogol. In questo caso il Prog è quasi del tutto assente, i passaggi sono più orientati verso il Pop, ma la bellezza di alcuni fraseggi meritano almeno una citazione nel contesto. Da segnalare anche la presenza al basso del futuro giornalista sportivo Bruno Longhi. Da ascoltare "Rock" (Numero Uno-1973) e "Disamore" (CBS-1975).
Giganti-Geniale gruppo Pop, maestro nelle interpretazioni vocali dal tono fumettistico. Hanno fatto la storia di Sanremo e del Cantagiro con brani come "Tema", "Proposta" e "..La Bomba Atomica..". Nel 1971 si congedano dal pubblico con un disco importante, coraggioso sia nei testi (si parla di mafia ed acqua nelle case) che nella musica, "Terra In Bocca" (RiFi-1971).
Goblin- Il gruppo di Claudio Simonetti, figlio del compianto maestro d'orchestra Enrico, trova il perfetto equilibrio artistico con Dario Argento ed i suoi film. Come non citare capolavori come "Profondo Rosso" (Cinevox-1975) e "Suspiria" (Cinevox-1977). Da segnalare anche il buon "Roller" (Cinevox-1976). La loro lunga carriera sarà ricca di soddisfazioni, ma anche di pause.
Garibaldy- I quattro Genovesi sono passati alla storia, oltre alla musica, per la bella copertina di Guido Crepax, ricordate la donna nuda distesa su un paesaggio fantastico con sopra molti animali? Ha fatto epoca e arricchito ancora di più un genere. Davvero molte le influenze, dal Jazz al Rock più Psichedelico. Ottimo lavoro alla chitarra da parte di Bambi Fossati, quasi alla Hendrix. "Nuda" (CGD-1972) e "Astrolabio" (Fonit-1973) sono due ottimi dischi. Il secondo è composto da due lunghe suite, una per lato. Il cantato è in Italiano. Per i più curiosi Gleemen è il nome dello stesso gruppo, solo che è autore di un solo disco dal titolo "Gleemen" (CGD) del 1970.
Jumbo- Innovativi, malinconici ed aggressivi questi ragazzi provenienti da Milano. Il leader Alvaro Fella è un grande artista oltre che grande interprete di testi cantati in italiano. Da avere: "Jumbo" (Philips-1972) ,"DNA" (Philips-1972) e "Vietato Ai Minori Di 18 Anni?" (Philips-1973).
Latte E Miele- Ecco un caso di musica rivolta alla spiritualità. I temi trattati sono religiosi, rivolti anche al Vangelo, mentre la musica è un buon Rock Progressivo sinfonico. Provenienti da Genova sono un trio composto da Marcello Della Casa (voce, chitarra e basso), Alfio Vitanza (batteria, flauto e voce) e Oliviero Lacagnina (Tastiere e voce). Alfio è uno dei più giovani artisti italiani, quando incide il disco ha solamente sedici anni! Da avere: "Passio Secundum Mattheum" (Polydor-1972) e "Papillion" (Polydor-1973).
Locanda Delle Fate- Musica sognante, romantica , Rock, tecnica, mediterranea, un mix micidiale per quel periodo. Vanno ricordati per aver composto il capolavoro che sancisce la fine del genere alla fine degli anni '70, quel "Forse Le Lucciole Non Si Amano Più" (PolyGram-1977) che non deve assolutamente mancare nella vostra discografia.
Maxophone- Formazione a sei ed una miriadi di strumenti compresi il solito flauto, vibrafono e fiati vari, per un gruppo autore negli anni '70 di un solo disco dal titolo "Maxophone" (Produttori Associati-1975). Cantato in italiano e anche una versione in lingua inglese, nasconde perle di Rock italiano da non lasciare nel dimenticatoio.
Metamorfosi- La religione è l'argomento trattato da questo combo Progressivo. Davide Spitaleri ha una buona voce rispetto la media italiana, da sempre deficitaria nel campo. Classica formazione a cinque con l'immancabile flauto. Da avere: "E Fu Il Sesto Giorno" (Vedette-1972) e "Inferno" (Vedette-1973).
Museo Rosenbach- Prog colto quello dei cinque ragazzi del Museo, ambizioso nei testi intellettualoidi rivolti alla ricerca del "Superuomo". Ma cotanto impegno ha portato loro grandi problemi "politici", tacciandoli di idee di destra, forse anche a causa del puzzle della copertina dove nella composizione di un volto femminile appare anche il viso di Mussolini. Grande Rock nel concept, uno dei più belli dei primi anni '70, anche se il suono sembra non reggere molto il tempo. "Zarathustra" (Ricordi-1973) è il titolo di questo capolavoro. Dicono di se: "L'uomo museo è lavaggio del cervello, utopia e falsità. Il museo è aperto tutti i secoli ed a tutte le illusioni, ma non E' MAI".
Napoli Centrale- James Senese ed il suo sax sono l'impronta di questo quintetto napoletano arricchito dalla presenza di due americani, Mark Harris al piano e da Tony Walmsley al basso. Blues, Jazz e Rock per un equilibrio perfetto, legato dal suono mediterraneo che contraddistingue i nostri complessi. Buoni "Napoli Centrale" (Ricordi-1975) e "Mattanza" (Ricordi-1976).
New Trolls- Questi artisti genovesi non hanno certo bisogno di presentazioni, comunque negli anni ’70 ci propongono un Rock Barocco di rilevante sperimentazione ed il risultato è il mitico "Concerto Grosso" (Cetra-1971) che nessun amante del Prog deve mancare.
Nova- Alcuni artisti tentano la scalata del successo all'estero e più precisamente mirano all' Inghilterra, madrepatria del Prog. I fratelli Rustici ed Elio D'Anna (Osanna) si avvalgono della collaborazione di componenti del gruppo Duello Madre per dare vita a questo progetto ambizioso. Il suono si avvale sia del Jazz che del Rock. Da avere "Blink" (Ariston- 1976) e "Vimana" (Arista-1976).
Nuova Idea- Ancora da Genova, questo quintetto si diletta in un Rock più vicino al Pop, con un uso abbondante di tastiere, dal Mellotron al Moog, l'Organo e quant'altro. Amanti delle suite e dei concept producono tre album, "In The Beginning" (Ariston-1971), "Mr. E. Jones" (Ariston-1972) e "Clowns" (Ariston-1973).
Odissea- Altro nome da un colpo e via, in questo caso gli Odessa, provenienti da Biella, producono un disco dagli ottimi passaggi strumentali. "Odissea" (RiFi-1973).
Opus Avantra- Progetto della nipote del tenore Mario Del Monaco, Donatella, assieme ad Alfredo Tisocco (tastiere), è autrice di una musica difficile e cervellotica. Misto fra generi apparentemente lontani come l'elettronica, l'operistica e la contemporanea, va apprezzato per il coraggio. In alcuni brani c'è l'accompagnamento delle percussioni di Tony Esposito. Opus Avantra è l'acronimo di AVANguardia e TRAdizione. Da avere: "Introspezione" (Trident-1974) e "Lord Cromwell Plays Suite For Seven Vices" (Suono-1975).
Orme- Aldo Tagliapietra, Toni Pagliuca e Miki Dei Rossi sono dei veri e propri miti. Grazie a loro il Pop italiano si evolve in mille sonorità, effettivi ricercatori di nuove soluzioni. Atmosfere ariose ed intimiste sono la loro peculiarità a volte riconducibili agli EL&P e soprattutto Quatermass. Ampia importanza alle tastiere di Toni. Tantissimi sono i brani da loro piazzati in classifica, tre su tutti "Gioco Di Bimba", "Se Io Lavoro" e "Canzone D’amore". Da avere: "Collage" (Philips-1971), "Uomo Di Pezza" (Philips-1972) e "Storia O Leggenda" (Philips-1977).
Osanna- I Jethro Tull italiani, questi ragazzi napoletani sono dei veri e propri fenomeni “teatrali“. Buoni i momenti strumentali dettati dalla chitarra elettrica e dal flauto. Assieme a PFM, Orme e Banco sono il complesso più famoso in Italia. Da avere: "L’Uomo" (Fonit-1971) e "Palepoli" (Fonit Cetra-1973).
Perigeo- Questo grande gruppo si rivolge più ad un pubblico Jazz, ma ci sono anche soluzioni Rock nei loro capolavori come "Azimuth" (RCA-1972), "Abbiamo Tutti Un Blues Da Piangere" (RCA-1973", "Genealogia" (RCA-1974) e "La Valle Dei Templi" (RCA-1975). Grandi melodie, immaginate di ascoltare i Soft Machine con influenze tipicamente mediterranee!
Piazza Delle Erbe- Questo è il complesso da cui proviene Lucio Fabbri, il futuro violinista di successo anche PFM. I Cremani danno vita ad un lp gradevolissimo, con gustosi passaggi acustici. Diverse le date dal vivo ed festivals, ma la formazione si scinde in breve tempo. Il disco lasciato ai posteri si intitola "Saltaranocchio" (Intingo-1977)
Picchio Dal Pozzo- Ottimo Jazz Rock da parte di questa formazione proveniente da Genova. Fedeli frequentatori di palchi, conducono un onesta carriera raccogliendo numerosi consensi sia da parte di pubblico che di critica. Da avere "Picchio Dal Pozzo" (Grog-1976) e "Camere, Zimmer, Rooms" (1977).
Pierrot Lunaire- Questo combo romano nasce verso il tardo periodo del Prog, quando il genere ha già dato i suoi frutti migliori, non per questo il trio non riesce a stupire. Autore di un disco veramente bello, (soprattutto con il brano "Arlecchinata") spazia con gli strumenti dal sitar al flauto, accalappiando l'attenzione e le emozioni dell'ascoltatore. "Pierrot Lunaire" (IT-1974) se è possibile non deve mancare nella vostra discografia Progressiva.
Premiata Forneria Marconi- Sono l’emblema del Progressive italiano nel mondo. Sono i Genesis mediterranei, anche se questo termine può restare loro stretto. Da avere: "Storia Di Un Minuto" (Numero Uno-1972), "Per Un Amico" (Numero Uno-1972), "L’isola Di Niente" (Numero Uno-1974).
Procession- Divagazioni jazz per quello che concerne questa formazione che nel tempo si avvale della collaborazione di artisti quali Ettore Vigo (Delirium) e Silvana Aliotta (Circus 2000). I dischi da ascoltare con attenzione si intitolano "Frontiera" (Help-1972) e "Fiaba" (Fonit-1974). Il chitarrista Marcello Capra lo ritroviamo oggi nel progetto Glad Tree.
Quella Vecchia Locanda- Ancora una volta devo sottolineare la grandezza di un piccolo gruppo che con soli due dischi ha saputo colpire. Musica fabiesca grazie al violino di Donald Lax ed al flauto di Giorgio Giorgi. Peccato che il suono sia datato, ma questo non ci impedisce ancora oggi di godere a pieno di questi piccoli gioielli. La BTF ha ristampato oggi gli storici "Quella Vecchia Locanda" (Help-1972) e "Il Tempo Della Gioia" (RCA-1974).
Raccomandata Ricevuta Ritorno- Un sestetto valido che ci ha lasciato un disco strumentalmente interessante, anzi, per meglio dire un classico italiano di Pop Progressivo "Per Un Mondo Di Cristallo" (Fonit-1972). In esso c'è molta carne al fuoco, mini suite, Rock, Pop, Jazz compresi duetti Sax e pianoforte. Da non dimenticare.
Reale Accademia Di Musica- Il gruppo del bravo Federico Troiani, tastierista anche dei Filosofi e dei Fholks, è autore di un disco (a mio modo di vedere) fantastico, dal titolo "Reale Accademia Di Musica" (Ricordi-1972). In esso aleggia tutta l'essenza pura del Progressive italiano degli anni '70. Meno incisivo il successivo "Adriano Monteduro" (RCA-1974), già dalle tinte troppo commerciali.
Rovescio Della Medaglia- Ecco un altro grandioso combo, gioia e dolore per i collezionisti. Il complesso del chitarrista Enzo Vita ci porta con il primo grande disco in territori religiosi. Dal titolo "La Bibbia" (RCA-1971) ci ritroviamo davanti ad un suono Hard rock privo di tastiere, ma di grande effetto. Questo è uno dei capisaldi del genere. Buono anche il successivo "Io Come Io" (RCA-1972), un poco meno "Contaminazione" (RCA-1973). Nelle fila del gruppo ha militato anche Michele Zarrillo (vedi Semiramis).
Saint Just- Provenienti da Napoli questo trio è uno dei più fantasiosi che ci siano in circolazione. Musica delicata, sognante, con interventi di sassofono ci attendono in "Saint Just" (EMI-1973). In esso troviamo la straordinaria partecipazione di Alan Sorrenti e Tony Esposito. Con "La Casa Del Lago" (EMI-1974) si aggiunge come supervisore degli arrangiamenti anche Vince Tempera.
Semiramis- Questo quintetto romano è il gruppo d'esordio dell'ora cantautore di successo Michele Zarrillo. Sono autori di un disco veramente bello e scorrevole, malgrado la loro giovane età: "Dedicato A Frazz" (Trident-1973).
Sorrenti Alan- A molti potrà sembrare addirittura assurdo trovare il cantautore in questa lista, ma in verità i suoi primi due lavori, oltre che essere veramente Progressive, sono di una bellezza unica. "Aria" (Harvest-1972) è un esordio dolce, delicato, con la voce di Alan che per quel periodo è qualcosa di nuovo e di assolutamente particolare. "La Mia Mente", "Vorrei Incontrarti" e "Un Fiume Tranquillo" sono ballate dolcissime che hanno lasciato il segno. Nel successivo "Come Un Vecchio Incensiere All'Alba Di Un Villaggio Deserto" (Harvest-1973) i discorsi cambiano di poco, ma gli artisti che vi collaborano sono dai nomi veramente altisonanti, come: David Jackson, (Van Der Graaf Generator), Tony Esposito, Francis Monkman (Curved Air) ed il violinista Toni Marcus. Il seguito della carriera lo conosciamo, dedizione per la musica dance, "Progressivamente" parlando trascurabile.
Stormy Six- Lo storico gruppo di Claudio Rocchi e di Massimo Villa (anche autorevole giornalista-dj) è protagonista di una carriera sfavillante, ricca di realizzazioni tutte più o meno valide. Relegati politicamente verso una sinistra più ferrea, gli Stormy Six partecipano a numerosissime manifestazioni live più o meno importanti. Da ricordare quella fatta come gruppo apripista ai Rolling Stones e alle collaborazioni con Eugenio Finardi, cantautore sagace molto vicino al mondo Prog e della scuderia dell'allora "trasgressiva" casa discografica Cramps. Da ascoltare "Le Idee Di Oggi Per La Musica Di Domani" (First-1969), "L'unità" (First-1972), "Guarda Giù Dalla Pianura" (Ariston Progressive-1974) ed "Un Biglietto Del Tram" (L'orchestra-1975).
Triade- Fantomatica formazione prodotta da Elio Gariboldi , militante del gruppo demenziale Squallor. Dopo accurate ricerche e grazie soprattutto al sito www.italianprog.com ed ai ricordi di Enrico Rosa (Campo Di Marte), si giunge alla conclusione che i componenti sono Vincenzo Coccimiglio (Tastiere), Agostino Nobile (Basso) e Giorgio Sorano (Batteria). La formazione ricorda quella degli EL&P, anche se con passaggi strumentali si gradevoli, ma davvero distanti dai maestri. L'p in questione si intitola "1998: La Storia Di Sabazio" (Derby-1973).
Trip- Sono fra i primi ad aver inciso un disco di Prog in Italia. Molto chitarristici ed Hard Rock, spaziano da influenze canore alla King Crimson ad assoli alla Clapton. "The Trip" (RCA-1970) è un buon lavoro ma ancora forse un po' troppo acerbo, con "Caronte" (RCA-1971) invece si sfiora il capolavoro. Stupendi cambi di tempo e risvolti alla Pink Floyd in questo concept che fa la gioia di tutti i collezionisti. Buoni anche i successivi "Atlantide" (RCA-1972) e "Time Of Change" (Trident-1973).
Uovo Di Colombo- Tastiere in evidenza e passaggi vicini al Pop per questo quartetto romano capitanato dai fratelli Volpini, Elio (Basso, Chitarra e Voce) ed Enzo (Tastiere e Chitarra), che ci lasciano come ricordo il buon "L'Uovo Di Colombo" (RCA-1973).
Il Volo- Basta nominare Alberto Radius (Chitarre), Vince Tempera (Tastiere), Bob Callero (Basso), Mario Lavezzi (Chitarra e voce), Gianni Dall'Aglio (Batteria) e Gabriele Lorenzi (Tastiere) per capire che siamo di fronte ad un supergruppo. Grandi strumentisti e compositori per due dischi che hanno fatto la storia: "Il Volo" (Numero Uno-1974) e "Essere O Non Essere? Essere, Essere, Essere" (Numero Uno-1974).
Analogy – 1972, questa misteriosa band si presenta come una perfetta comunità da figli dei fiori, comprese le nudità degli stessi in copertina. La musica non stupisce ma trascina e fa ciondolare l’ascoltatore ad occhi chiusi. Buona la voce femminile di Jutta Nienhaus
Ballettirosadimacchia – Band misteriosa e dal nome improponibile. Tuttavia la musica è assolutamente interessante, specie nelle ottime chitarre elettriche. Il disco è prodotto in Canada. Nel libretto interno risultano nomi italiani, ma secondo me sono una band Giapponese, l’accento è quello ed il cantato in italiano è davvero scarso.Bauhaus – “Stairway To Escher” è il loro fiore all’occhiello ed è inciso nel 1974. Jazz Rock in stile Arti & Mestieri, Agorà, Perigeo etc. Ottimo disco con il limite di una produzione sonora non all’altezza
Camisasca – “
Capitolo 6 – “Frutti Per Kagua” è un mito per tutti i collezionisti di vinile. Classico stile con il flauto aggressivo, come fanno gli italiani Osanna. Musica a tratti bucolica che alterna cambi di ritmo e di umore
Carnascialia- Con questo “supergruppo” siamo verso la fine dei giochi, nel 1979 e i Carnascialia cercano di aprire, invano, nuove vie di salvezza per l’intero genere. La partecipazione di artisti come Pasquale Mineri, Giorgio Vivaldi (Canzoniere Del Lazio), Mauro Pagani, Carlo Siliotto e Piero Brega la dicono lunga sul progetto in questione. Se poi annotiamo la giunta di Ares Tavolazzi, Giulio Capiozzo e Demetrio Stratos (praticamente mezza Area) nelle esibizioni dal vivo, allora ci rendiamo perfettamente conto dell’importanza dell’operato. “Carnascialia” (Mirto-1979).
Cincinnato – Jazz Prog per questo quartetto che da alla luce nel 1974 il disco omonimo. Interessante soprattutto nella suite finale dal titolo “L’Ebete”.
Dalton – Nel 1973 esce “Riflessioni : Idea D’Infinito”, un vero disco Prog DOC, con tanto di flauto e cambi di tempo, una musica fruibile ma allo stesso tempo ricercata
E.A.Poe – “Generazioni (Storia Di Sempre)” è del 1974 e ci presenta una band immersa in un Prog dotto e contestatore nei testi. La musica è ricercata ed allo stesso tempo attenta alle melodie. Alcuni passaggi mi ricordano “Aria” di Alan Sorrenti. Un lavoro interessante e significativo
Emilio Locurcio – Giunto nel tardo periodo Prog, ossia nel 1977, “L’Eliogabalo” è il lavoro di colui che non si rassegnano alla fine del Prog. Uno sforzo produttivo notevole, per un disco complesso e pieno di guest stars, a partire da Lucio Dalla a Ron, Teresa De Sio, Claudio Lolli, i Pierrot Lunaire e molti altri.
Eneide – Nel lontano 1972 gli Eneide stampano “Uomini Umili Popoli Liberi”, un lavoro degno di nota con sonorità rilassate e sognanti, grazie anche all’intervento di violini e flauto. La ristampa della Mellow Records è degna di attenzione. Non esulano ritmi Jazz.
Etna – Nel 1974 esce questo disco dal titolo omonimo. Gli Etna sono un quartetto e ci deliziano con un Prog dai connotati a tratti jazzistici e sperimentali.
Festa Mobile – In piena era Prog italiana, cioè nel 1973, esce “Diario Di Viaggio Della Festa Mobile”, un disco notevole, con interventi pianistici assolutamente degni di menzione. Musica Prog DOC, ricercata e questa volta ben prodotta
Gli Alluminogeni – “Scolopendra” stupisce per contagiosa sonorità. E’ ancora il 1972 ma le idee non mancano in questo disco del trio di Patrizio Alluminio. Frangenti Hard Prog (grazie all’Hammond) si alternano a melodie più pacate, ma mai scontate
Hunka Munka – “Dedicato A Giovanna G” va ricordato per un motivo specifico, alla voce ed alla chitarra c’è un giovane Ivan Graziani. Disco più cantautoriale che Prog, tuttavia non mancano spunti interessanti
J.E.T.- “Fede, Speranza, Carità” è il titolo del disco uscito nel 1972 e che lascia un segno nel Prog Italiano. Non è molto differente da quello che hanno realizzato altre band come i Trip, un Hard Prog degno di nota e potente
I Leoni – Nel 1971 questo trio propone una musica delicata, emotiva, a cavallo fra Prog e Pop cantautoriale. Un disco interessante considerando poi l’anno di uscita, ossia quando solo Le Orme uscivano con “Collage”, il completo primo disco Prog Italiano
Il Giro Strano – Questa band viene ricordata per “
Il Paese Dei Balocchi – Disco dal titolo omonimo questo del quartetto in esame. L’anno è il 1973 e la musica proposta è a tratti orchestrale, stile Rovescio Della Medaglia, per poi passare ad interventi chitarristici degni di nota, specie negli arpeggi. Musica per la mente ed un disco da avere nella propria collezione Prog
Io L’Uomo – “Ricordi D’Infanzia” è l’album di Fernando Budano e Sica del 1973. Prog e Psichedelìa studiano i meandri della mente di chi ascolta
Ibis – Sono una costola nata dalla scissione dei New Trolls. Qui ci sono Nico Di Palo e Gianni Bellero. Ovviamente è l’ala più Hard Prog del periodo grazie alle fantastiche doti di Nico, assieme ai Biglietto Per L’Inferno
Libra – Nel 1975 la band di Federico D’Andrea alterna brani acustici e cantautoriali a suite bellissime come “Inquinamento”. Una band dalla grande preparazione ed un songwriting attento alla melodia italiana.
Nicosia &C. – “Una Favola Vera” è un disco orchestrale con validi spunti sia cantautoriali che Progressivi. Siamo nel 1972 e di sorprese ce ne sono. Molta orchestra e finalmente una voce degna di nota
Pholas Dactylus – E’ un ambizioso progetto del 1973, dalle spiccate sonorità Progressive. Una suite unica, “Concerto Delle Menti”, suddivisa in due parti. Recitativa, toccante epica e sinfonica con sprazzi di Jazz e testi biblici e descrittivi.
Quel Giorno Di Uve Rosse – Disco suddiviso in due suite senza titolo. Esce nel 1976 ed è un Prog sinfonico ed orchestrale per merito delle tastiere. C’è il corno francese, ci sono i violini, per un risultato da ascoltare ad occhi chiusi. Il cantato è ancora una volta cantautoriale, le coralità femminili lo rendono anche molto più datato di quello che è.
Sensitiva Immagine – Siamo nel tardo periodo Prog Italico, il 1976 e questo quintetto propone “E Tutto Cominciò così”, un lavoro dalle sonorità piene e possenti, grazie alle tastiere di Stefano Bertonazzi. Molti cambi umorali e di tempo fanno di questo disco un ottimo prodotto da avere.