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giovedì 27 agosto 2015

Recensioni Brevi 12

RECENSIONI BREVI 12
Novità 2015

BAROCK PROJECT - Skyline 



Ho parlato bene del gruppo italiano in diverse occasioni e recensioni, ho ritenuto il quartetto una promessa e ad oggi con "Skyline" posso dire che questa è stata mantenuta. Un disco che trapela ogni loro caratteristica e peculiarità, a partire dalla buona tecnica, alla cultura musicale "storica", al gusto di un buon songwriting che ben si barcamena fra Progressive Rock passato e presente. Bravi e... non avevo dubbi. VOTO: 8.0

ANEKDOTEN - Until All The Ghosts Are Gone 


Non sapevo cosa attendermi da questo ritorno dei svedesi Anekdoten che tanto ci hanno deliziato con i loro primi dischi dal sapore oscuro e Crimsoniano. Gli ultimi non è che poi mi avevano fatto impazzire. Guardando però la copertina, reminiscenze "Vemod" mi assalgono. Un passo indietro da parte loro per tornare sul vecchio binario e lasciare le nuove tendenze che non tante soddisfazioni hanno loro rilasciato?  Si Il vestito in questo caso fa il monaco. E' finito l'effetto sorpresa, non ci sono brani capolavoro come nel passato, ma di sicuro un album scorrevole e piacevole. Gli Anekdoten sono ritornati a fare gli Anekdoten. Alleluia. VOTO: 7,5

BEARDFISH - +4626 - Comfortzone



Questo gruppo ha sempre lasciato il Prog fans con i piedi su due staffe. La loro giovane età agli esordi faceva presagire un gruppo di mostri della tecnica, quel Prog articolato e fuorviante che fanno degli Yes e dei Gentle Giant un miscuglio pazzesco. Dovevano esplodere prima o poi, una sequenza di buoni album, qualche passaggio a vuoto ma sempre pronti per il botto. Eppure nel cuore del fans questo amore non è scoppiato. Manca l'album della continuità, spesso accontentare diversi stili non appaga. Così loro nella propria valigia hanno tanto, forse troppo, e ancora non riescono a ben gestire questo tesoro. Eppure "+4626- Comfotzone" è bellissimo, ampio, veloce, articolato, un esempio di Prog eclettico di grande personalità. Io personalmente ho apprezzato molto, ma capisco che alcuni di voi avranno qualche dubbio e mi diranno che non sono questo o non sono quello, un ibrido. Ma, dico io, chi non è un ibrido? VOTO: 7,5

MAGIC PIE - Kings For A Day 


I Magic Pie sono una sorta di Spock's Beard, solo che non sono americani, bensì norvegesi.  La provenienza però non si rispecchia nelle sonorità del disco, le atmosfere nordiche non si respirano, salvo brevissimi istanti o sensazioni. In verità siamo al cospetto di altri musicisti dalla notevole tecnica e "Kings For A Day" è a dieci anni di distanza dall'esordio, il loro quarto album. Sono maturati, anche se il Prog proposto ha sempre fatto riferimento a quello degli anni '90. Lunghi brani, suite di 30 minuti, cambi di tempo, buone melodie facilmente memorizzabili, a differenza di quel Prog astruso e complesso. Un bel disco. VOTO: 7,5


SYLVAN - Home

Non c'è stato niente da fare! Ecco un altra band che ha tutto, tecnica, buon songwriting, idee...eppure i tedeschi Sylvan hanno solo raccolto complimenti a parole e meno in vendite. Il perchè a mio avviso va ricercato in quello stile che risiede a metà strada fra l'orecchiabile e il tecnico, ossia, il Prog fans non ama queste due cose assieme, salvo in rarissimi casi. Peccato perchè a loro per questo motivo è mancato l'album del lancio, ossia il capolavoro sempre sfiorato. Questo è il nono album da studio e la dice lunga sulla perseveranza e comunque su certa attenzione. Nella loro musica, così in "Home" c'è la storia del Prog, anche sonorità dure e  queste non è che poi piacciano così tanto al Prog fans. Insomma, serve mente aperta per ascoltare i Sylvan, album dopo album una sicurezza qualitativa. VOTO: 8,0

ECHOLYN - I Heard You Listening


Gli americani Echolyn sono altri profeti del Progressive moderno, se non li conoscete, fate mea culpa e andatevi a ricercare la loro discografia. Fra split e ritorni eccoli nel 2015 ancora una volta vivi e vegeti più che mai. Con "I Heard You Listening" non attendetevi un nuovo "As The World", per carità, ma sicuramente un grande proseguo del buon precedente "Echolyn" del 2012. Sembra che abbino trovato una continuità qualitativa eccellente, così come la loro invidiabile tecnica. Ancora l'amore per gli Yes trapela, così quello per i Gentle Giant e King Crimson, ma si sa, chi ha fatto successo con questo genere negli anni '90, più o meno sono in questo binario. Gradevole. VOTO: 8,0







sabato 8 agosto 2015

Seven Steps To The Green Door

SEVEN STEPS TO THE GREEN DOOR – Fetish
Progressive Promotion Records
Distribuzione Italiana: GT Music
Genere: New Prog / Post Prog
Supporto: cd – 2015


Ho avuto l’opportunità di conoscere  la band tedesca Seven Step To The Green Door nel 2008, grazie all’avventura intrapresa da me nella giuria dei Progawards. L’album in questione era “Step In 2 My World”, il loro secondo album. Rimasi colpito per il songwriting, il voler provare a mutare con la propria personalità il genere New Prog, anche esso radicato a quei stereotipi provenienti dall’Inghilterra con i soliti nomi di Marillion, IQ, Pendragon etc. Giudizi lusinghieri non solo da parte mia che lo nominai, ma anche di altri giurati sparsi nel globo. Comperai anche il successivo “The Book”, anche esso ricco di buone idee.
La band gira attorno alla figura di Marek Arnold (Toxic Smile, UPF, Cyril, Flaming Row), tastierista e fiatista del gruppo.
“Fetish” ritorna dopo quattro anni dal suo predecessore, in confezione cartonata, come la Progressive Promotion Records ci ha abituati e con numerosi ospiti alla voce, ben otto fra i quali spiccano Lars Kohler ed Anne Trautmann, mentre la formazione viene completata da Ulf Reinhardt (batteria) e Martin Schnella (basso, chitarra, voce). All’interno c’è il doppio mini poster della band, anche con i personaggi buffi ed atroci narrati nei testi. Ma anche altri ospiti regalano brevemente la propria arte strumentale in alcuni brani, come le tastiere di Luca Di Gennaro nella parte finale di “Ordinary Maniac” o la chitarra di Antonio Vittozzi sempre nello stesso brano, entrambi componenti del gruppo Metal Prog italiano Soul Secrets.
Ottimamente registrato, l’album si apre con il breve preludio vocale intitolato “Possible Delayed” che porta a “Porn!”. Il testo parla di un uomo impegnato tutto il giorno a “guardare” il mondo pornografico, tanto da estraniarsi dalla realtà e dalla propria famiglia. Ma la musica?
Un altro passo avanti nella evoluzione stilistica della band, definirlo New Prog è riduttivo, in quanto  il sound si è evoluto in maniera ampia, con uno sguardo al passato (Gentle Giant e molto altro) e al Prog più moderno di oggi. Bello l’uso delle coralità, riempiono il suono e donano pathos. Resto colpito da “Still Searching”, dalla sua melodia candida, dall’ennesimo gioco di voci, dai cambi di ritmo e dai buoni assolo che di tanto in tanto impreziosiscono l’ascolto, qui c’è tutto quello che un fans del Prog Rock  vorrebbe ascoltare quotidianamente. Dieci minuti di grande musica con un finale da pelle d’oca e non nascondo che in alcuni istanti mi sono venuti alla memoria gli americani Spock’s Beard, specie nel movimento del piano.
Tutti i brani hanno una lunga durata, il più breve è “Inferior” con i suoi sette minuti, il resto sono tutti sui nove minuti e la suite conclusiva sui sedici minuti. Proprio “Inferior” mostra il lato più ricercato del gruppo, più sperimentale, con graffianti sciabolate di chitarra distorta in stile Nu Metal. Tutto però è relativo, come il genere ci insegna, immediatamente si sterza verso nuove sonorità. Questo è un poco il filo conduttore di tutto “Fetish”.
Toccante l’inizio di “Imprisoned”, perché i Seven Steps To The Green Door hanno capito che la melodia è un fattore fondamentale, va bene la tecnica, ma il brano deve comunque restare memorizzato, non è cosa da poco. Reminiscenza Porcupine Tree in “Bound In Chains”, così via fino a giungere alla suite “Ordinary Maniac”, il cosiddetto dulcis in fundo. Qui ci sono tutte le prerogative stilistiche descritte nella recensione.

Questo “Fetish” è un album consigliatissimo a tutti coloro che amano destabilizzarsi con la musica,  ma che allo stesso tempo godono delle buone armonie. Uno dei migliori album usciti in questo 2015, sicuramente da avere. MS