QUANAH PARKER – Suite Degli Animali Fantastici
M.P. & Records
Distribuzione: G.T.
MUSIC Distribution
Genere: Progressive
Rock
Supporto: cd – 2015
Tornano dopo il buon esordio del 2012 dal titolo “Quanah!” i
veneti Quanah Parker. Di certo il quintetto composto da Riccardo Scivales
(tastiere e synthesis), Elisabetta Montino (voce), Giovanni Pirrotta (chitarre
elettriche e acustiche ), Paolo Ongaro (batteria e percussioni) e Alessandro
Monti (basso, flauto, campanelli, tabla, claves, triangolo) in questi anni non
sono restati con le mani in mano. La band ha partecipato a varie rassegne anche
internazionali (MusicaContinua, Il Giardino, The Prog Experience Festival 2013,
Verona Prog Fest 2014, Woodstock Village 2014, ecc.) sulle ali della buona
critica ricevuta per l’esordio. Il tastierista e musicologo Riccardo Scivales è
sempre il trascinatore del gruppo, colui che scrive i brani assieme ad
Alessandro Monti e questa volta vuole raccontarci storie fantastiche di animali
fantastici, oltre che omaggiare il mai troppo compianto vocalist del Banco Del
Mutuo Soccorso, Francesco Di Giacomo, per gli amici “Big Francesco”, ad un anno
dalla sua prematura scomparsa.
L’artwork è affidato nuovamente, come nel disco precedente,
alle mani di Elisabetta Montino.
Come in ogni buon disco di musica Progressive Rock, si
comincia con un interludio, qui dal titolo “From Distant Lands”, non a caso
all’interno si può ascoltare la melodia che poi verrà trattata nella lunga
suite successiva dal titolo “Suite Degli Animali Fantastici”, ed in cattedra
sale subito la soave voce di Elisabetta Montino. La suite della durata di 30 minuti e suddivisa in otto
brani, è stata ispirata a Scivales dall’amico ed editore di molti suoi libri di
musica, Edward J. Shanaphy, che dopo aver ascoltato il primo album “Quanah!”, suggerisce
l’idea di trattare (nella più bella
tradizione del Rock Progressivo) l’affascinante mondo degli “Animali Fantastici”.
La musica fa certamente venire la pelle d’oca a tutti gli estimatori di band
storiche italiane come Le Orme, Il Banco Del Mutuo Soccorso ed altre che hanno
contribuito a rendere immortale il genere. Essendo il compositore un tastierista, i pezzi sono
molto incentrati sui tasti d’avorio e l’ascolto acquisisce magia e corposità
negli arrangiamenti. Il Banco fa capolino in “Danza Di Un Mattino”, frammento
della suddetta suite, ma tutto l’ascolto è scorrevole e pregno di piacevoli
deja vu, così buoni gli interventi della chitarra elettrica di Giovanni
Pirrotta.
Segue il tributo “A Big Francesco”, scritto di getto da
Scivales all’apprendimento della scomparsa del grande cantante romano. E’ un
momento toccante e profondamente “BMS”, come probabilmente Francesco avrebbe
voluto ascoltare. Non di certo un brano melenso, bensì articolato e scorrevole.
Qui fuoriesce l’immortalità di questa musica in tutto il suo essere.
Segue “Death Of A Deer”, uno dei brani più vecchi composti
da Scivales, addirittura nel lontano 1981, quando ancora il New Prog doveva
affermarsi con band come Marillion, IQ, Pendragon e Pallas su tutti. In origine
il brano aveva il titolo “The Death of the Ball Turret Gunner”, con un testo
tratto da una famosa poesia di Randall Jarrell. Cambi di ritmo ed umorali sono
all’ordine dell’ascolto.
Il disco si conclude con “Make Me Smile”, un altro “vecchio”
brano dei Quanah Parker composto nel 1985, durante il periodo conclusivo della
prima formazione della band. Per la cronaca Il CD è stato co-prodotto dai
Quanah Parker e Vannuccio Zanella, mentre per i collezionisti dico che le prime
500 copie sono in tiratura limitata con lamina in oro a impreziosire le
bellissime miniature dell’artwork di copertina. Un disco che inorgoglisce il Progressive
Italiano, senza spazio e senza tempo, a dimostrazione che questa magia mai
finirà. MS