IFSOUNDS – Reset
Melodic Revolution Records
Genere: Rock Progressivo
Supporto: cd – 2015
Ritornano
gli Ifsounds del chitarrista Dario Lastella, questa volta resettando tutto
l’armamentario stilistico e concettuale della band. “Reset”, ricominciare,
magari proprio da quei valori che riescono a farti rialzare dopo aver subito
uno shock.
A
differenza dei precedenti album Apeirophobia (2011) e Red Apple (2012), il
gruppo non si rivolge più soltanto al New Prog tipico degli anni ’80, bensì
vanno ad approfondire il mondo musicale Progressivo degli anni ’70. Una sorta
di ritorno alla fonte, vuoi per piacere proprio e vuoi per necessità di concept,
quindi…reset. Fra le novità di line up cogliamo Runal, vocalist di estrazione
Rock-Blues che lascia un notevole contributo
alla riuscita finale dell’intero lavoro. Ci sono anche special guest, Alessandra
Santovito, Francesco Forgione e Alessandro Pensa, flauto e archi degli Hexperos.
Di
“Reset” però se ne parla anche per la doppia possibilità di ascolto, ossia c’è
il prodotto cantato in italiano, per una migliore comprensione del concept, e
quello cantato in inglese. Quest’ultimo è colui in mio possesso. Si sa comunque
che l’inglese per la riuscita fonetica è il linguaggio più musicale in ambito
Rock, molte band italiane spesso adottano questa scelta, giusta o sbagliata che
sia a seconda dei propri credo.
Ad
oggi gli Ifsounds sono formati da Fabio De Libertis (basso), Claudio
Lapenna (piano acustico ed elettrico,
tastiere, organo, voce), Dario Lastella (chitarre, tastiere, synth, voce),
Gianni Manariti (batteria, percussioni, voce) e Runal (voce solista). Il disco
si presenta con un buon artwork, lineare e comprensibile anche nella lettura
dei testi e dieci tracce.
Si
comincia l’ascolto con "When I Was Born Again” e la voce graffiante di Runal.
New Prog malinconico ed orecchiabile nella stesura, come ci hanno fatto
ascoltare nel tempo gli Arena di Clive Nolan. Mi sarebbe piaciuto sentirla
cantare anche da Fish, credo gli sia calzata a pennello.
Più
giocosa la strumentale “FR9364”, caleidoscopica e ammaliante anche negli
effetti sonori. Il refrain potrebbe uscire da un disco della PFM. Ottimo il
lavoro della chitarra solista. Gli Ifsounds continuano a dare i numeri (nel
senso giocoso del termine) con “40-14”, partono su una base strutturale
addirittura derivativa dal Punk dei Ramones che lascia successivamente campo ad
un frangente finale in classico stile Pink Floyd anni ’60. Di certo al gruppo non manca il carattere.
Succede
la melodiosa “Laura”, ballata dal profumo vintage. Il ritmo sale con l’Hard
Rock di “I’ve Never Hated Anyone”, presentando gli Ifsounds a 360 gradi. Con
“Run Away” , la band si cimenta anche sulla formula canzone, lasciando da parte
i tecnicismi di matrice Prog. Questi ritornano in parte nel breve brano
“Flashback”. “Fading To Blue” è una ballata psichedelica, ma è la strumentale
title track “Reset” che mi convince a pieno. Essa è un connubio fra Progressive Rock Psichedelico in stile
Porcupine Tree primo periodo e Space Rock vintage, vortice di sensazioni sonore
e visive. Chiude il disco “The Tide” con personalità e magniloquenza. Un
viaggio sonoro ricco di differenti sensazioni.
“Reset”,
nuova formazione, nuova vita. MS