di Giancarlo Bolther e Massimo salari
Partiamo dal nuovo album, com'è andata, che commenti vuoi fare?
Vediamo da dove partire... ho iniziato a scrivere le nuove canzoni prima di andare in tour lo scorso anno in ottobre e poi ho continuato a scrivere per altre due settimane dopo la fine del tour. Ho voluto cambiare il mio modo di scrivere canzoni degli ultimi dieci anni, ho abbandonato il computer, i softwares musicali e le tastiere, che probabilmente è ciò che usa la maggior parte della gente in questi anni, ho pensato che fosse una buona idea cambiare questo tipo di tecnica per scrivere canzoni, mi sono obbligato a fare qualcosa di "diverso" e mi sono chiesto come facevo a comporre all'inizio della mia carriera negli anni '70? Mi sedevo e usavo una chitarra e un registratore portatile e così ho pensato di usare la chitarra acustica e un piccolo registratore tascabile e ho iniziato a scrivere e a cercare delle belle melodie e dei buoni accordi, in definitiva ho registrato tutto quello che mi passava per la testa. Poi riascoltavo tutto quanto e tenevo le parti che mi sembravano più interessanti e le ho messe su un demo. In definitiva si è trattato di un modo diverso di scrivere e penso di aver scritto molta più musica rispetto agli ultimi anni, questo perché per me dover inserire la musica nel computer, dover usare le tastiere, attivare macchinari elettronici per me richiede più tempo, mentre mettere su nastro quello che faccio è molto più semplice, veloce e immediato. E questo è quello che ho fatto quando ho scritto il nuovo materiale, poi ho composto i testi e ho cercato di fare dei demo delle cose che a mio parere erano più adatte per essere suonate dai Flower Kings. Ho fatto dei cds e li ho mandati agli altri ragazzi, era circa metà dicembre, poi sono andato in vacanza con la mia famiglia per un paio di settimane. Al mio ritorno ci siamo riuniti nel sud della Svezia nello studio di Jonas, abbiamo ascoltato il materiale che avevamo a disposizione e a lavorarci sopra. Ogni giorno che passava i brani prendevano forma e cambiavano continuamente e abbiamo cercato di indirizzarci verso le cose che ci sembravano più interessanti. In seguito abbiamo lavorato sui brani prescelti curando gli arrangiamenti e la produzione per ottenere la realizzazione finale. Ovviamente la parte più creativa è stata all'inizio con la stesura dei brani e la scelta delle cose migliori, è la parte che almeno io trovo più interessante.
Mi puoi spiegare il significato della copertina del disco?
Non credo ci sia veramente molto da spiegare. Adamo ed Eva sono due personaggi della Creazione, che fa parte del capitolo della Genesi della Bibbia, questo è un riferimento, ma allo stesso tempo sono due persone, due creature, due individui, in definitiva un uomo e una donna. Chi guarda questa copertina deve avere la sensazione di non sapere a quale epoca storica si riferisca, può essere il passato, il presente o anche il futuro, infatti l'uomo ha una pezzo di scheletro di dinosauro, ma sull'osso è stampato un codice a barre, so che non è molto facile da vedere sul booklet del cd a causa delle dimensioni ridotte, ma ci sono anche le chiavi della macchina. Poi c'è il piercing che unisce i due individui, mentre la mela è un'altro richiamo alla Bibbia, nonostante questo l'immagine può essere sia il passato che il futuro. In definitiva lo scopo di questa immagine è di accendere l'immaginazione delle persone. Per gli ultimi quattro o cinque albums avevamo realizzato l'artwork con la grafica computerizzata ed è quello che fa oggi la maggior parte della gente, ma per questo nuovo album volevamo un vero dipinto, non una cosa fatta al computer, ma un quadro reale. Siamo entrati in contatto con questo artista che proviene dall'Argentina, ci siamo conosciuti a Barcellona. Per vivere dipinge temi legati alla fantasy per editori americani, ha già realizzato delle copertine per gruppi spagnoli che non conosco molto. Ci ha contattato alla fine di un concerto che abbiamo fatto a Barcellona e ci ha lasciato un suo libro coi suoi lavori. L'ho sfogliato durante il viaggio verso casa sul tourbus e sono rimasto impressionato dal suo lavoro e mi sono messo in contatto con lui, ho pensato che probabilmente era la persona giusta per illustrare i nostri futuri progetti. Così è iniziato il lavoro con lui, si è trattato di una specie di brainstorming di idee, io gli ho esposto delle idee e lui mi portava dei bozzetti in base al concept che avevo in mente. Comunque l'idea di fondo era di stimolare l'immaginazione delle persone, far si che queste potessero riflettere su se stesse e lasciare libera l'immaginazione che è la stessa cosa che vogliamo ottenere con la nostra musica. Per cui ogni persona può farsi un'idea propria sul significato di questo dipinto.
Mi puoi parlare un po' di più della canzone “Love Supreme”, si riferisce in qualche modo a Dio?
In qualche modo si, perché se leggi il testo cerca di spiegare l'amore nel suo senso più profondo, l'amore fra un uomo e una donna, l'amore fra i componenti di una famiglia, nel senso di un amore più alto, parla del tempo che ci mette una persona a realizzare che esiste un disegno universale, ogni cosa possiede uno scopo, un significato, il modo in cui viviamo, perché dobbiamo mangiare altre creature che crescono, ma allo stesso tempo dobbiamo vivere in armonia con gli altri esseri viventi, con le altre creature, con la natura, con tutto quello che ci circonda. A volte cerchiamo di dimenticare tutto questo e di prenderci quello che vogliamo, ma non funziona tutto come vorremmo, si fanno degli errori, ci sono le malattie, persone che muoiono... questi sono il tipo di interrogativi e di riflessioni che ho cercato di esprimere nella canzone. Quindi il messaggio di "Love Supreme" è di amare il mondo in cui viviamo, amare l'universo, ogni cosa presente nel creato e in questo senso penso che tu abbia ragione, la canzone parla di Dio, ma in modo diverso, perché non parla di Dio in modo esplicito.
La Title track è molto heavy, è la direzione verso cui pensate muovervi coi vostri prossimi lavori?
No, non credo proprio. Abbiamo scritto anche in passato altri brani heavy e questo è solo un altro di essi. A noi piace anche fare della musica heavy, non si tratta di fare una scelta di stile fra l'heavy e il prog metal, ma ho semplicemente scritto dei riffs di chitarra che mi piacevano e li ho trovati interessanti. Il brano è nato in modo molto naturale, niente a che vedere con la scelta di una direzione musicale da intraprendere.
Una canzone sorprendente è "A Vampire View", mi puoi dire qualcosa di più su questo brano?
Quasi tutte le persone trovano sorprendente questa canzone nel nostro repertorio, io posso capire, perché Daniel (Gildenlow) canta in modo piuttosto teatrale ed espressivo, poi non ci sono quasi basso e batteria nei primi cinque minuti, non è certo un brano propriamente rock, ma sembra più un musical o qualcosa di simile. Nei commenti si legge che assomiglia alla musica di Phantom Of The Opera. Ma non era questo quello che cercavo mentre componevo il brano, io volevo solo fare qualcosa che trovavo interessante, della musica che non avevo già scritto prima. La prima volta che ho presentato il brano agli altri, ho dovuto convincerli che si trattava di una canzone che potevamo fare, perché la prima impressione di tutti è stata positiva ma non erano sicuri che potesse andare bene per il nostro repertorio. Dopo averla riascoltata varie volte sono riuscito a persuaderli che si trattava di una buona canzone. Se l'ascolti più volte capisci che la batteria non può partire dall'inizio, ma bisogna aspettare, deve entrare lentamente, ci vuole del silenzio perché il silenzio a volte è qualcosa di molto spaventoso e io volevo creare qualcosa di molto drammatico. Comunque in definitiva sono convito che si è una canzone diversa, ma non è poi così tanto diversa.
Nell'ultimo brano c'è un bellissimo solo di chitarra, molto toccante, mi puoi dire cosa provi quando esegui questo assolo?
E' un solo che ho fatto per il demo che ho poi mandato agli altri membri del gruppo, ho suonato quello che sentivo con molta sincerità. Poi riascoltando il brano sentivo che era proprio un bel solo, se avessi cercato di rifarlo probabilmente avrebbe perso qualcosa, aveva qualcosa di speciale e allora perché non tenerlo così? E' una cosa che mi succede ogni tanto, suono qualcosa e poi se devo rifarlo vado in panico. C'è molto feeling in questo solo, forse perché è proprio il tipo di musica che mi piace suonare, ho improvvisato tutto, non c'è niente di scritto e ho suonato solo quello che mi passava per la testa. Quando dovrò rifare questo brano dal vivo dovrò studiarmi qualcosa di simile, so già che qualcuno non gradirà il fatto di sentire il brano eseguito in modo diverso, ma è quello che succederà, per cui devo fare in modo di trovare qualcosa di molto simile, ha ha ha. Anche a me piace molto questo brano e credo sia un'ottima conclusione del disco.
Hai scritto queste parole: "E' sempre difficile, o quasi impossibile, riuscire a comporre musica totalmente fresca o con un sound diverso." cosa intendevi dire? Stavi forse rispondendo a delle critiche?
No, no davvero, esprimevo solo il mio pensiero. Ogni volta che inizio a comporre della musica per un nuovo album mi faccio sempre le stesse domande che sono le stesse che farebbe un fan: "Se fossi un fan dei Flower Kings cosa mi aspetterei di ascoltare nel nuovo album? Cosa mi piacerebbe ascoltare? Che tipo di canzoni, in quale direzione si spinge la band? Cosa è stato fatto, cosa verrà fatto, cosa non è stato fatto che si potrebbe fare?" Da un lato tengo conto di questi aspetti, ma da un secondo lato quando inizio a lavorare a un nuovo disco mi chiedo come mi piacerebbe che fosse il nuovo lavoro, cosa piacerebbe a Roine Stolt? Penso che ogni persona che scrive musica sia daccordo con l'idea di cercare nuove strade per comporre, sorprendere se stessi componendo musica che non si è mai scritta prima, in uno stile nuovo. Ma poi le cose non vanno sempre così, perché ognuno ha un proprio stile, un proprio modo di comporre e di sentire la musica per cui Bruce Springsteen scrive canzoni alla Bruce Springsteen, Prince scrive canzoni alla Prince e Paul McCartney scrive canzoni alla Paul McCartney. Per cui penso che non puoi rinnegare te stesso e ti devi confrontare con questo fatto, per cui risulta molto difficile scrivere musica completamente nuova. I fans probabilmente non vogliono che un artista si allontani troppo dal suo stile, perché è quello che amano, pertanto credo che sia una cosa giusta trovare un equilibrio fra la ricerca di nuove strade espressive e restare fedeli al proprio stile, penso che questo ti faccia apprezzare negli anni.
Un'altra frase che hai scritto e che mi ha colpito è: "Spesso mi sono chiesto se i miei testi sono religiosi, ... la religione probabilmente è la scienza a cui dobbiamo rivolgerci per raggiungere un grado più elevato di esistenza...". Come vivi la spiritualità nella tua vita?
Anche questa è una domanda impegnativa, penso ci vorrebbero almeno due ore per poterti rispondere, ha, ha... io non mi vedo come una persona spirituale nella mia vita quotidiana, non è una questione a cui penso per tutto il tempo... il fatto è che ogni tanto sento che non posso capire tutto, c'è qualcosa che non conosco, che non posso toccare, che non posso vedere. Per molte persone è molto difficile poter credere in quello che non possono vedere, ma credono nella televisione, ogni giorno sanno che quando arriveranno a casa potranno accendere la TV e ci sarà sempre qualcosa da vedere, ma non possono vedere le onde radio, non possono vedere le onde che trasportano i messaggi per i telefonini, e via discorrendo, ma ci credono perché sanno che ci sono e le accettano. Allo stesso modo noi sappiamo che ogni mattina quando ci alziamo sorge anche il sole e che tramonterà alla sera, queste sono certezze per tutti, la nostra vita si basa su queste certezze. Ma se domani il sole non dovesse sorgere, probabilmente diventeremmo tutti pazzi. Quando parlo con delle persone che non credono in niente, che non credono in nessun dio, che non credono alla vita dopo la morte, che non credono a qualcosa di superiore, che non pensano a queste cose e al mondo, penso che siano degli stupidi perché è così ovvio che ci deve essere qualcosa di più grande e a me interessa trovarlo e probabilmente la mia musica riflette questa mia ricerca. Io cerco me stesso, cerco di sapere chi sono, chi sono le persone che mi circondano, cosa c'era prima di adesso e cosa ci sarà dopo, se c'è una mente superiore che regge l'universo. Questi interrogativi occupano la mia mente ogni tanto, non sempre, perché mi devo occupare di musica come lavoro e ci sono molti aspetti tecnici che devo seguire, anche quelli gestionali e commerciali e questi sono una parte importante della mia vita, ma c'è anche un'altra parte, la mia vita "privata" in cui penso agli aspetti spirituali e cerco di tenerli presenti quando creo la mia musica e cerco di esprimerli con i Flower Kings. Cerco di condividere queste tematiche con chi ci ascolta nella speranza che la gente sia interessata e spesso incontro persone che trovano interessanti i nostri testi e che si emozionano e io scrivo proprio per loro e non presto molta attenzione alle persone che invece non si interessano a questi aspetti.
Ascoltando la vostra musica ho sempre avuto l'impressione che voi scriviate all'inizio delle melodie semplici e poi su queste costruite il brano più complesso, così ogni vostro pezzo risulta semplice e complesso al tempo stesso e forse è uno dei motivi per cui proponete canzoni molto brevi insieme ad altre molto lunghe...
Si, in un certo senso hai ragione, anche quando scriviamo i brani lunghi partiamo da delle idee semplici e poi su queste costruiamo il pezzo, lo sviluppiamo e questo fintanto che le cose che facciamo ci sembrano interessanti ed è per questo che certi brani alla fine durano quindici o venticinque minuti... D'altro canto ci sono canzoni che, invece, durano non più di quattro minuti e questo perché ci sembrano complete così come sono, sono canzoni che compongo molto velocemente, di solito non ci metto più di un'ora o due a completarle, si tratta di brani come "Starlight Man". Per questi brani tutto prende forma contemporaneamente: gli accordi, il testo, le melodie e tutto funziona. In definitiva compongo brani lunghi quando sento di avere ancora delle cose interessanti da dire e così vado avanti a scrivere.
Ho avuto l'impressione che Unfold the Future fosse un po' debole e stanco rispetto ai vostri lavori precedenti, ma il nuovo disco ci restituisce il vostro sound originale e la vostra freschezza...
E' molto difficile per me rispondere a questa domanda, forse la tua impressione dipenda da cosa ti piace di più. Se preferisci la musica diretta e il rock sinfonico allora probabilmente ti piace di più Adam & Eve, mentre se ami la fusion, la musica più complicata e sperimentale allora probabilmente preferisci Unfold The Future. Quindi penso che la risposta dipenda da cosa piace di più in chi ascolta. Una cosa che ho riscontrato è che nei nostri fans non c'è un'opinione comune su quale sia il nostro album migliore, dipende da quando hai iniziato ad ascoltare il gruppo, dipende dalle tue preferenze, se ti piace di più la roba heavy o quella acustica, quella ambient o il jamming e così via. Abbiamo uno spettro molto vario di appassionati, dal pubblico più heavy metal a quello più tranquillo. Pensa che una volta ho ricevuto una mail da un fan parigino che era stato ad un nostro concerto e che si lamentava dicendo che gli eravamo sembrati un gruppo di heavy metal! Forse si aspettava che suonassimo più strumenti acustici, dei piacevoli passaggi di mellotron, ha, ha, ha, e al tempo stesso c'è chi vuole più energia, che ci vuole più pesanti, c'è chi ci trova troppo soft. Penso che tutto questo dipenda dal tipo di musica che suoniamo. Oggi il progressive rock comprende così tante cose diverse, dalle cose molto dure come i King Crimson o il prog metal come i Dream Theater, poi ci sono i gruppi con un sound ancora molto seventies alla Pink Floyd o alla Van Der Graaf Generator. La musica che viene catalogata come progressive rock oggi comprende una gamma molto vasta di stili e di conseguenza penso che i Flower Kings attirino l'attenzione di un pubblico molto eterogeneo. Ci sono davvero molti fans che hanno apprezzato Unfold The Future e che lo considerano come uno dei migliori album degli ultimi venticinque anni, mentre ce ne sono molti che non lo amano, che trovano ci sia troppo jamming, non gli piace l'uso dei fiati... Parimenti ci saranno dei fans che troveranno che Adam & Eve è troppo soft, troppo vocale. In definitiva noi cerchiamo di fare dei dischi in modo rilassato, senza preoccuparci se poi la gente li comprerà o meno.
Ultimamente avete pubblicato molte edizioni speciali e versioni differenti dei vostri lavori, perché per il nuovo album avete voluto fare una sola versione?
E' stata una mia decisione, la casa mi aveva chiesto dei brani per fare dei bonus, ma io ho risposto che questa volta volevo fare solo una versione del disco, niente edizioni limitate, no speciali, niente di tutto questo solo un album normale. La Inside Out è una grande etichetta, investono molto sui gruppi e realizzano dei bellissimi packaging da diversi anni e hanno pubblicato delle cose veramente molto belle per tutti i gruppi con cui lavorano. Il problema è che queste versioni limitate e questo materiale extra è diventato ordinario, l'abbiamo fatto così tante volte che tutti se lo aspettavano e io sono il tipo di persona che quando uno si aspetta qualcosa da me, io cerco di fare le cose in modo diverso dal solito per sorprenderlo. Così ho detto alla label che avremmo fatto una sola versione del disco. Se avessimo continuato a fare versioni speciali dei nostri dischi per poter sorprendere le persone avremmo dovuto mettere chissà cosa come extra, magari la gente si sarebbe aspettata di trovare un cd player allegato al disco, ha, ha, e così abbiamo deciso per un solo disco.
Nel DVD avete scelto di separare ogni brano con un filmato documentaristico, non credi che questa scelta abbia interrotto l'integrità e la bellezza dell'esibizione dal vivo?
No, assolutamente, perché se avessi pensato una cosa così non l'avrei fatta di certo, ha, ha... probabilmente sono la persona sbagliata a cui fare questa domanda. Parlando seriamente questa scelta riflette il problema che ho avuto guardando i dvd degli altri gruppi e anche stavolta ho cercato di mettermi nei panni del fan che guarda il dvd. Cercando di elencare quali prodotti mi piacevano e quali non mi piacevano ho scoperto che non mi piacevano proprio quelli dove il gruppo suonava ininterrottamente per due ore o due ore e mezza, mi stancavano, mi facevano addormentare e perdevo l'attenzione, non mi piace questo modo di fare i dvd e ho cercato qualcosa di diverso. Così, invece di mettere gli extra in un altra sezione del dvd o in un bonus dvd , ho pensato di metterli fra un brano e l'altro. Del resto abbiamo delle canzoni molto lunghe, anche di venticinque minuti e allora ho pensato che dopo venticinque minuti di musica era una buona cosa inserire qualcosa che facesse prendere fiato, una pausa. Poi bisogna dire che non si è trattato di un vero concerto, molte persone non hanno capito questo. C'erano circa settantacinque persone presenti e non si è trattato di un concerto vero e proprio, anche questa è stata una mia scelta, in ogni esibizione dal vivo c'è qualcosa che va storto, soprattutto a livello tecnico e secondo me se fai un filmato dell'esibizione devi sentire musica che sia veramente eseguita dal vivo. Amo molto Peter Gabriel, ma quando guardo i suoi dvd mi accorgo che molta musica è stata riregistrata come ad esempio la batteria, per cui il prodotto finale ha un sound fantastico, ha un'aspetto fantastico, ma ha il difetto di non essere un vero "live". Per questo ho fatto la scelta di avere un controllo totale sulle condizioni e non si è trattato di un concerto vero e proprio, era come se fossimo in sala di registrazione e delle persone hanno potuto assistere alle nostre registrazioni, quasi come se fossimo in uno studio televisivo. Per cui ho cercato di fare una cosa diversa dal solito e ovviamente qualcuno non ha gadito, ci hanno criticato, ma le cose sono andate come volevo.
Avete intenzione di realizzare un altro DVD in futuro?
Si, certo, lo stiamo pianificando. Non so ancora come sarà, ma abbiamo intenzione di realizzare un repertorio con l'esecuzione dei nostri brani più brevi in un contesto diverso, ma non so dirti ancora come sarà. Vogliamo anche inserire le interviste ai componenti del gruppo, ma è una cosa che richiede tempo.
Vedo che la collaborazione con Daniel Gildenlow sta continuando, possiamo considerarlo come un nuovo membro effettivo dei Flower Kings?
Assolutamente sì, anche se continuerà parallelamente a guidare i Pain Of Salvation.
Zoltan ha un background jazz, che impatto sta portando al vostro sound, volete incremetare la componende legata all'improvvisazione?
In effetti volevamo un batterista che fosse in grado di improvvisare la musica, ma non cercavamo un musicista jazz, quello che ci interessava era "come" suonava e non "cosa" e Zoltan è più dinamico della maggior parte dei batteristi rock. I batteristi rock sono troppo legati ai quattro quarti, colpiscono sempre duro. Ad esempio un batterista come Mike Portnoy è fantastico, ma se gli chiedi di suonare un po' più soft o jazzy mostra i suoi limiti, mentre quando suona l'heavy metal e un batterista eccezionale. Noi cercavamo un batterista dinamico con molte idee interessanti su ritmi e segnature. Zoltan è il tipo di batterista che abbiamo cercato fin dall'inizio, anche Jaime (Salazar) è un buon batterista, ma aveva dei problemi con le improvvisazioni e con delle linee dinamiche. In questo senso non abbiamo scelto Zoltan per il suo background jazz, ma per il suo modo di suonare, ogni cosa che fa nel gruppo è assolutamente rock, ma ha tutti gli elementi di un batterista jazz e questo rende più interessante e personale il suo modo di suonare. Penso che questo sia il motivo per cui la gente ama Bill Bruford e questo tipo di batteristi, come anche Vinnie Colaiuta, sono il tipo di batteristi che mi piacciono di più.
Quando avete iniziato a suonare con i Flower Kings la musica prog non era molto popolare, perché oggi le cose sono cambiate?
Penso che sia stata internet ad aiutare la musica prog ad emergere, perché ha permesso il diffondersi delle notizie sui gruppi, i fans hanno potuto iniziare a comunicare fra di loro in modo più semplice e diretto e a scambiarsi le impressioni sui gruppi e in questo senso internet ha aiutato molto. Nei seventies si basava tutto sulle riviste come il Melody Maker e altre, ma non c'era il supporto della televisione per cui le informazioni su quali dischi comprare e per il resto le potevi trovare solo sulle riviste rock. Oggi invece le notizie circolano molto più in fretta grazie ad internet. Oggi il movimento prog è ancora underground, ma la gente organizza concerti e fanzines dedicate ai singoli gruppi o al movimento in genere e questo è riuscito a sovvertire il potere delle grandi case discografiche e delle grandi riviste che hanno perso la loro presa sul pubblico. Quello di oggi è un movimento che non può più essere fermato e in questo senso internet è stato molto importante. Inoltre oggi è più facile farsi un cd, ogni persona può farlo a casa sua e può comprare facilmente l'attrezzatura per farsi un cd e questo ha aiutato tanti artisti a produrre musica in modo più facile e ad avere un maggiore controllo sulle proprie creazioni. Quindi sia i computers che internet sono stati due fattori determinanti per la rinascita del progressive rock.
Conosci qualcosa del prog italiano? C'è qualcosa che ti piace?
Onestamente devo dire che non conosco molti gruppi, ho ascoltato la PFM, abbiamo suonato negli states con dei gruppi italiani, ma adesso non mi ricordo il loro nome. Mi viene in mente anche il Banco. Per quanto riguarda la scena sono pochi i gruppi che in Italia hanno riscosso un grande successo. I Genesis sono stati i primi ad avere un discreto successo, oppure i Dream Theater, anche i Jethro Tull e questo tipo di gruppi ed è una cosa molto particolare. Noi abbiamo suonato alcune volte nel vostro paese, ma non siamo mai riusciti ad andare più giù di Roma, ma ci piace venire a suonare in Italia, ci piace molto il vostro pubblico e anche il vostro cibo, la vostra cultura.
Avete mai pensato di registrare una soundtrack, c'è un tipo particolare di film che vi ispira?
Dev'essere molto interessante. Penso che sia un lavoro che richiede moltissimo tempo, riuscire a scrivere della musica che si sposa con delle scene determinate e in un determinato contesto. Sarebbe stimolante per me, ma non credo che adesso lo farei, mi piacciono artisti come Trevor Rabin, ma non credo che farei delle cose simili. Sarei interessato alla cosa solo se trovassi il film interessante, non sono un fan dei film d'azione, preferisco i film drammatici, le cose semplici, i film sulle persone reali. Comunque la musica da film è importante e per questo sarebbe una cosa interessante.
Hai collaborato con molti artisti, cos'è che ti spinge a suonare con così tanti musicisti diversi?
Fondamentalmente sono stati loro a chiedermi di collaborare e se trovavo la loro musica interessante lo facevo. Credo che sia importante perché ogni volta che suoni con un musicista diverso è diverso quello che fai, come suoni, come scrivi, come progetti le idee, cosa serve per fare un "grande" album. A volte la cosa riesce alla perfezione, altre volte è ok, altre volte invece non funziona proprio, ma continuo ad andare avanti a collaborare con nuove persone perché credo che mi spinga a fare cose che non ho mai fatto prima. Inoltre c'è anche un lato economico, perché grazie a progetti come i Transatlantic sono riuscito sia a divertirmi che a fare un po' di soldi. Comunque il motivo di fondo è di fare della buona musica e di incontrare musicisti interessanti, se poi riesco anche a fare dei soldi è una buona cosa.
I tuoi compagni sono contenti che tu abbia così tanti progetti oltre ai Flower Kings?
Penso che la cosa non li preoccupi più di tanto, non ne abbiamo mai parlato. Credo che uno o due di loro non fossero molto contenti del mio impegno coi Transatlantic, forse hanno pensato che, visto il successo che aveva ottenuto il progetto, avrei potuto lasciare i Flower Kings. Ma io non ho mai minimamente pensato di fare una cosa simile. Sono stato contento di quello che ho fatto coi Transatlantic, ma per me il progetto principale sono sempre stati i Flower Kings. Ma è tutto dipeso dal fatto che non mi hanno mai chiesto cosa volessi fare. Se mi avessero domandato: "Quali sono i tuoi progetti sul futuro dei Flower Kings, vuoi congelare il gruppo?" avrei risposto "No, non dovete temere questo perché non succederà!"
.Non credi però che tutte queste collaborazioni possano causare una perdita per il tuo gruppo principale in termini di tempo e di energie?
Si, in un certo senso può essere, ma può essere anche l'opposto, perché quando smetto di suonare con altri musicisti mi piace moltissimo tornare a suonare con i Flower Kings, inoltre suonando con persone nuove posso imparare molte cose sia sulla musica che su me stesso, su come realizzare un album e su cosa è meglio non fare quando si fa un disco e tanti piccoli accorgimenti. Ma la questione può essere ribaltata, se non suonassi negli altri progetti cosa succederebbe? Potrei fare più concerti con i Flower Kings? Non credo che potremmo fare più di un tour all'anno in Europa, negli States, in Sud America o in Giappone, non potremmo di certo andarci tre o quattro volte e poi riuscire a fare un album che sia originale. Abbiamo bisogno anche di avere del tempo libero o comunque tu lo voglia chiamare. Qundi è meglio se riesco nel frattempo a fare cose che trovo interessanti.
Quanto è difficile combinare i vari progetti a cui partecipi?
Non è mai stato un problema e questo è uno dei motivi per cui ho potuto continuare a partecipare ad altri progetti. Non ho mai messo in secondo piano i Flower Kings quando partecipavo ai Tangent, ai Kaipa o ai Transatlantic, i Flower Kings erano sempre al primo posto e quindi dedicavo agli altri progetti solo il mio tempo libero, per cui non è stato difficile portare avanti il tutto.
Coi Tangent avete appena realizzato il secondo album, sei stato maggiormente coinvolto sul piano compositivo in questa occasione?
Non ho partecipato alla composizione nel senso di scrivere musica o accordi, ma nello stadio iniziale ho potuto ascoltare le canzoni composte da Andy (Tillison) e ho dato dei consigli sul taglio da dare a certe parti, su quali brani scegliere, su come realizzare le orchestrazioni, ho svolto un po' il lavoro del produttore e mi sono occupato di più di come sarebbe stato il risultato finale. In questo senso sono stato più coinvolto rispetto al primo album, comunque i Tangent restano fondamentalmente il progetto di Andy.
Secondo me i due dischi dei Tangent sono dei grandi esempi di prog rock, sei soddisfatto di loro?
E' difficile rispondere a questa domanda, sono soddisfatto per averlo fatto, per le persone coinvolte e ti risponderei la stessa cosa per i Flower Kings, i Kaipa o i Transatlantic, ma allo stesso tempo ti direi anche quelle che sono le mie critiche agli album fatti, quelli che per me sono i punti deboli. Posso dire di essere "ragionevolmente" soddisfatto dei risultati, ma credo anche che se avessimo avuto più tempo per provare tutti insieme nella stessa stanza per quattro o cinque settimane i pezzi avremmo potuto ottenere un risultato ancora migliore. Comunque tenendo conto di come sono andate le cose e dei mezzi che abbiamo avuto a disposizione penso che abbiamo fatto un grande album. Credo che chi abbia amato il primo amerà sicuramente anche il secondo.
A proposito dei Transatlantic, so che hai realizzato un album con dei brani remixati, com'è nata l'idea di fare questo disco?
Non si è trattato proprio di un remix, quando abbiamo fatto il primo album un ragazzo della California aveva fatto i mix e Neal ci mandò i brani. Io non ero interamente soddisfatto del suo lavoro, nemmeno Neal era del tutto soddisfatto dei mixaggi e mi disse che se volevo provare a rifarli potevo metterci le mani e così ho fatto. Ho cercato di fare del mio meglio con tutti i limiti dei nastri che avevo a disposizione e mandai agli altri il mio lavoro. Alla fine eravamo divisi e fu deciso di usare i mixaggi fatti dal ragazzo americano. Nel frattempo i miei mix hanno iniziato a circolare privatamente, alcuni si erano fatti delle copie e molte persone dicevano di preferire i miei mixaggi a quelli ufficiali, quindi è una cosa che è andata avanti da sola. Così ad un certo punto ho chiesto a Neal cosa ne pensava di pubblicarli in un'edizione limitata, tanto stavano già girando indipendentemente su internet, così le persone a cui interessava potevano acquistarlo attraverso i nostri siti web e potevamo anche ricavarci qualcosa e così è successo. Abbiamo fatto un'edizione molto limitata, circa mille o 1500 copie, non distribuita da Inside Out, giusto per quelle persone che desiderano possedere tutto del gruppo.
Secondo te c'è la possibilità di rivedere ancora insieme i Transatlantic?
Può darsi, a me piacerebbe molto fare un terzo album, ma dipende molto da cosa vuole fare Neal Morse. In questo periodo è impegnato alla realizzazione di un nuovo album, anche Pete Trewavas ne sta registrando uno e sospetto che anche Mike Portnoy sia facendo lo stesso. Comunque dipende tutto da cosa vuole fare Neal, se lui lo vuole fare allora si farà.
Mi puoi dire cosa pensi di Neal Morse e della scelta che ha fatto?
E' veramente difficile rispondere, mi hanno fatto questa domanda varie volte. Io rispetto la sua scelta, non la capisco fino in fondo, ma la rispetto, devo farlo. Se una persona non vuol più suonare in un gruppo non puoi forzarlo a restare, se non gli piace quello che fa nulla può impedirgli di andarsene. Quindi non si tratta di cosa ne penso io o Pete o chiunque altro dell'uscita di Neal dal gruppo, è solo una cosa che è successa., come è successo che io ho fatto parte di un gruppo in cui c'era anche lui e che tutto è finito. Non ho molto altro da dire a questo proposito.
Hai ascoltato Testimony? Ti è piaciuto?
Si, certo. Mi è piaciuto, non mi sono piaciuti tutti i singoli brani, ma è un buon album. In particolare mi sono piaciute le orchestrazioni e le parti sinfoniche. Mi è piaciuto molto il brano "Land of the Beginning Again", ho apprezzato come ha cantato Neal e le parti di chitarra acustica con la sua voce. Non mi è piaciuto per le cose più prog, ma per quelle più intimiste con la chitarra acustica e la voce.
Un'altro progetto che mi è piaciuto sono i Karmakanic, mi puoi dire qualcosa di più anche su questo?
Non sono la persona giusta con cui parlare di questo progetto perché non ne faccio più parte. E' un progetto di Jonas Reingold e io ho solo partecipato come ospite. Ho suonato la chitarra e cantato in due brani del primo album e ho suonato in altri due del nuovo. Quindi non ho molto da dire, dovresti parlare con Jonas di questo, sarebbe come se ti parlassi dei Marillion o di un altro gruppo.
E dei Kaipa, Keyholder è stato un album molto bello, cosa ci dobbiamo aspettare dal prossimo?
Ci stiamo lavorando proprio in questo periodo, sarà un grande album, ma per adesso non ti posso dire ancora molto, stiamo lavorando sulle melodie delle canzoni da un paio di mesi e penso che sarà pronto per la primavera del prossimo anno. Stilisticamente sarà qualcosa di un po' più mainstream synphonic rock e un po' meno di fusion.
Mi ricordo anche di un vecchio progetto chiamato “The New Grove Project”, cosa ti ricordi di questo?
Non molto per la verità. Lo registrammo in Svezia in circa una settimana e fu un'esperienza molto piacevole, gli altri erano molto simpatici. Comunque per me si è trattato di uno dei tanti progetti a cui ho partecipato. Non ho composto materiale per quel progetto e non mi sono occupato della sua produzione, ho suonato e penso di essere stato presente alle sessioni di mixaggio, ma si è trattato di una specie di solo project. in ogni modo si è trattato di una bella esperienza.
Hai in serbo nuovi progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?
Stiamo lavorando al nuovo Kaipa, poi farò il tour con i Flower Kings per un paio di settimane, verremo anche in Italia a Torino. Poi al ritorno spero di poter lavorare ancora all'album dei Kaipa dopodiché andrò in Inghilterra per provare coi Tangent per un breve tour. In questo periodo sto scrivendo del materiale per un mio nuovo album solista che spero di registrare entro la fine di quest'anno in dicembre. Per Natale dovrei andare un po' in vacanza e al ritorno probabilmente mi recherò in California per registrare un altro progetto a cui parteciperà anche Doane Perry, il batterista dei Jethro Tull, e dei ragazzi che lavorano con lui. Infine incominceremo a lavorare su del nuovo materiale per i Flower Kings. In definitiva sarà un periodo molto pieno per me.
Molti fans del prog classico non amano i Dream Theater e il New Prog, ma secondo me è un'attitudine sbagliata, perché non ci sarebbero molti giovani che ascoltano i primi Genesis o i King Crimson senza il successo che hanno avuto i Dream Theater, tu cosa ne pensi?
Penso tu abbia pienamente ragione, io credo che sia un'idea triste che la musica buona sia solo quella fatta nei seventies. Molta gente della mia generazione pensa che solo i gruppi come gli ELP, gli Yes, i King Crimson o i Genesis abbiano fatto della grande musica, ma credo invece che anche molta musica di oggi sia interessante. Così penso sia vero quello che dici perché molti fans dei Dream Theater hanno iniziato ad ascoltare gruppi che non fanno prog metal come i Flower Kings, gli Spock's Beard e altri simili, mentre non hanno aiutato le persone della mia età ad ascoltare questi gruppi. Guardando al nostro pubblico ho notato un grande cambiamento in questi dieci anni, all'inizio la gente era più o meno della mia età, oggi invece ci sono ragazzi dai sedici anni in su. In America vengono ai nostri concerti i vecchi hippies, i sessantenni, i cinquantenni, i quarantenni fino ai teenagers e questo è molto bello. Anche il pubblico femminile è aumentato ed è una cosa notevole. Quindi in definitiva penso che gruppi come i Dream Theater abbiano aiutato in questo senso ed è una buona cosa.
Le stesse persone che amano i seventies affermano che la musica prog di oggi dovrebbe essere chiamata "regressive". perché non c'è nulla di veramente nuovo
...Penso che la risposta sia Si e No, perché ci sono alcuni gruppi che ripropongono esattamente il sound dei seventies, che copiano i Pink Floyd, i Genesis e quant'altro, come fossero delle tribute bands, ma penso sia la stessa cosa nell'heavy metal con gruppi che copiano i Led Zeppelin, i Deep Purple o i Black Sabbath, ma ci sono anche gruppi che non assomigliano a nessun gruppo dei seventies, magari prendono qualche spunto qua e la e poi lo filtrano con i suoni di oggi creando un proprio sound e credo che sia quanto accade alla maggior parte dei gruppi.
Siete una band molto colorata e la vostra musica è molto variopinta, quali quadri ti piacciono e se fossi un pittore chi vorresti essere?
Non mi piacciono i pittori in genere, ma solo quelli che mi colpiscono, un po' come nella musica. Parlando dei classici mi ispira molto Van Gogh, Rembrandt, ma mi piacciono anche i fumetti di qualità e gli artisti fantasy. In questo senso non sono assolutamente snob, apprezzo ogni tipo di arte sia classica che moderna senza guardare troppo a chi sia l'autore o al tipo di quadro e lo stesso faccio con la musica. Comunque come non sono un grande appassionato di Death Metal, non mi piacciono nemmeno i pittori che fanno solo delle tele dello stesso colore, ma non è una questione di stile.
Grandi i Flower Kings, uno dei miei gruppi preferiti! E grande Roine Stolt, gran chitarrista e musicista. Come ti è sembrato, come persona?
RispondiEliminaRoine è notoriamente una persona pacata e tranquilla. Molto disponibile. Non è proprio un antidivo, in quanto in Svezia divo lo è, considera che suona ed è famoso dagli anni '70, cioè con i Kaipa (altra stupenda band che se non conosci devi cercare come i The Tangent). E' abbastanza taciturno, ma se parla... parla molto.
RispondiEliminaUna bella persona che ti mette ad agio.
;-))